Dark-Sky Switzerland – Occho alla Luce 2013/2

È stato pubblicato il secondo numero del 2013 di “occhio alla luce”, la newsletter di Dark-Sky Switzerland.

Cara lettrice, caro lettore,

2013-10-xx_occhio_alla_luceSpesso ci domandate: «Che possa posso fare come singolo cittadino?». Molti dei partecipanti ai nostri eventi si sentono impotenti di fronte al tema dell’inquinamento luminoso. Possiamo dire che non è più così. Oltre al sostegno finanziario al nostro lavoro, che apprezziamo molto, Dark-Sky e i suoi membri, come cittadini del nostro Paese, oggi hanno molto più potere, anche a livello politico.

Innanzitutto, in primavera, il Consiglio Federale ha confermato che prenderà seriamente in considerazione questo te-ma e assegnerà all’Ufficio Federale per l’ambiente più fondi per la ricerca nel settore LED (luce blu e insonnia, effetti sugli eseri viventi).

Inoltre, alle autorità politiche, vale a dire cantoni e comuni, è stato dato il segnale che il principio di precauzione (quanto meno possibile, laddove sicuro) deve essere rispettato.

E con la nuova norma SIA 491, ogni costruttore, quindi anche Lei, nel momento in cui progetta una nuova costruzione o ristrutturazione, può richiamare il proprio architetto o illuminotecnico all’applicazione della norma SIA 491.

Il Canton Zurigo si sta preparando a integrare la norma SIA nella legge edilizia. Questo significa che la legge diverrà vincolante per le autorità politiche di tutto il cantone. Sarà uno strumento forte che ci permetterà di richiamare l’attenzione in ogni momento con i nostri interventi. Sfruttiamo questa opportunità, ad es. alla prossima assemblea comunale con un grande progetto di edilizia pubblica!

Richiedete l’applicazione della norma SIA 491.

Vi ringrazio

2013-2 Occhio alla Luce (pdf)

 

Lettera al CAS: Illuminare le alpi “è spettacolare!”.. sì, però..

Malgrado le restrizioni a livello ambientale che il CAS stesso ha imposto, ritengo sbagliata e diseducativa l’iniziativa “Riflettori puntati sulle capanne CAS”.

mont_fort_iiiProprio queste immagini verranno distribuite via media elettronici facendo credere che sulle nostre Alpi sia possibile anche illuminare le zone naturali.

È eticamente corretto che il CAS sostenga queste iniziative? Sono a conoscenza del fatto che il CAS non ha partecipato finanziariamente, ma dando il suo consenso ha sostenuto quest’iniziativa.

Sono spettacolari le immagini che ci ha fornito “l’artista” svizzero; da Internet si appura che è andato a disturbare anche altri ambienti incontaminati, come quello Artico, per fornire immagini tanto suggestive quanto kitsch.

Credo che questo sia in contrasto con lo statuto CAS Art 3 – 3.>: “Il CAS si impegna attivamente in favore della protezione della natura (…).

Inoltre il CAS non ha chiesto alcun permesso alle autorità locali, come descritto nella risposta ad un’interrogazione parlamentare al CdS ticinese del 3 settembre 2013.

Tale risposta recita tra l’altro: ”Il CAS, come tutti per altro, non ha di principio la libertà di illuminare come e quando vuole l’ambiente alpino e una notifica al Comune, nell’ottica della massima trasparenza possibile e in qualità di autorità locale, sarebbe stata opportuna.”

Già il 1 Agosto 2010, il CAS aveva permesso l’illuminazione della capanna Terri e dell’ambiente circostante (http://tinyurl.com/terri2010). Capanna che si trova a ridosso di un oggetto IFP (oggetti definiti dal CAS stesso).

Venuto a conoscenza di questa iniziativa, mi sono immediatamente attivato e ho chiesto in modo costruttivo al CAS una collaborazione, richiedendo che il CAS promuova il buio nelle alpi tramite un articolo sulla rivista “le Alpi” come già fatto da altre associazione vicine all0ambiente (come Pro Natura) e che si prendano i dovuti provvedimenti in modo che azioni simili vengano in futuro bandite. L’unica cosa che mi hanno concesso è la pubblicazione di questo mio breve scritto.

Il buio è un bene naturale che sta scomparendo e che, in special modo nelle zone alpine, andrebbe preservato e promosso. Bisognerebbe prendere spunto da questa iniziativa per riflettere sul significato di godere della natura senza disturbarla.

Françoise J. de Crésuz, la neo presidente del CAS, ha recentemente affermato che per lei “la montagna è la natura allo stato puro”.

Il CAS ha promosso un messaggio al contrario.

Visto quanto sopra, sono in seria difficoltà a continuare nel sostenere il CAS. Con rammarico rassegno le mie dimissioni dal CAS.

Restando a disposizione per una collaborazione costruttiva porgo i miei più cordiali saluti

Stefano Klett vic.pres. Dark-Sky

 

ProNatura – Ciclo – Cielo e stelle – Lucomagno, paradiso del buio

Da inizio 2012 presso il Centro Pro Natura Lucomagno è stata messa in funzione una sonda di rilevamento dell’inquinamento luminoso: le misure dimostrano come il Lucomagno sia una delle zone più buie della Svizzera. Dati a parte, basta alzare gli occhi al cielo per ammirare un cielo magnificamente stellato. Biasca è 2,4 volte più luminosa del Lucomagno, Bellinzona 7 volte, Mendrisio 10 volte, Chiasso 15 volte e Lugano 24 volte! È in questo contesto che il Centro Pro Natura propone un ciclo di quattro appuntamenti sul tema del cielo e delle stelle.

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Centro Pro Natura Lucomagno – 6718 Blenio (Acquacalda), 23 luglio 2013

L’universo come opera d’arte

27 luglio, ore 17.30 – Conferenza di Marco Cagnotti

Scienza e arte sono, nell’immaginario collettivo, attività umane chiaramente distinte, peraltro considerate spesso contrapposte e perfino inconciliabili. La tesi che sarà presentata da Marco Cagnotti è che scienza e arte si intrecciano, si incontrano, si condizionano più strettamente di quanto sembri a un’analisi superficiale. Non possono fare a meno una dell’altra e inducono a qualche interessante riflessione filosofica sul nostro ruolo nel cosmo.

Marco Cagnotti – Laureato in fisica con una tesi di carattere teorico, è giornalista scientifico professionista dal 1994 e docente presso l’Università di Pavia dal 2005. Ha collaborato con diverse testate in Ticino e in Italia e con la Radio della Svizzera Italiana. È membro del comitato direttivo della Società ticinese di Scienze naturali ed è stato presidente della Società Astronomica Ticinese.

Dal 2011 è direttore della Specola Solare Ticinese. Svolge pure un’intensa attività come divulgatore attraverso corsi, conferenze e seminari.

In una notte senza luna

7 agosto 2013, ore 21.00 – Escursione guidata da Willy Gianella

Gita notturna tra l’Alpe Pozzetta e la sorgente del Brenno per ammirare il cielo più scuro della Svizzera, lontani dall’inquinamento luminoso.

Willy Gianella – Guida turistica professionista OTM (Operatori turistici di montagna). Accompagna su sentieri di montagna singoli o gruppi interessati ad un turismo di rispetto e responsabilità verso la natura.

Polvere di stelle

10 agosto, ore 17.30 – Conferenze e osservazioni astronomiche con Stefano Klett e Francesco Fumagalli

Teoria e pratica dell’inquinamento luminoso: le stelle sono sparite: chi le ha rubate? Quali sono le conseguenze? Come risolvere questo problema?

Stefano Klett – Ingegnere informatico con l’hobby dell’astronomia. È responsabile della sezione ticinese di Dark-Sky Switzerland.

Francesco Fumagalli – Astrofisico. È responsabile dell’Osservatorio del Monte Generoso.

In una notte di plenilunio

21 agosto 2013, 21.00 – Escursione attraverso la riserva forestale della Selvasecca guidati dalla luce della luna e da Willy Gianella.

Iscrizioni: www.pronatura-lucomagno.ch > Programma e attivita

2013-07 CS Ciclo Cielo e Stelle (pdf)

 

Risposta CdS interrogazione: Inquinamento luminoso per il 150° del CAS

Il CdS afferrma che: “Il CAS, come tutti per altro, non ha di principio la libertà di illuminare come e quando vuole l’ambiente alpino e una notifica al Comune, nell’ottica della massima trasparenza possibile e in qualità di autorità locale, sarebbe stata opportuna”


stemmati_09Interrogazione 23 giugno 2013 n. 140.13
Inquinamento luminoso per il 150° del CAS


Signor deputato,

ci riferiamo alla sua interrogazione del 23 giugno 2013 sulla quale formuliamo le seguenti osservazioni.

1. È a conoscenza del progetto del CAS di illuminare le capanne alpine, in particolare quella del Basodino?

Il CdS non ne era a conoscenza.

2. Per l’illuminazione della capanna del Basodino è stata richiesta un’autorizzazione?

Non è stata richiesta nessuna autorizzazione. Anche l’Ufficio tecnico comunale, che nel frattempo abbiamo sentito, non era a conoscenza dell’intenzione da parte del CAS di illuminare le 26 capanne prescelte sul territorio nazionale, fra le quali quella del Basodino. Il sito internet del CAS informa che l’illuminazione è itinerante (nelle 26 capanne distribuite sul territorio svizzero) e ad opera dell’artista dell’illuminazione Gerry Hofstetter. Il signor Enrico Bryner, in rappresentanza del CAS sezione Locarno che i nostri serviti hanno contattato telefonicamente, ci aveva informato che l’illuminazione sarebbe avvenuta da terra e avrebbe proiettato delle figure artistiche sulla(e) facciata(e) della capanna stessa e non sarebbe stata orientata verso l’alto o sulla cima della montagna. L’evento era previsto per una durata di mezz’ora la sera e mezz’ora il mattino seguente.

3. In caso affermativo chi ha dato la concessione e in quali termini?

4. In caso negativo il Consiglio di Stato ritiene che il CAS abbia la libertà di illuminare come e quando vuole l’ambiente alpino?

Le linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso rappresentano uno strumento di aiuto all’esecuzione e di supporto nell’ambito della pianificazione locale. Nel testo viene data applicazione pratica a principi e concetti giuridici generici inclusi in leggi e ordinanze federali, ma occorre rilevare che esse come pure le direttive federali, entrate in vigore nel 2005, non hanno carattere vincolante. In generale esse vengono intese come un utile strumento atto a sviluppare e concepire le fonti luminose, che si presume vengano utilizzate nel tempo, in modo efficiente, efficace e non dispersivo. Il caso oggetto dell’interrogazione sia per la durata particolarmente limitata nel tempo che per l’eccezionalità della stessa sarebbe stato da analizzare nell’ottica dei principi delle linee guida, tenendo pure conto della breve durata dell’evento.

2.

Il CAS, come tutti per altro, non ha di principio la libertà di illuminare come e quando vuole l’ambiente alpino e una notifica al Comune, nell’ottica della massima trasparenza possibile e in qualità di autorità locale, sarebbe stata opportuna.

Ritenute tuttavia la natura, le modalità e la corta durata dell’evento, un intervento urgente non sarebbe stato giustificato.

L’elaborazione della presente risposta ha richiesto complessivamente 6 ore lavorative ai servizi coinvolti.

Voglia gradire, signor deputato, i sensi della nostra massima stima.

PER IL CONSIGLIO DI STATO

Il Presidente:

P. Beltraminelli

Il Cancelliere:

G. Gianella

2013-09-03 Interrograzione r140.13 (pdf)

 

CdT: Il buio è un bene raro che anche da noi sta scomparendo

La terza pagina del CdT di sabato è stata dedicata ad un approfondimento sull’astronomia in Ticino. Una ricca pagina curata da Romina Borla con un’intervista a Stefano Klett sul tema dell’inquinamento luminoso.

vista21-07Le notti anche in Ticino sono sempre meno buie, complice il proliferare di nuove fonti lumi­nose che spesso rischiarano troppo e/o male. E l’inquina­mento luminoso non infastidi­sce solo astronomi e astrofili, impedendo loro di osservare il cielo stellato. L’aumento espo­nenziale di luci artificiali può avere gravi conseguenze sulla natura e sulla salute dell’uomo, sottolinea l’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (cfr. «Prevenzione delle emissioni luminose, rac­comandazioni»). L’inquina­mento luminoso provoca danni all’habitat di animali notturni, con conseguenze a volte letali, e modifica il comportamento di numerose altre specie. Nell’uo­mo favorisce l’insorgere di di­sturbi del sonno dovuto alle al­terazioni del ritmo circadiano. E crea assuefazione ad un paesag­gio notturno eccessivamente ri­schiarato. L’uso smodato e la di­spersione di luce hanno effetti anche sulla sicurezza stradale, in quanto possono abbagliare o distrarre i conducenti. Senza contare la perdita economica: «Si stima che l’illuminazione sprecata – ovvero la luce irradia­ta verso il cielo – si aggiri attorno al 40%», si legge sul sito del Can­tone ( WWW.TI.CH/TROPPALUCE ). «È da almeno un decennio che si parla di questo fenomeno, ma non è ancora stata elaborata una legge finalizzata a contra­starlo», dice Stefano Klett , re­sponsabile della sezione ticine­se di Dark Sky Switzerland, as­sociazione che si prefigge di co­ordinare gli sforzi per salvaguar­dare il buio notturno. Nel 2007 però il Cantone ha emanato delle «Linee guida per la pre­venzione dell’inquinamento lu­minoso» con indicazioni preci­se: ad esempio acquistare lam­pade più efficienti, adattare la potenza di emissione in modo da ottimizzare l’illuminazione, illuminare solo l’oggetto d’inte­resse, gli apparecchi devono il­luminare di principio dall’alto verso il basso. E ancora: valutare l’uso di dispositivi che si accen­dono solo in caso di necessità, l’illuminazione di insegne – fat­ta eccezione per i servizi priori­tari (farmacie, ospedali) e per gli esercizi pubblici – è ammessa dal crepuscolo alle 24, ecc. «Purtroppo si tratta solo di sug­gerimenti che di frequente ven­gono ignorati», denuncia Klett. Ma ci sono altri segnali positivi. Pure la Società svizzera degli in­gegneri e degli architetti (SIA) ha di recente emanato una nor­mativa denominata «Prevenzio­ne delle emissioni inutili di luci all’esterno». «Anche qui si tratta di indicazioni non vincolanti», fa notare l’esperto. «Ogni comu­ne è libero di decidere se seguir­le o no. In ogni caso giudichia­mo positiva l’iniziativa che mira a sensibilizzare una categoria chiave, quella dei progettatori e dei costruttori». Invece a Dark Sky Switzerland non è piaciuta per niente «la trovata» del Club Alpino Svizzero (CAS). «In occa­sione dei festeggiamenti per i 150 anni di attività – spiega Klett – il CAS ha deciso di illuminare 26 capanne alpine, una anche in Ticino: la capanna del Basòdino in Val Bavona (l’evento si è tenu­to giovedì scorso, ndr.). La deci­sione ci stupisce e ci irrita. Co­me sostiene Francesco Cavalli nell’interrogazione che ha inol­trato al Consiglio di Stato a que­sto proposito, risulta incom­prensibile che un’associazione attiva nella tutela dell’ambiente alpino e della sua fauna (statuto CAS Art 3-3) promuova episodi di inquinamento luminoso». At­teggiamento troppo rigido? For­se, ma intanto anche da noi la notte sta scomparendo.

2013-07-20 Corriere del Ticino

 

Azione: Quando la notte non è abbastanza buia

Inquinamento luminoso Anche in Ticino si è persa completamente l’oscurità: un pericolo per i volatili e per l’ecosistema, un problema per il sonno, un rischio per la sicurezza stradale e uno sperpero di risorse energetiche

2013-09-07Ogni giorno vengono accese nuove fonti luminose, che sovente illuminano troppo emale. Negli ultimi vent’anni le emissioni di luce sono di conseguenza aumentate del 70 per cento e, per far fronte alla problematica, dieci anni or sono è nata anche in Ticino una sezione di Dark Sky Switzerland, associazione che si prefigge di coordinare gli sforzi per salvaguardare il buio notturno. Le notti diventano di fatto sempre meno buie, con conseguenze negative a livello economico, ecologico e culturale, senza dimenticare la sicurezza stradale e gli aspetti scientifici. In molti casi si abusa della potenza in termini di energia elettrica installando degli impianti con un’intensità eccessiva, oppure si accendono luci superflue. Ma l’inquinamento si verifica soprattutto perché s’illumina male, utilizzando cioè dei lampioni obsoleti o mal progettati oppure ancora privilegiando l’estetica alla funzionalità. Con queste prerogative, il fascio di luce va a disperdersi verso luoghi non necessari (verso l’alto o ai lati). Un discorso che vale soprattutto per le insegne, pubbliche o private, e per l’illuminazione stradale.

Le conseguenze sono il consumo inutile di elettricità o di altre risorse energetiche (fattore economico), l’abuso dell’oscurità notturna (fattore ambientale) e l’offuscamento delle stelle (carattere astronomico). La sezione ticinese di Dark Sky, che ha ripreso il lavoro iniziato in collaborazione con la Società astronomica ticinese, ha voluto documentare la situazione sul nostro territorio, effettuando delle misurazioni dell’inquinamento luminoso del Ticino. Il procedimento si è basato su delle fotografie aeree, scattate sorvolando dal passo del Lucomagno (il punto più buio del Ticino) fino a Chiasso, dove il cielo soffre anche delle immissioniprovenientidallaLombardia. Sono pure stati eseguiti, con un apposito apparecchio, dei rilievi della brillanza della volta celeste: la cartografia elaborata conferma che, anche in Ticino, i centri cittadini e le località adiacenti hanno perso completamente la propria oscurità. Pure nelle regioni apparentemente più nere si può sempre scorgere il bagliore cittadino, che è andato così a invadere inmodo irruente la quiete della notte. Le misure rivelano che Biasca è 2,4 volte più luminosa del Lucomagno, Bellinzona 7 volte, Mendrisio 10 volte, Chiasso 15 volte e Lugano 24 volte.

Se è vero che gli impianti di ultima generazione (Led per esempio) hanno, a volte, un costo superiore allamedia, la differenza di prezzo viene presto ammortizzata per la più lunga durata, per la ridottamanutenzione e per lemigliori prestazioni.Dark Sky indica che in diverse città elvetiche è stato possibile risparmiare oltre il 40 per cento con il solo adattamento dei sistemi d’illuminazione. Un’altra serie di conseguenze vede compromessi il sonno e il volo degli uccelli. Oltre agli aspetti finanziari, servirebbero degli interventi per porre rimedio alle ripercussioni ecologiche, che toccano sensibilmente la fauna. È stato, per esempio, appurato che l’eccessivo chiarore notturno mette in difficoltà la migrazione dei volatili, dato che circa i due terzi degli uccelli migratori si spostano nel buio, sfruttando pure le stelle per orientarsi.

La Stazione ornitologica Svizzera di Sempach ha sperimentato la reazione degli uccelli in prossimità di fonti di luce artificiali, osservando due tipi di reazione: attrazione e spavento. Entrambi i casi generano unamodifica della traiettoria con un sicuro smarrimento. Anche gli insetti risentono della situazione. Essendo fortemente attratti dai fasci luminosi, contro la cui fonte essi si schiantano, rischiano un epilogo fatale a dipendenza della temperatura della lampada. Emblematico è l’episodio della Jungfrau, dove negli anni ’70migliaia di volatili andarono a sbattere contro le pareti delle montagna a causa della nuova insegna luminosa posata per evidenziare la presenza del famoso trenino. Si calcola che nella stagione estiva, oggimuoiano circa 150 insetti per notte su ogni lampada stradale, una strage con ripercussioni su tutto l’ecosistema. Anche l’uomo deve sopportare i disagi di un’eccessiva luminosità. I più toccati sono sicuramente gli amanti degli astri, che si vedono privati della loro «palestra»: il cielo, ormai offuscato dall’eccessivo bagliore. La luce dispersa schiarisce il fondo della volta celeste, rendendo invisibili gli oggetti più deboli e la quasi totalità delle stelle, precludendo così qualsiasi osservazione astronomica.

Un altro problema sono i casi di disturbi del sonno, di cui soffre circa il 20 per cento della popolazione: sono in aumento e in parte sono riconducibili alla mancanza di notti buie. Infine, c’è l’aspetto legato alla sicurezza stradale, dato che spesso i lampioni illuminano in modo scorretto, abbagliando l’automobilista. Dark Sky è dunque attiva per incentivare l’uso ragionevole delle fonti luminose e propone delle linee guide per diminuire questo tipo d’inquinamento. Esse prevedono cinque semplici criteri di base: illuminare solo dove è indispensabile, solo il soggetto (non il contorno), nella direzione corretta (in direzione opposta al cielo), utilizzando lampade adeguate e solo quando è indispensabile. A tal proposito, sono diversi i Comuni ticinesi che si stanno impegnando con una serie di accorgimenti per risparmiare energia e, nell’ambito di «Città dell’energia», propongono diversi espedienti anche per diminuire l’inquinamento luminoso. Il Consiglio federale ha da parte sua appoggiatomisure contro le emissioni nocive, approvando il 13 febbraio 2013 il rapporto relativo all’impatto della luce artificiale sulla diversità delle specie e gli esseri umani.

Rispondendo a un postulato della Consigliera nazionale zurighese Tiana Angelina Moser, il Consiglio federale ha riconosciuto il forte aumento dell’inquinamento luminoso, possibile causa dei notevoli disturbi alla fauna notturna e, inmisura crescente, anche al benessere della popolazione. Nel suo rapporto propone di adeguare la legislazione e d’intensificare la ricerca nel campo delle emissioni luminose.

Elia Stampanoni

2013-07-08 Azione (pdf)