CdT – Oscurità da preservare

Pomeriggio di studio sull’inquinamento luminoso Presentate ad Orselina le linee guida del Cantone per prevenire e limitare gli effetti del fenomeno

orselina_02Chi di voi, nelle ore notturne, non ha mai notato quell’alone luminoso, tendente all’arancione, visibile a grande distanza, che domina e annuncia le zone urbanizzate? Ecco, quell’alone altro non è che il fenomeno chiamato inquinamento luminoso. Fenomeno che è stato al centro del pomeriggio informativo svoltosi ieri ad Orselina e rivolto agli amministratori comunali così come a tutte quelle figure professionali che si occupano direttamente od indirettamente di tecniche di illuminazione. L’appuntamento, come hanno avuto modo di spiegare il direttore del Dipartimento del territorio Marco Borradori ed il responsabile della sezione ticinese di Dark-Sky Switzerland Stefano Klett, aveva quale scopo quello di favorire la diffusione della conoscenza del problema e di sensibilizzare ad un impiego ecosostenibile della luce. Nel nostro Cantone, ha evidenziato in particolare Borradori, il 10% del consumo di elettricità è dovuto all’illuminazione pubblica e privata. Ciò che corrisponde al 3% del consumo globale di energia in Ticino. Può sembrare poco, ma questa percentuale equivale a circa 250 GWh/anno, ossia la produzione di una centrale idroelettrica di medio-grandi dimensioni. Anche dal punto di vista meramente economico, dunque, è più che mai utile seguire le indicazioni contenute nelle linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso.

Strumento per i Comuni

Linee guida che, ha ricordato Angelo Bernasconi dell’ Istituto di sostenibilità applicata all’ambiente costruito (ISAAC) della SUPSI, vogliono essere uno strumento di aiuto agli enti locali per l’esecuzione di impianti di illuminazione esterna rispettosi dell’ambiente: infrastrutture sportive, monumenti ed edifici storici, parchi ed installazioni per il tempo libero, strade, percorsi pedonali o ciclabili, insegne pubbliche sono solo alcuni esempi di costruzioni per le quali è indispensabile valutare a fondo il tipo di illuminazione che rispetti i principi dell’ecosostenibilità, limitando cioè al minimo indispensabile gli effetti negativi sulla popolazione, sull’ambiente e sul paesaggio. Pur essendo di difficile percezione, l’inquinamento luminoso può, infatti portare a disturbi importanti tra i quali l’inibizione delle difese psicologiche o la perdita di percezione dei particolari e dell’acuità visiva. Ecco perché, quando si pianifica la costruzione di un nuovo impianto di illuminazione o la ristrutturazione di uno esistente, è utile seguire le indicazioni elaborate dalla Sezione dela protezione dell’aria, dell’acqua e del suolo in collaborazione con l’ ISAAC. Racomandazioni che sono contenute nelle linee guida che sono, appunto, state presentate ieri pomeriggio ad Orselina.

Lampade efficienti

Oltre al rispetto delle norme della Legge edilizia cantonale, quando si pianifica un impianto di illuminazione esterna è utile considerare l’utilizzo delle lampade più efficienti reperibili sul mercato, nonché commisurare la potenza di emissione in modo da ottimizzare l’illuminazione. Detto del divieto di far uso di fasci di luci roteanti o fissi, un altro principio contenuto nelle linee guida è quello di illuminare unicamente l’oggetto d’interesse.

Dall’alto verso il basso

L’illuminazione deve poi avvenire dall’alto verso il basso, evitando così emissioni di luce diretta e diffusa sopra l’orizzonte. Occorre inoltre prevedere l’uso di schermi che impediscano l’illuminazione di spazi che non la richiedono, in particolare sopra l’orizzonte.

Solo quando occorre

Non sempre è necessario illuminare durante l’intero arco della notte un determinato edificio. Pertanto è utile prevedere dei sistemi di controllo (timer o potenziometri) che provvedano allo spegnimento parziale o totale, oppure alla diminuzione della potenza impiegata. Per le insegne, fatta eccezione di quelle per i servizi prioritari, quali farmacie ed ospedali, e per gli esercizi pubblici notturni, l’illuminazione è ammessa dal crepuscolo sino alla mezzanotte. Norme particolari (illustrate nell’opuscolo dell’ Agenzia svizzera per l’efficienza energetica) sono poi previste per l’illuminazione stradale e delle infrastrutture per i servizi pubblici. I concetti contenuti nelle linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso dovrebbero infine venir considerati dagli amministratori locali allorquando sono confrontati con l’esercizio della revisione dei Piani regolatori. E l’ente locale che volesse spingersi oltre, ha la possibilità di allestire un vero e proprio piano di illuminazione.

» 2007-11-28 Corriere del Ticino (pdf)

 

LaRegione – Per non perdere il cielo nella… luce della notte

chiesa_02Linee guida cantonali contro l’inquinamento luminoso, oggi la presentazione

È dedicata soprattutto agli amministratori comunali, ma alla conferenza prevista questo pomeriggio nella sala del municipio di Orselina saranno presenti anche numerosi professionisti dell’illuminazione artificiale, così come molti amanti del cielo stellato. L’argomento trattato li interessa tutti, in un modo o nell’altro. Saranno infatti presentate le “linee guida” cantonali per prevenire l’inquinamento luminoso, ovvero per evitare l’eccessiva dispersione di luce verso il cielo.

Il documento, allestito dal Dipartimento del territorio in collaborazione con l’Istituto di sostenibilità applicata all’ambiente costruito (Isaac) della Supsi e all’associazione contro l’inquinamento luminoso Dark-Sky Svizzera sezione Ticino, costituisce la base su cui i comuni potranno imbastire eventuali ordinanze che limitino la dispersione di luce artificiale nell’ambiente. Un passo, quello della regolamentazione a livello comunale, già intrapreso da Coldrerio, dove a inizio 2007 è stata varata – per la prima volta in Ticino – un’ordinanza che stabilisce come posare e posizionare l’illuminazione artificiale. In altri comuni, ad esempio Lugano, Locarno, Cadenazzo e Taverne-Torricella, si sta dibattendo sul tema o, addirittura, si stanno già approntando delle norme specifiche. L’obiettivo finale vuole essere quello di illuminare solo là dove serve, evitando così sprechi di energia, costosi sia dal punto di vista economico, sia da quello ecologico: l’eccessiva illuminazione, oltre a far lievitare l’importo della bolletta, disturba vegetali e animali. Inoltre incide sulla produzione di gas a effetto serra, dal momento che parte dell’elettricità è ancora prodotta utilizzando combustibili fossili. Da non trascurare sono poi le implicazioni culturali e scientifiche della “mala illuminazione”: la luce dispersa verso l’alto crea un alone in grado di “oscurare” il cielo notturno. Un fenomeno facilmente riscontrabile se si paragonano le poche decine di stelle visibili dal centro di una città molto illuminata, con le migliaia osservabili in condizione di buio assoluto.

Questo pomeriggio a presentare il documento elaborato da Cantone ed esperti vi saranno il direttore del Dipartimento del Territorio Marco Borradori, il responsabile della sezione ticinese di Dark-Sky Svizzera Stefano Klett e Angelo Bernasconi dell’Isaac. Interverranno inoltre Diego Bonata (presidente dell’associazione CieloBuio italiana), Marco Marcacci (Istituto storia delle Alpi), Angela Alberici (Agenzia regionale della protezione dell’ambiente della Lombardia) e Roberto Mucedero (iGuzzini). Seguirà la tavola rotonda con la partecipazione di Marco Cagnotti (presidente della Società astronomica ticinese), Vinicio Malfanti (Dipartimento del territorio) e Carlo Crivelli (municipale di Coldrerio). Il dibattito sarà moderato da Giovanni Bernasconi, capo della Sezione protezione aria acqua e suolo.

2007-11-27 LaRegione

 

Notturno a Bellinzona

L’8 novembre alcuni rari comuni del nostro cantone hanno aderito all’appello di alcune organizzazione ambientaliste di spegnere le luci dalle 20:00 alle 20:05.

Sia l’astrofilo Stefano Sposetti come il sottoscritto (Stefano Klett) hanno voluto fotografare lo spegnimento dei castelli di Bellinzona. Dalle foto risulta evidente quanto questa illuminazione contribuisca in modo sostanziale ad inquinare il cielo sopra la Capitale. Questo dimostra come questa illuminazione sia mal concepita, infatti una buona fetta di luce viene dissipata verso l’alto.

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Oltre a cancellare il cielo sopra Bellinzona risulta essere un vero e proprio spreco sia energetico come di denaro pubblico.

Stefano Sposetti

 

LaRegione – Troppe luci artificiali, voglia di regole

Cresce il numero dei Comuni che dicono basta all’inquinamento luminoso. Prevenzione: pomeriggio di studio il 27

Coldrerio è stato il primo comune in Ticino a varare, nel gennaio di quest’anno, un’ordinanza per disciplinare l’uso delle luci artificiali esterne (vedi riquadrato in basso a destra). È stato il primo ma quasi certamente non sarà l’ultimo. A Cadenazzo, nella seduta di fine maggio del locale legislativo, il socialista Corrado Mordasini ha inoltrato una mozione che chiede al Municipio di allestire un’ordinanza per prevenire le emissioni luminose moleste o dirette verso spazi ove la luce (artificiale) non è indispensabile. Il 22 ottobre il Consiglio comunale di Lugano ha accolto all’unanimità la mozione di Daniela Baroni (Ps) e Tiziano Mauri (Plr) denominata “Salvaguardare il cielo notturno. Per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso”: s’attende ora che il Municipio traduca nero su bianco quanto auspicato dai due mozionanti. Restando ai principali centri del cantone è di questi giorni la presentazione a Locarno da parte dei consiglieri comunali Plr Alex Helbling e Fabio Chiappa di una mozione affinché si contrasti l’inquinamento luminoso in città (vedi l’edizione di sabato): fenomeno « purtroppo ben presente » anche a Locarno per via della « scriteriata illuminazione di anno in anno sempre maggiore di piccole e grandi installazioni private e pubbliche proiettata verso il cielo, a volte anche inutile », insomma « si illumina male sprecando energia ». Helbling e Chiappa chiedono quindi all’Esecutivo cittadino l’adozione di « tutte quelle misure tecnico-giuridiche e pianificatorie di sua competenza (preventive e di risanamento) atte a ridurre sensibilmente gli sprechi nell’illuminazione pubblica e in quella privata senza con questo dover ridurre l’illuminazione necessaria (divieto d’installare skybeamer e proiettori laser pubblicitari verso il cielo, adozione di sistemi di controllo nell’ambito delle domande di costruzione ecc.). Di recente pure a Torricella-Taverne è stata inoltrata una mozione: è firmata dal consigliere comunale Lorenzo Montini, del gruppo Ppd-Udc (il testo è peraltro consultabile sul sito www.torricella-taverne.info). « L’inquinamento luminoso è stato per troppo tempo sottovalutato, anche e soprattutto da parte di chi pianifica e installa gli impianti illuminanti, sia pubblici che privati », scrive Montini sollecitando l’elaborazione di un’ordinanza municipale.

Dunque anche nel mondo politico, e per giunta un po’ in tutti i partiti, cresce la sensibilità verso lo smog luminoso. Del resto, come annota ancora Montini, questa forma di inquinamento « ha conseguenze negative di vario tipo »: sul piano culturale e scientifico (« riduce la visibilità del cielo notturno »), su quello ecologico (« disturba vegetali ed animali ed è un visibile spreco di energia, che si ripercuote sulla produzione di gas ad effetto serra ») e a livello economico (« si stima che gran parte delle costose illuminazioni siano inutili; in Svizzera l’illuminazione è responsabile del 15% dei consumi energetici complessivi ». Inoltre « l’illuminazione inutile non aumenta la sicurezza, al contrario è stato osservato che dopo avere installato impianti illuminanti nei parchi, i vandalismi sono aumentati; paradossalmente le luci eccessive creano zone d’ombra che rendono più facile nascondersi ». Argomenti condivisi dal bellinzonese Stefano Klett, astrofilo e responsabile della sezione ticinese di Dark-Sky Svizzera, l’associazione che da tempo si batte contro l’inquinamento luminoso. « Anche in Ticino qualcosa si sta finalmente muovendo: il problema è sempre più avvertito – rileva –. In Italia diverse regioni si sono già dotate di una normativa ad hoc, mentre dal 30 agosto la Slovenia dispone addirittura di una legge nazionale ».

Linee guida cantonali destinate ai Comuni Negli scorsi mesi Dark-Sky Ticino, Dipartimento del territorio e l’Istituto di sostenibilità applicata all’ambiente costruito (Isaac) della Supsi hanno unito le forze: una collaborazione che ha portato all’allestimento di “linee guida” per la prevenzione dell’inquinamento luminoso indirizzate ai Comuni e a chi opera professionalmente nel campo dell’illuminazione artificiale. Verranno presentate nel corso di una conferenza in programma martedì 27 novembre, dalle 16 alle 19, a Orselina, nella sala del Municipio. L’incontro sarà introdotto dal consigliere di Stato Marco Borradori e dallo stesso Klett. Interverranno poi Diego Bonata (presidente dell’associazione italiana CieloBuio), Marco Marcacci (Istituto storia delle Alpi), Angelo Bernasconi (Isaac/Supsi) che illustrerà nel dettaglio le linee guida sulle emissioni luminose in Ticino, Angela Alberici (Agenzia regionale della protezione dell’ambiente della Lombardia) e Roberto Mucedero (iGuzzini) che si soffermerà sulla progettazione di sistemi d’illuminazione sostenibili. Seguirà una tavola rotonda con Marco Cagnotti (presidente della Società astronomica ticinese), Vinicio Malfanti (Dipartimento del territorio) e il municipale di Coldrerio e capodicastero ambiente Carlo Crivelli. Moderatore Giovanni Bernasconi, responsabile della Sezione cantonale protezione aria, acqua e suolo. Per iscriversi al seminario (scadenza il 14 novembre): tel. +41/58.666.63.51 e-mail: isaac@nullsupsi.ch. Nell’elaborazione delle linee guida cantonali – sulle quali i Comuni potranno basarsi per confezionare le ordinanze – si è tenuto conto anche delle raccomandazioni formulate dall’Ufam, l’Ufficio federale dell’ambiente, in un documento (‘Prevenzione delle emissioni luminose’) pubblicato nel dicembre 2005. Raccomandazioni indirizzate ai Cantoni (fra cui quella di vietare, o se ciò non fosse possibile, limitare il più possibile gli impianti puntati al cielo che non vengono utilizzati a scopi di sicurezza e di illuminazione per proteggere le specie, i biotopi o il paesaggio) richiamate dal granconsigliere socialista Francesco Cavalli in una mozione del gennaio 2006 con cui chiedeva al Consiglio di Stato di varare misure per diminuire l’inquinamento luminoso.

Il prossimo 27 a Orselina se ne saprà di più. RED.

» 2007-11-05 LaRegione