Gazzetta Svizzera: L’Architetto Botta sottovaluta il problema dell’inquinamento luminoso?

In un’intervista di Annamaria Lorefice, apparsa su “Gazzetta Svizzera” di Aprile, l’architetto Mario Botta ha affermato, a riguardo dell’inquinamento luminoso “che questi sono problemi grassi, sono questioni che toccano in misura minore l’equilibrio ambientale”

bottaL’intervista integrale è disponibile come allegato a questo articolo, qui di seguito viene riportata la domanda e la risposta inerente l’argomento e alcune reazione pubblicata nel numero successivo di “Gazzetta Svizzera”:

Annamaria Lorefice: C’è un aspetto che s’impone sempre più nei progetti edili: l’inquinamento luminoso, che tanto disagio provoca a fauna e flora, oltre che all’essere umano. Lei ne tiene conto? Come vede eventuali norme restrittive che la Confederazione o altri Stati potrebbero presto adottare?

Arch. Mario Botta: «Delle norme restrittive e in genere delle norme legislative penso tutto il bene e tutto il male possibile. Come tutte le norme, non risolvono il problema. L’importante è avere una coscienza civica, una coscienza etica rispetto a quello che si sta facendo. Questo tema che lei tocca è uno dei tanti problemi, dei tanti disagi emergenti. In verità, penso che nella Confederazione Svizzera vi sia un tale rapporto privilegiato della condizione di natura rispetto al tessuto modificato dall’uomo, che questi sono problemi grassi, sono questioni che toccano in misura minore l’equilibrio ambientale».

Le reazioni nella rubrica “Lettori che scrivono” sul numero di Maggio di “Gazzetta Svizzera”

Egr. Signora A. Lorefice,

le scrivo per commentare un passaggio relativo all’inquinamento luminoso nell’intervista all’arch. Botta apparsa sul numero di Aprile di Gazzetta Svizzera.

La risposta data dall’architetto evidenzia una sostanziale sottovalutazione del problema, oltre a lasciar intendere l’inutilità delle norme e leggi che regolano l’inquinamento, luminoso in particolare.

Come l’esperienza delle regioni italiane che hanno legiferato sull’argomento dimostra, una legge seria contro l’inquinamento luminoso può fare la differenza rispetto all’anarchia totale che si riscontra altrove, dove gli operatori del settore, tra cui molti architetti, sono lasciati liberi di inquinare come e quanto vogliono.

L’inquinamento luminoso non è più un problema riservato agli amanti del cielo, ma è un problema ambientale di portata globale, come dimostrano gli studi e le pubblicazioni scientifiche degli ultimi 10 anni. Il National Park Service, da sempre all’avanguardia nella protezione ambientale, ha un apposito team dedicato al problema. Anche la salute umana ne risente, tanto che l’American Medical Association ha preso una posizione molto forte contro questo inquinante.

Cordiali saluti.

dott. Fabio Falchi, Presidente.
CieloBuio – Coordinamento Nazionale per la Protezione del Cielo Notturno.
e-mail: falchi(at)lightpollution.it
web: www.cielobuio.org

L’equilibrio giorno e notte

Cortese Signora Annamaria Lorefice,

in riferimento alla sua intervista all’arch. Mario Botta apparsa sul numero di Aprile di Gazzetta Svizzera, ho letto con rammarico che l’architetto sottovaluta la problematica dell’inquinamento luminoso. Vorrei permettermi di disquisire sul fatto che questa problematica tocchi in modo minore l’equilibrio ambientale: sempre più studi infatti documentano l’importanza di un equilibrio giorno/notte per tutta la natura. Anche in Svizzera la situazione sta drammaticamente mutando. Lo scorso 13 febbraio, il Consiglio federale ha approvato il rapporto in merito all’impatto della luce artificiale sulla diversità delle specie e gli esseri umani e ha espresso la volontà di inserire una disposizione specifica nell’ordinanza sulla protezione della natura e del paesaggio (OPN).

Anche la Società svizzera degli Ingegneri e degli Architetti (SIA) ha preso sul serio la problematica, infatti proprio in aprile è stata presentata la nuova normativa SIA 491 che tratta proprio questa problematica. Ricordo che in Italia 18 regioni si sono già dotate di norme anti inquinamento luminoso.

Per concludere, vista l’importanza che ha il ruolo dell’architetto in questo campo, propongo in modo costruttivo dei corsi a tema, da tenersi nelle accademie di architettura, come quella prestigiosa di Mendrisio. In questo modo si formerebbero future generazioni di architetti sensibilizzati sui danni che si possono evitare nell’ideazione globale di un qualsiasi edificio (facciate ed elementi esterni), nonché nella progettazione degli arredi urbani.

Stefano Klett, Vicepresidente Dark-Sky Switzerland

2013-04-01 Gazzetta Svizzera Aprile pag 6-7 (pdf)

2013-05-01 Gazzetta Svizzera Maggio pag 3 (pdf)

www.gazzettasvizzera.it

 

Umwelttage Basel «Ambiente, c’est moi!»

Pe la terza volta si terrà a Basilea la Giornata dell’Ambiente. “Ambiente, c’est moi!”: La citazione modificata del Re Sole è il tema del giorno del ambiente a Basilea-Città. Si tratta di mostrare che noi siamo parte dell’ambiente e viceversa: l’ambiente è parte di noi. Circa 50 organizzazioni private e agenzie governative offrono un’ampia panoramica sull’ambiente.

umwelttage2013_webbanner2Dark-Sky sarà presente con uno stand presso la con uno stand intitolato “DIE DUNKLE SEITE DES LICHTES” / “LA PARTE OSCURA DELLA LUCE”

Fuori c’è sempre più luce: Come gli animali, le piante e le persone vengono disturbati? Cosa possiamo fare di sensato noi tutti?

Dark-Sky Switzerland dimostrerà come si può realizzare una buona illuminazione

» Umwelttage Basel

 

Un appello per la salvaguardia del firmamento

Nell’ambito di una collaborazione internazionale tra Dark-Sky Switzerland e Cielobuio (Italia), Stefano Klett (vicepresedente di Dark-Sky Switzerland) ha sostituito Fabio Falchi (presedente di Cielobuio) alla conferenza UAI (Unione Astrofili Italiani) svoltasi domenica 26 maggio 2013, presso l’osservatorio di Tradate.

cielobuio-falchi_img_4159Durante l’intervento è stato mostrato come, grazie alle leggi regionali in vigore in Italia, l’aumento del flusso luminoso dal 2000 ad oggi, che è stimato intorno all’80%, non abbia influito negativamente sulla luminanza del cielo.

Questo, grazie al fatto che i nuovi impianti sono a norma e non emettono luce verso l’alto.

Malgrado ciò, e grazie alle misure effettuate in alcune zone del nord Italia, si può notare che una parte consistente del flusso di luce (dal 60% al 80%) è flusso diretto verso l’altro.

Cielobuio ha quindi deciso di raccogliere le firme per un “Appello Permanente per la protezione dell’ambiente notturno, la riduzione dell’inquinamento luminoso e della conseguente spesa pubblica”.

I dettagli dell’appello si trovano sul sito di Cielobuio.

» Appello di Cielobuio

 

 

CdT: Troppa luce: Pollegio spegne alcuni lampioni

Troppi lampioni, e troppo ravvicinati, causano un eccessivo inquinamento luminoso sulla strada cantonale a Pollegio. Per favorire il risparmio energetico, e senza mettere a repentaglio la sicurezza degli utenti, si dovrebbe spegnere un lampione ogni due o tre. Questa la tesi del consigliere comunale Augusto Simoni («Gruppo Cambiamento») espressa in una mozione accolta giovedì sera dalla maggioranza del Legislativo.

polleggio-811_200_0_e11d45992fOtto i favorevoli, sette i contrari. Ora la palla torna al Municipio. Ma quella relativa all’illuminazione della strada che attraversa il paese non è stata che una delle numerose mozioni su cui il CC ha dovuto pronunciarsi l’altroieri. I consiglieri ne ha dovuto votare ben nove, in larga parte presentate dal citato «Gruppo Cambiamento» che dalle ultime elezioni riunisce i leghisti di Pollegio e che conta anche un seggio nell’Esecutivo, quello occupato dal deputato al Gran Consiglio Michele Guerra.

[…]

2013-05-04 Corriere del Ticino – Pollegio

 

LaRegione: Un’ora al buio per riflettere sul clima

Torna Earth Hour, l’evento promosso dal Wwf. E anche il Ticino spegnerà le luci dei propri monumenti

earthhour-article37_1Un’ora al buio. Per riflettere sugli sprechi energetici e sul loro impatto ambientale. E, già che ci siamo, per riammirare quel cielo notturno che l’illuminazione artificiale, sempre più diffusa, sottrae all’osservazione. Torna stasera ‘Earth Hour’, la manifestazione ambientale “più grande del mondo”, come la definisce chi la organizza, ossia il Wwf. Dalle 20.30, e durante sessanta minuti, migliaia di città spegneranno le luci su alcuni dei loro monumenti. E anche in Svizzera – Ticino compreso – sono numerosi i Comuni che partecipano all’evento. Con il quale, evidenzia il Wwf in una nota, si vuole lanciare “un segnale di mobilitazione mondiale a favore del clima”.

Da Ginevra a Zurigo, da Delémont a San Gallo e da Lucerna a Chiasso. In totale sono venticinque le città elvetiche che spegneranno le luci dei loro monumenti principali: il castello di Chillon e il Getto d’acqua di Ginevra, la cattedrale di Zurigo e il Ponte della cappella di Lucerna come pure i castelli di Bellinzona. Assieme al Burj Khalifa di Dubai o al Parlamento di Londra. Tutti questi simboli “piomberanno nel buio durante un’ora”.

Nel nostro cantone aderiscono all’azione di stasera Bellinzona (Castelli e altri monumenti), Chiasso (diverse piazze, Max Museo e spazio Officina), Locarno (Castello Visconteo-illuminazione progetto Storaro, Piazza Grande, Pinacoteca Casa Rusca e Chiesa S. Antonio), Lugano (Palazzo Civico, Piazza della Riforma) e Mendrisio (stabile Magazzini Comunali, campanile principale Chiesa, Filanda, Centro Giovani e altri).

Quest’anno, segnala ancora il Wwf, partecipano all’evento oltre centocinquanta Paesi fra i quali, per la prima volta, la Tunisia, le Galapagos, il Ruanda e la Guyana francese. Nel 2012 quasi settemila città di 152 nazioni hanno preso parte all’Earth Hour, coinvolgendo circa due miliardi di persone. “Quest’onda di oscurità, dalle 20.30 alle 21.30 locali, rappresenta un segnale forte e visibile a favore di un maggior impegno per la protezione del clima”, sottolinea l’organizzazione ambientalista.

Il Wwf Svizzera ha deciso di estendere quest’azione offrendo lampadine Led a un prezzo ridotto, grazie a un partenariato con Energy Zukunft Schweiz. L’obiettivo è “di indurre il maggior numero di persone a sostituire le proprie lampadine a incandescenza e alogene con lampadine a risparmio energetico e Led”. Per saperne di più: www.wwf.ch/it/.

« Earth Hour è partita alcuni anni fa su iniziativa del Wwf Australia – ricorda Rudy Bächtold , responsabile media del Wwf Svizzera Bellinzona –.

L’evento vuole attirare l’attenzione della popolazione su quello che sta succedendo a livello climatico e indurre i governi ad agire sul risparmio energetico ». Al quale, sottolinea Bächtold, « può contribuire anche il semplice cittadino, per esempio optando per lampadine Led o sostituendo il frigorifero di casa con modelli dell’ultima generazione, che sul piano energetico consumano molto meno rispetto a quelli in vendita dieci anni fa ». Quanto si propone Earth Hour trova d’accordo anche chi si batte contro l’inquinamento luminoso. « Non siamo fra i promotori dell’evento ma l’appoggiamo senz’altro », rileva Stefano Klett , responsabile della sezione ticinese di Dark Sky svizzera nonché membro della Società astronomica ticinese. « Illuminando i nostri monumenti tutte le notti e durante l’intera notte, non ci accorgiamo più ormai della loro presenza e della loro bellezza – dichiara ancora Klett –. Basterebbe illuminarli ogni tanto, in determinate occasioni: si eviterebbe un enorme spreco energetico e si concederebbero più notti osservative ad astronomi professionisti e dilettanti ».

 


Oggiscienza: Merli fotosensibili

L’articolo presenta uno studio del “Max Planck Institute for Ornithology” sulle importanti conseguenze che l’inquinamento luminoso può avere sulle popolazioni naturali adattate agli ambienti altamente antropizzati.

merli-777px-solsortCRONACA – La principale informazione ambientale utilizzata dagli organismi, a tutti i livelli trofici, per regolare le proprie attività annuali e/o gli stadi vitali è la variazione stagionale del fotoperiodo (la variazione delle ore di luce giornaliere). Ma cosa accade a quegli organismi che vivono negli ambienti antropici in cui l’illuminazione artificiale notturna è estremamente diffusa? E’ possibile che l’inquinamento luminoso possa influenzare la loro biologia?

A quanto pare, almeno per alcuni uccelli, la risposta è affermativa. Un gruppo di ricercatori del Max Planck Institute for Ornithology ha applicato sul corpo di diversi individui di merlo (Turdus merula) un dispositivo produttore di luce, che simulava la presenza di illuminazione artificiale notturna. Dai risultati, pubblicati sui Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences emerge che i maschi soggetti all’illuminazione notturna sviluppano le gonadi circa un mese prima degli individui che trascorrono la notte al buio. Inoltre, si osserva l’incremento medio del testosterone nel sangue e un’alterazione delle attività canore giornaliere. Insomma, i risultati indicano inequivocabilmente che gli uccelli esposti alla luce notturna si predispongono fisiologicamente alla riproduzione in tempi più rapidi rispetto alle popolazioni selvatiche. A conferma di ciò, infine, anche la data della muta, che avviene al termine della stagione riproduttiva, viene considerevolmente anticipata.

Non solo quindi inquinamento atmosferico, inquinamento delle acque e inquinamento acustico, ma anche l’inquinamento luminoso potrebbe avere conseguenze importanti sulle popolazioni naturali adattate agli ambienti altamente antropizzati.

Meno chiari sono invece i meccanismi prossimi che hanno causato queste alterazioni fisiologiche così rilevanti: le luci artificiali, sostengono i ricercatori, potrebbero aver modificato la percezione del fotoperiodo da parte dell’organismo oppure potrebbero aver garantito loro la possibilità di cacciare anche di notte, e quindi consentendo loro di acquisire le energie necessarie alla riproduzione in tempi più rapidi.

Davide Dominoni, Michael Quetting and Jesko Partecke. Artificial light at night advances avian reproductive physiology. Proceedings of the Royal Society Series B, February 13, 2013

Link
http://oggiscienza.it/2013/03/06/merli-fotosensibili/