Costa un po’ di più, consuma nettamente meno. Il Led ha ormai conquistato anche le strade ticinesi, dove i vecchi lampioni stanno sempre più cedendo il passo alle nuove tecnologie. In parte perché le nuove lampade garantiscono risparmi energetici, in parte perché le lampade a vapori di mercurio non sono più in commercio e diventano quindi un incubo logistico quando si rompono. Attualmente questi vecchi lampioni costituiscono circa il 7% delle installazioni del comprensorio della Sopracenerina, il 30% di quello delle Aziende industriali di Mendrisio (Aim) e il 55% per le Aziende industriali di Lugano (Ail). Sono destinate a sparire. E diventeranno probabilmente Led.
Commento sull’articolo pubblicato sulla Regione del 26 febbraio 2018.
Bell’articolo, trovo preoccupante leggere che ci si vanti di aver ridotto il 34% dei consumi, malgrado abbia aumentato del 6% i punti luce, utilizzando per lo più luci fredde.
Significa che non hanno capito che se avessero voluto diminuire l’inquinamento luminoso, avrebbero dovuto ridurre i punti luce (e non aumentarli) e avrebbero dovuto proporre ai Comuni LED con tonalità di luce calda (inferiori ai 3000 Kelvin).
Sarebbe stato meglio risparmiare un po’ meno ma avere una luce di qualità per l’ambiente e per la popolazione.
Stefano Klett, vicepresidente Dark-Sky Switzerland.
Ma l’inquinamento luminoso aumenta
Sulla rivoluzione non mancano comunque dubbi e qualche critica provenienti sia dalla popolazione – che trova alcune installazioni troppo abbaglianti o comunque troppo bianche – e in parte da chi si occupa di inquinamento luminoso (vedi anche sotto), che insiste sul fatto che il colore troppo blu delle lampade attualmente scelte arreca danno a uomini, flora e fauna, contribuendo inoltre a privare l’umanità del cielo stellato. Dal 2012 al 2016 l’inquinamento luminoso è cresciuto del 2% ogni anno, in parte proprio a causa del passaggio al Led. La spiegazione starebbe nel fatto che i risparmi realizzati con la conversione portino a installare nuove lampade dove non ve n’erano.
A spron battuto in Ticino
Intanto, come detto, la conversione è in corso anche alle nostre latitudini, con viali interi che vengono rinnovati nel giro di poco tempo. A Mendrisio, seguendo un piano d’illuminazione pubblica, entro il 2019 si conta di convertire al Led un ulteriore 30% degli impianti, raggiungendo così il 70% del totale, mentre nel Luganese la quota potrebbe nei prossimi anni toccare il 65 per cento.
«La tecnologia Led si è affermata nel ramo dell’illuminazione pubblica – rileva Dominique Ineichen, capoesercizio elettricità presso le Aim –. Le armature di questo tipo possiedono un buon rendimento, il flusso luminoso può essere ridotto e incrementato rapidamente, le ottiche che diffondono la luce sono performanti e i prezzi sono concorrenziali».
Prezzi concorrenziali e costi ridotti: la Società elettrica sopracenerina, ad esempio, dal 2011 al 2017, nonostante un aumento del 6% dei punti luce, vanta una riduzione dell’energia impiegata del 34%, pari ai consumi di 630 economie domestiche. «A livello tecnologico, il Led offre il miglior rapporto benefici-costi-sostenibilità – spiega Patrick Kuchler, responsabile dell’illuminazione pubblica presso la Ses –. Continueremo evidentemente a installarli, andando comunque di pari passo con le esigenze dei Comuni, che a volte devono effettuare scelte sulla base delle proprie finanze».
In Ticino non mancano poi progetti ambiziosi, come quello delle Ail a Sorengo dove la scorsa primavera 220 vecchie armature con lampade ai vapori di mercurio sono state sostituite da lampade Led collegate a un sistema di telegestione. Ciò permette di ridurre l’emissione di luce nelle fasce orarie di poco traffico, garantendo un ulteriore risparmio di elettricità e un minore disturbo della luce.
C’è però un dubbio rispetto alle tecnologie precedenti: «I Led son pur sempre un prodotto d’elettronica e per ora di impianti in funzione da 50mila ore (il limite di durata teorico, ndr) ce ne sono pochi – avverte Giampaolo Mameli, vicedirettore di Ail –. Bisogna considerare che, al momento di sostituire una lampadina, ci si possa quindi ritrovare a non avere pezzi di ricambio». Un po’ come avviene in altri ambiti dell’elettronica.
DarkSky: ‘Dal 2009 diciamo di usare luce calda’
Non è tutto buono quel che luccica. Anzi. L’allarme lanciato da DarkSky, l’associazione che veglia sull’inquinamento luminoso nel nostro Paese, è chiaro: nel mondo il passaggio al Led ha prodotto un aumento della luce dispersa nell’aria di due volte e mezzo. «Oltre che nell’eccessiva potenza di certi impianti – spiega Stefano Klett, responsabile della sezione ticinese di DarkSky –, il problema sta anche nel fatto che i Led scelti da chi monta illuminazione stradale hanno una componente importante di luce blu, che si diffonde maggiormente nell’atmosfera». Ciò crea una patina luminosa che oscura le stelle. Ma non solo: la luce blu può avere conseguenze sul sonno, così come sulla flora e sulla fauna (in particolare su pesci, uccelli, pipistrelli, anfibi e rettili), mentre l’effetto principalmente avvertito dall’occhio umano è quello dell’abbagliamento.
«Dal 2009 diciamo che per evitare fastidi, inquinamento e disturbi all’ecosistema è indispensabile montare solo Led con un colore arancione. Tecnicamente parlando si deve rimanere sotto i 3’000 gradi Kelvin. Purtroppo di norma in Ticino le lampade installate si aggirano attorno ai 4’300 (con una luce più bianca, ndr). Un Comune ha addirittura scelto la variante a 5’500». Scelte effettuate anni fa, fa notare Kuchler (Ses): «Ai tempi i Led con colorazione superiore ai 4’000 Kelvin avevano un’efficienza maggiore rispetto a quelli più ambrati».
Ora però l’argomento dell’efficienza non tiene più, visto che tra i due tipi di lampada la differenza di consumo è di circa 3 franchi per anno. E allora le cose stanno cambiando: la Sopracenerina, ci dice Kuchler, abbandonerà progressivamente i 4’000 Kelvin, mentre le Aziende municipalizzate di Mendrisio poseranno «principalmente delle armature a 3’000 Kelvin nei nuclei e nelle zone residenziali». Per le Aziende industriali di Lugano invece molto dipenderà dalla volontà politica dei 60 Comuni da loro serviti. Fermo restando che quanto installato rimane così.