I pettirossi sono genitori irresponsabili

Mettono al mondo più piccoli di quanti riescono a sfamare perché si accoppiano e nidificano invece di dormire a causa dell’inquinamento luminoso

thumbtruecut1285152102744_475_280_01Tutta colpa di Thomas Edison. E’ a causa delle troppe lampadine accese, infatti, se i pettirossi sono diventati dei “genitori irresponsabili”. Secondo le ultime scoperte, fatte in Germania al Max Planck Institute for Ornithology e pubblicate questa settimana sulle pagine della rivista scientifica Current Biology, gli esemplari che vivono in città mettono al mondo più piccoli di quanti riescono a sfamarne. A mandare letteralmente in cortocircuito il comportamento sentimentale di questi uccellini, che cinguettano e nidificano invece di dormire, la totale mancanza di oscurità. Per gli scienziati tedeschi, l’inquinamento luminoso incide sulla riproduzione e ha un impatto fortissimo sul “successo amoroso” dei volatili che usano come richiamo sessuale il canto del mattino. Specialmente per quelli che cominciano alle prime luci dell’alba. Tra questi, i maschi del pettirosso che in città cantano con 80 minuti di anticipo rispetto a quelli che vivono nei boschi, raddoppiando il ritmo dei loro accoppiamenti. “Dopo aver monitorato per sette anni alcune popolazioni urbane di pettirossi – spiega il direttore delle ricerche Bart Kempenaers – abbiamo osservato che le melodie notturne dei maschi rendono più frivole le femmine della specie. Per i pettirossi – conclude l’ornitologo – è molto svantaggioso iniziare la deposizione prima del tempo perché quando si schiudono troppe uova non riescono più a procurarsi il cibo necessario per la sopravvivenza di tutti i piccoli”.

Articolo pubblicato il 22/09/2010 su http://www.libero-news.it

2010-09-16 Max Planck Society (pdf)

 

La Giornata Ticinese dell’Astronomia

Per incontrarsi, discutere, imparare dalle esperienze degli altri

Nessun libro può trasmettere la passione di un essere umano. Ecco perché i momenti in cui gli astrofili si incontrano, per osservare insieme ma anche per condividere le proprie esperienze, sono così importanti. La SAT organizza quindi la

Giornata Ticinese dell’Astronomia
sabato 18 settembre

presso il Liceo Cantonale di Lugano 2 a Savosa. I lavori inizieranno alle 14h.
Tuti gli astrofili e gli appassionati sono invitati a partecipare.

Programma:

  • Vedendo Blue – LED, la tecnologia della discordia (S. Klett)
  • Astrobiologia amatoriale (Y. Malagutti)
  • L’osservazione del Sole all’ISIS «Valceresio» di Bisuschio (Va): resoconto di un’esperienza didattica (M. Gatti)
  • Autocostruzione di un dobsoniano (A. Blatter)
  • Ambiti di osservazione per astrofili iniziati (S. Sposetti)
  • Le attività dell’ultimo anno al Calina di Carona (F. Fumagalli)

Meridiana 209 (settembre-ottobre), (pdf p. 1-2 e 53)

In quest’occasione, Stefano Klett di Dark-Sky Switzerland, spiegherà perché:
L’ Associazione Internazionale Dark-Sky (IDA) suggerisce che per motivi ecologici, sanitari e astronomici si dovrebbero evitare i LED blu e installare temperature di colore più calde (why stay below 3000K?).

 

Un’ulteriore stazione di rivelamento è in funzione sul Monte Lema

La stazione ha un altitudine superiore di quelle precedenti, a 1586 m s.l.m ed è gestita da Dark-Sky Switzerland.

A partire dal 2010, l’Osservatorio ambientale della svizzera italiana (OASI) del Dipartimento del Territorio e l’associazione Dark-Sky Switzerland (DSS) gestiscono in comune una rete di rilevamento dell’inquinamento luminoso tramite il sistema informativo OASI. Lo scopo è di monitorare a lungo termine la situazione dell’inquinamento luminoso in Ticino e fornire un supporto allo studio di questo fenomeno.

» Monte Lema (DSS)

 

 

Tessiner Zeitung – Luce notte e stelle scure

I nostri antenati sapevano dell’ oscuramento, oggi parliamo di inquinamento luminoso nelle città.

Il piccolo comune Sotto di Caneggio, vicino a Castel San Pietro, è privo di luce da oltre una settimana. Ciò non significa tuttavia che questa comunità stia svolgendo un ruolo pionieristico nella lotta contro l’ inquinamento luminoso. Anzi, probabilmente è stato semplicemente dimenticato dal fornitore di energia elettrica, l’ azienda municipale luganese.

Articolo originale in tedesco:

» Helle Nacht und dunkle Sterne (pdf)

 

LaRegione: Un regolamento per salvare la notte

Il Cantone prende le misure al buio Una rete di sensori valuterà l’evoluzione dell’inquinamento luminoso del cielo ticinese Intanto l’autorità prevede di varare un regolamento vincolante sull’illuminazione artificiale L.B.


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Inquinamento luminoso

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TI-PRESS Quando il troppo stroppia

La lotta all’inquinamento luminoso, attualmente affidata alla sensibilità dei singoli enti locali, potrebbe trovare in Ticino una base legale cantonale. Il Consiglio di Stato vuole infatti elaborare un regolamento capace di far applicare in modo «più sistematico» da parte dei Comuni le “Linee guida” pubblicate nel 2007 dal Dipartimento del territorio. Linee guida in cui si forniscono i principi per una corretta gestione dell’illuminazione artificiale. Nel contempo la Sezione protezione aria, acqua e suolo (Spaas) ha già dato avvio ad una campagna di misurazione a medio termine della qualità del cielo ticinese. Nei prossimi mesi saranno installati sul territorio cantonale una serie di rilevatori automatici in grado di misurare quanto la luce artificiale si sostituisca al naturale buio della notte. I dati così acquisiti – analogamente a quanto avviene per l’ozono, le polveri fini ed altre sostanze inquinanti – saranno raccolti e diffusi dall’Osservatorio ambientale della Svizzera italiana (Oasi).

Una base legale

L’idea di rendere più vincolanti le linee guida elaborate tre anni or sono è contenuta nel Rapporto cantonale sulla protezione dell’ambiente approvato nel dicembre dello scorso anno dal governo ticinese. Un documento che per la prima volta prevede un capitolo interamente dedicato all’inquinamento luminoso. Se il parlamento dovesse dare il via libera al rapporto, il Ticino sarebbe il primo cantone elvetico a darsi delle regole per la gestione delle luci artificiali.

«Il problema è che linee guida non sono vincolanti e non hanno una base legale solida – spiega a ‘laRegione’ Alessandro Da Rold, collaboratore della Sezione protezione aria, acqua e suolo –. La legge federale sull’ambiente stabilisce che tutte le emissioni potenzialmente moleste devono essere limitate. Il problema è però la definizione di “molesto”». In assenza di una normativa chiara a livello federale, i cantoni hanno dunque la facoltà di elaborare proprie regolamentazioni. «Per farlo vi sono due strade: creare un regolamento ad hoc oppure intervenire su tutte le leggi che toccano il campo dell’illuminazione notturna – osserva Da Rold –. Purtroppo le norme che concernono in qualche modo le emissioni luminose sono tantissime. Il Ticino si è dunque orientato verso un regolamento unico. Prima di scriverlo, ovviamente, dobbiamo attendere che il Gran Consiglio valuti il rapporto sulla protezione dell’ambiente. Se il plenum dovesse approvarlo, ci metteremo al lavoro. Non si tratterà comunque di una norma complicata da scrivere siccome si baserà sulle attuali linee guida». Dopo il sì del Gran Consiglio, il regolamento potrebbe essere pronto entro un paio d’anni.

Misurare l’oscurità

Nel frattempo sarà già verosimilmente operativa la campagna di misurazione del tasso di inquinamento luminoso voluta dal Territorio. «Il nostro intento è quello di misurare le variazioni della luminosità artificiale nel tempo – sottolinea Da Rold –. Il progetto, sviluppato in collaborazione con Dark-Sky Ticino, è attualmente in fase di pianificazione avanzata. Gli apparecchi, che non abbiamo ancora installato, saranno inizialmente piazzati nei luoghi più sensibili al problema, ovvero gli osservatori astronomici». Dopo la posa degli strumenti sarà avviata la fase di test «per essere sicuri che i dati misurati siano affidabili».

Già, perché le difficoltà di misurare il buio non sono indifferenti. Ad esempio i dati sulla luminosità del cielo dovranno essere messi in relazione alle condizioni meteorologiche: un cielo velato può infatti diffondere le luci puntate verso l’alto e quindi generare l’impressione di un inquinamento luminoso maggiore di quello realmente esistente in quella zona. «Sembra semplice, ma per poter disporre di dati attendibili è necessario tenere in considerazione numerosi fattori – rileva Da Rold –. Fortunatamente nel caso della meteorologia siamo già in possesso dei dati meteo necessari e l’apparecchio di misura è già predisposto per la loro integrazione».

L’archiviazione dei dati forniti dai misuratori sarà garantita dalla banca dati dell’Oasi, «già predisposta a questo scopo», precisa Da Rold. La pubblicazione dei rilevamenti in tempo reale sul sito internet del Cantone, come avviene già oggi per molte sostanze inquinanti, potrebbe però avvenire in un secondo tempo, poiché, spiega il collaboratore della Spaas, «prima di metterli a disposizione, vorremmo poter disporre di un buon numero di misurazioni».

Una volta attivato, il progetto fornirà nuove indicazioni sulla situazione del cielo ticinese dopo che nel 2005 uno studio promosso da Dark-Sky Ticino aveva fatto rilevare la scomparsa della notte dai cieli ticinesi. Mentre i centri cittadini “hanno perso completamente l’oscurità” si leggeva nel rapporto, persino sul Lucomagno – luogo più buio di tutta la Svizzera – sarebbe possibile scorgere il chiarore degli agglomerati urbani.

Che cos’è

L’inquinamento luminoso è generato dalla dispersione verso l’alto di luce artificiale durante le ore notturne. Fra le conseguenze dirette vi sono la diminuzione del numero di stelle visibili da terra, lo spreco di energia elettrica, problemi di sicurezza stradale, influssi sulla salute delle persone e alterazioni dell’ecosistema. È possibile prevenire questi effetti evitando, ad esempio, di installare lampade superflue ed eliminando quelle non più funzionali, utilizzando impianti a ridotto consumo energetico e dotati di schermatura per dirigere la luce nel luogo esatto da illuminare, orientando i fasci di luce dall’alto al basso e limitando l’illuminazione artificiale al solo periodo in cui è necessaria.

Luci moleste, ‘Il Ticino avanti rispetto alla Svizzera interna’

Sono una decina i casi aperti presso la Sezione della protezione aria, acqua e suolo (Spaas) del Dipartimento del territorio riguardanti illuminazioni eccessive. In realtà le segnalazioni giunte alla Spaas sarebbero molte di più, tuttavia «parecchi casi li abbiamo risolti bonalmente, andando a parlare con l’inquinatore», che non di rado è un ente pubblico, spiega Alessandro Da Rold. «I Comuni stessi, con l’illuminazione stradale, sono i primi inquinatori; non lo fanno per cattiva volontà, semplicemente quello dello spreco d’energia è un problema che in passato nessuno si era posto». Un tema, l’inquinamento luminoso, su cui i ticinesi sembrano essere più sensibili rispetto ai concittadini confederati. La sensazione è che in Ticino, una volta presa coscienza del problema, le cose siano evolute a ritmo spedito. «Nel 2007 abbiamo pubblicato le “linee guida cantonali” per una corretta gestione dell’illuminazione. In seguito si sono eseguiti numerosi interventi puntuali. Da quanto posso constatare dialogando con i colleghi della Svizzera interna, su questo tema il nostro cantone è davvero all’avanguardia». Benché siano pochi i Comuni ticinesi ad aver implementato le linee guida tramite ordinanze, «molti enti locali le fanno comunque rispettare». Non solo i Municipi, ma anche la popolazione a sud delle Alpi sembra essere più sensibile al tema. Tanto che Da Rold ipotizza che riguardo l’eccessiva illuminazione «potrebbe prodursi un fenomeno simile a quanto successo con le radiazioni non ionizzanti delle antenne di telefonia mobile: il Ticino è infatti l’unico cantone ad aver approvato un regolamento d’applicazione dell’ordinanza federale in materia. Sul tema, la popolazione ticinese si è dimostrata molto attenta e negli scorsi anni sono aumentate le proteste». Movimenti popolari che iniziano solo ora a farsi sentire al di là del Gottardo.

2010-05-17 LaRegione prima

2010-05-17 LaRegione

 

Meridiana 207 (maggio-giugno) – rapporto di attivita Dark Sky

Il rapporto di «Dark Sky» è stato presentato come consuetudine da Stefano Klett. Per la consomitanza con l’Anno dell’Astronomia, sono state organizzato delle serate osservative per il pubblico ai Castelli di Bellinzona in collaborrazione con il Municipio di Bellinzona, serate durante le quali è stata spenta l’illuminazione. A livello cantonale è stato redatto un rapporto ambientale che verrà presentato prossimamento al Gran Consiglio, nel quale compare un capitolo sull’inquinamento luminoso. In questo rapporto si raccomanda di istituire una legge per la protezione dall’inquinamento luminoso e di prodigarsi affinché questa legge venga rispettata. Klett segnala anche che è stata istituita una rete di apparecchiature per monitorare l’evoluzione dell’inquinamento luminoso tramite delle apposite installazioni sparse sul territorio cantonale. Infine va segnalato che a livello nazionale sono state emanate delle norme dalla SIA (Società Svizzera degli Ingegneri e Architetti) che sono state elaborate dall’ex vicepresidente di Dark-Sky Switzerland, signor Kobler.

» Meridiana 207 (maggio-giugno)  (pdf, p. 1-2 e 31)