E’ stato pubblicato il rapporto relativo al messaggio inrelazione della mozione del 23 Gennaio 2006

Rapporto relativo al messaggio del 27 marzo 2007

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Rapporto sul messaggio


numero 5916
data 31 gennaio 2008
dipartimento Territorio
documenti correlati ritorno al messaggio


della Commissione speciale pianificazione del territorio sulla mozione 23 gennaio 2006 presentata da Francesco Cavalli e cofirmatari «Applicare le raccomandazioni dell’UFAFP per ridurre le emissioni luminose»

1. La mozione

La mozione affronta il tema dell’inquinamento luminoso, della tendenza cioè a pro­porre illuminazioni oltre lo stretto necessario. Le conseguenze di questo atteggia­mento vanno dalla perdita dell’esperienza del cielo stellato a disturbi del sonno e del ritmo cardiaco, dalla deturpazione del paesaggio notturno a influenze negative per la vita della fauna e della flora, al disorientamento di uccelli migratori e del traffico ae­reo e rappresentano uno spreco di energia.

L’associazione Dark-Sky Switzerland, Sezione Ticino (http://www.darksky.ch/TI/) fornisce informazioni e dati supplementari sul tema.

La mozione chiede al Consiglio di Stato «di varare, in conformità con le racco­mandazioni dell’UFAFP, misure atte a diminuire l’inquinamento luminoso, con precise indica­zioni e anche normative che impediscano un uso esagerato della luce artificiale, specialmente nei casi in cui essa è palesemente superflua.»

2. Le raccomandazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente

L’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) ha pubblicato nel 2005 l’opuscolo «Prevenzione delle emissioni luminose – Raccomandazioni». Ora l’ufficio si chiama UFAM: Ufficio federale dell’ambiente.

Nell’abstract si dice: «L’oscurità sta sempre più cedendo il passo alla luce artificiale. In molti luoghi questo fenomeno contribuisce ad aumentare la sicurezza, ma sovente impedisce di osservare il cielo stellato. La luce artificiale inoltre riduce la qualità degli habitat di specie animali attive di notte, con conseguenze in parte mortali per nu­merose specie. Oltre a questi effetti ha un impatto negativo sul ritmo circadiano e sul sistema endocrino dell’uomo e degli animali, determina uno spreco d’energia a causa del flusso luminoso disperso e, non da ultimo, rende gli esseri umani meno sensibili ai valori estetici del paesaggio naturale notturno. La presente pubblicazione fornisce raccomandazioni per ridurre tecnicamente gli effetti negativi delle emissioni lumi­nose. Inoltre mostra come, senza pregiudicare l’esigenza di sicurezza umana, me­diante barriere giuridiche si possa impedire l’installazione di impianti di illumina­zione che sprecano una risorsa preziosa come l’energia elettrica.»

Per il testo completo e altre informazioni dell’UFAM si consultino i siti:

www.bafu.admin.ch/?lang=it

Il capitolo 5.1 esamina «Le possibili soluzioni a livello giuridico»: L’UFAM invita i Cantoni a sottoporre a verifica i propri decreti inerenti al settore edilizio e ambientale e le relative decisioni nell’ottica della protezione della natura, del paesaggio e dell’ambiente e concretizzarli per garantire il rispetto delle seguenti raccomandazioni:

· prevedere una procedura di licenza edilizia per tutte le installazioni d’illuminazione di grandi edifici e impianti, compresi gli edifici storici;

· vietare o, qualora ciò non fosse possibile, limitare il più possibile gli impianti pun­tati al cielo che non vengono utilizzati a scopi di sicurezza e di illuminazione (skybeamer, proiettori laser, proiettori pubblicitari o fonti di luce artificiale analoghe) per proteggere le specie, i biotopi o il paesaggio; i provvedimenti elencati devono essere sopportabili per i detentori di tali impianti (sia dal punto di vista tecnico che delle condizioni di esercizio e in termini economici);

· sottoporre a verifica e, per quanto possibile, risanare le installazioni di illuminazione di grandi edifici e impianti, compresi gli edifici e gli impianti storici, con lo scopo di prevenire le conseguenze negative delle emissioni luminose.

Il capitolo 5.2 esamina in dettaglio «Le soluzioni tecniche» per realizzare illuminazioni funzionali senza emissioni luminose superflue.

3. Il rapporto del Consiglio di Stato (5916 R)

Il Dipartimento del territorio (DT) ha valutato in modo attento tale problematica, che tocca principalmente le zone costruite, tenendo pure conto di quanto illustrato e pro­posto nella citata raccomandazione. Da rilevare che nell’ambito delle competenze del DT qualcosa è già stato intrapreso per evitare illuminazioni manifestamente esagerate o con effetti non trascurabili sul paesaggio, anche se qualcosa di più, proprio nel senso auspicato pure dalla mozione, sembra essere auspicabile, come del resto mostrato dal documento dell’UFAM e da quanto viene proposto in altri Cantoni.

Il CdS non ritiene comunque che le sole norme siano sufficienti per ottenere risultati di rilievo ma che occorre soprattutto promuovere l’informazione e la sensibilizzazione degli enti e delle associazioni interessate.

A questo scopo, è stato dunque costituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti dei servizi cantonali toccati dalla problematica (i Servizi generali, la Sezione protezione aria, acqua e suolo e la Sezione sviluppo territoriale del Dipartimento del territorio) e di Dark-Sky, associazione particolarmente attiva in questo ambito.

Gli obiettivi principali del gruppo sono i seguenti:

· analizzare entro la fine di aprile 2007 le normative vigenti, dalla Legge edilizia alla Legge sugli impianti pubblicitari ed alla legge sulla protezione dei beni culturali e relativi regolamenti, in modo da una parte poter gestire in modo più efficace la problematica (obbligo della procedura edilizia per particolari impianti, riferimento a direttive, ecc.), dall’altra introdurre possibili disposizioni in particolare di ordine gestionale (orari di illuminazione, proibizione degli skybeamer, ecc.);

· con la collaborazione della SUPSI, organizzare per l’autunno 2007 una giornata di introduttiva sulla tematica all’indirizzo di Comuni, operatori del settore edilizio, in particolare architetti, aziende elettriche ed ulteriori cerchie interessate;

· allestire, prendendo spunto da quanto già fatto in altri Cantoni, una brochure infor­mativa di ordine generale, da rendere pubblica in occasione della giornata di cui sopra;

· si sta valutando la possibilità, sempre in collaborazione con la SUPSI, di offrire, in una fase successiva, seminari più tecnici indirizzati specificamente a determinate cerchie, in particolare agli architetti.

4. Risultati del Gruppo di lavoro

Nel «Rapporto esplicativo per la prevenzione dell’inquinamento luminoso (versione luglio 2007», il GdL con la collaborazione dell’ISAAC della SUPSI (Istituto Sostenibilità Applicata all’Ambiente Costruito) presenta un’analisi accurata del problema.

In particolare l’inquinamento luminoso è chiaramente definito: «L’inquinamento luminoso è un’alterazione della quantità naturale di luce presente nell’ambiente notturno (luce delle stelle, riflesso della luce del Sole, ecc.) provocata dall’immissione di luce artificiale. Si tratta quindi di un inquinamento della luce da luce! Esso viene anche definito come ogni irraggiamento di luce artificiale che si disperda al di fuori delle aree e dei soggetti a cui esso è funzionalmente dedicato e in particolar modo quella radiazione che, per qualsiasi causa, è orientata e dispersa verso l’ambiente circostante e verso l’alta atmosfera.»

Tra gli effetti, oltre a quelli più volte enumerati, si citano anche:

· Costi e consumo energetico: la luce irradiata nell’atmosfera e nello spazio rimane inutilizzata: si stima che il 40% dell’illuminazione sia sprecato.

· Uomo: l’abbagliamento e la distrazione possono provocare incidenti stradali. Fonti intense di illuminazione in prossimità di svincoli, rotonde, ecc. riducono le capacità visive di una percentuale rilevante (del 30% e oltre).

· Paesaggio: l’illuminazione è forse il fattore più importante del cambiamento del paesaggio notturno negli ultimi cinquant’ anni. Inoltre, oggi si può parlare di un paesaggio notturno indotto, risultato della configurazione degli insediamenti, come somma dell’illuminazione viaria, privata, commerciale e del tempo libero; allo stesso tempo è osservabile un paesaggio inscenato, determinato dalla volontà di valorizzare, attraverso l’illuminazione, monumenti storici, edifici pregiati ecc.

Il GdL e l’ISAAC hanno anche preparato «Linee guida». Esse «rappresentano uno strumento di aiuto all’esecuzione e di supporto nell’ambito della pianificazione locale» e «mirano a (a) Promuovere un’illuminazione efficace (nel senso che illumina solo ciò che si intende illuminare) ed efficiente (ossia che raggiunge il risultato minimizzando i costi e gli effetti collaterali) e (b) Applicare, in generale, il principio della prevenzione.

Il documento esamina in dettaglio le basi legali e le direttive della Associazione svizzera per la luce (SLG) e propone misure tecniche (sulle fonti luminose) e misure pianificatore (p.es. il Piano di illuminazione).

La giornata di studio del 27 novembre a Orselina ha avuto un grande successo di pubblico. Nella discussione è stato sottolineato il desiderio di evitare il proliferare di soluzioni locali inutilmente differenti tra di loro, chiedendo al Cantone di valutare anche decisioni a livello cantonale.

La pubblicazione di materiali informativo e l’organizzazione di altri seminari di ap­profondimento tecnico sono opportune: la Commissione auspica che siano realizzate con prontezza e continuità.

5. Esempi di normative

Nelle «Raccomandazioni» dell’UFAM sono già citati esempi di norme sull’inquinamento luminoso all’estero e si chiarisce anche la situazione giuridica in Svizzera.

A livello cantonale è interessante l’esempio del Comune di Coldrerio, di cui si riprendono qui i punti salienti:

1. Sul territorio comunale è vietata la posa ed installazione di show luminosi o skybea­mer, fasci di luce fissi o roteanti rivolti verso il cielo poiché rappresen­tano un pericolo per la sicurezza pubblica, la protezione dell’ambiente ed anche ostacolano il regolare traffico aereo.

2. Le installazioni luminose di grandi edifici o impianti di illuminazione esterne particolari, devono essere notificate al Municipio. Le misure specifiche previste a tutela delle immissioni luminose vanno chiarite nell’ambito della procedura di autorizzazione.

3. Le illuminazioni di qualsiasi genere e delle insegne pubblicitarie devono essere spente dalle ore 24.00 fino alle ore 06.00. Il Municipio può concedere deroghe per situazioni commerciali particolari.

4. Fanno inoltre stato le raccomandazioni sulla prevenzione delle emissioni luminose emanate dall’UFAM.

5. Il Municipio si riserva la possibilità d’intervento per casi particolari presenti sul territorio comunale.

A Lugano, il Municipio ha accettato il rapporto della Commissione della Pianificazione del Territorio sulla mozione di Baroni e Mauri n. 3304 del 4 ottobre 2006 «salvaguardare il cielo notturno, per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso» in cui si chiede: «che la Città di Lugano elabori una strategia globale di riduzione dell’inquinamento luminoso, adottando tutte le misure tecniche e pianificatorie di sua competenza (preventive e di risanamento) che permettano di eliminare o quantomeno ridurre nella misura del possibile gli sprechi di illuminazione sia nell’illuminazione pubblica che in quella degli edifici/progetti pubblici comunali (che per inciso sono costose e pagate dai contribuenti) nonché di introdurre ulteriori misure efficaci che, senza ridurre l’illuminazione necessaria, diminuiscano l’inquinamento luminoso (per es. divieto degli skybeamer e dei proiettori laser pubblicitari puntati verso il cielo, adozione di strumenti di controllo nell’ambito dell’esame delle domande di costruzione eccetera).»

6. Conclusioni

L’importanza del problema dell’inquinamento luminoso è riconosciuta sia a livello federale che cantonale.

Le misure proposte dal CdS nel suo rapporto sono opportune e aiutano ad affrontare il problema. Le «Linee guida» in particolare permettono ai Comuni di chiarire procedure e limiti delle istallazioni luminose allo scopo di prevenire e limitare tutte le forme di inquinamento luminoso.

La Commissione invita il Consiglio di Stato ad adottare tutte le opportune misure, non escluse se del caso anche normative, atte a promuovere un’applicazione uniforme da parte dei Comuni dei provvedimenti contro l’inquinamento luminoso e ad informare l’opinione pubblica e le cerchie professionali interessate.

* * * * * * * * *

Per questi motivi si propone di accettare parzialmente la mozione del 23 gennaio 2006, presentata da Francesco Cavalli e cofirmatari, «Applicare le raccomandazioni dell’UFAFP per ridurre le emissioni luminose» e di considerarla evasa.

Per la Commissione speciale pianificazione del territorio:
Carlo Lepori, relatore
Arigoni G. – Barra – Beretta Piccoli – Calastri –
Canepa – Chiesa – David – Ferrari – Galusero –
Gianora – Gobbi N. – Marcozzi – Orsi –
Paparelli (con riserva) – Rizza – Solcà

» rapporto

 

LaRegione – Per non perdere il cielo nella… luce della notte

chiesa_02Linee guida cantonali contro l’inquinamento luminoso, oggi la presentazione

È dedicata soprattutto agli amministratori comunali, ma alla conferenza prevista questo pomeriggio nella sala del municipio di Orselina saranno presenti anche numerosi professionisti dell’illuminazione artificiale, così come molti amanti del cielo stellato. L’argomento trattato li interessa tutti, in un modo o nell’altro. Saranno infatti presentate le “linee guida” cantonali per prevenire l’inquinamento luminoso, ovvero per evitare l’eccessiva dispersione di luce verso il cielo.

Il documento, allestito dal Dipartimento del territorio in collaborazione con l’Istituto di sostenibilità applicata all’ambiente costruito (Isaac) della Supsi e all’associazione contro l’inquinamento luminoso Dark-Sky Svizzera sezione Ticino, costituisce la base su cui i comuni potranno imbastire eventuali ordinanze che limitino la dispersione di luce artificiale nell’ambiente. Un passo, quello della regolamentazione a livello comunale, già intrapreso da Coldrerio, dove a inizio 2007 è stata varata – per la prima volta in Ticino – un’ordinanza che stabilisce come posare e posizionare l’illuminazione artificiale. In altri comuni, ad esempio Lugano, Locarno, Cadenazzo e Taverne-Torricella, si sta dibattendo sul tema o, addirittura, si stanno già approntando delle norme specifiche. L’obiettivo finale vuole essere quello di illuminare solo là dove serve, evitando così sprechi di energia, costosi sia dal punto di vista economico, sia da quello ecologico: l’eccessiva illuminazione, oltre a far lievitare l’importo della bolletta, disturba vegetali e animali. Inoltre incide sulla produzione di gas a effetto serra, dal momento che parte dell’elettricità è ancora prodotta utilizzando combustibili fossili. Da non trascurare sono poi le implicazioni culturali e scientifiche della “mala illuminazione”: la luce dispersa verso l’alto crea un alone in grado di “oscurare” il cielo notturno. Un fenomeno facilmente riscontrabile se si paragonano le poche decine di stelle visibili dal centro di una città molto illuminata, con le migliaia osservabili in condizione di buio assoluto.

Questo pomeriggio a presentare il documento elaborato da Cantone ed esperti vi saranno il direttore del Dipartimento del Territorio Marco Borradori, il responsabile della sezione ticinese di Dark-Sky Svizzera Stefano Klett e Angelo Bernasconi dell’Isaac. Interverranno inoltre Diego Bonata (presidente dell’associazione CieloBuio italiana), Marco Marcacci (Istituto storia delle Alpi), Angela Alberici (Agenzia regionale della protezione dell’ambiente della Lombardia) e Roberto Mucedero (iGuzzini). Seguirà la tavola rotonda con la partecipazione di Marco Cagnotti (presidente della Società astronomica ticinese), Vinicio Malfanti (Dipartimento del territorio) e Carlo Crivelli (municipale di Coldrerio). Il dibattito sarà moderato da Giovanni Bernasconi, capo della Sezione protezione aria acqua e suolo.

2007-11-27 LaRegione

 

LaRegione – Troppe luci artificiali, voglia di regole

Cresce il numero dei Comuni che dicono basta all’inquinamento luminoso. Prevenzione: pomeriggio di studio il 27

Coldrerio è stato il primo comune in Ticino a varare, nel gennaio di quest’anno, un’ordinanza per disciplinare l’uso delle luci artificiali esterne (vedi riquadrato in basso a destra). È stato il primo ma quasi certamente non sarà l’ultimo. A Cadenazzo, nella seduta di fine maggio del locale legislativo, il socialista Corrado Mordasini ha inoltrato una mozione che chiede al Municipio di allestire un’ordinanza per prevenire le emissioni luminose moleste o dirette verso spazi ove la luce (artificiale) non è indispensabile. Il 22 ottobre il Consiglio comunale di Lugano ha accolto all’unanimità la mozione di Daniela Baroni (Ps) e Tiziano Mauri (Plr) denominata “Salvaguardare il cielo notturno. Per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso”: s’attende ora che il Municipio traduca nero su bianco quanto auspicato dai due mozionanti. Restando ai principali centri del cantone è di questi giorni la presentazione a Locarno da parte dei consiglieri comunali Plr Alex Helbling e Fabio Chiappa di una mozione affinché si contrasti l’inquinamento luminoso in città (vedi l’edizione di sabato): fenomeno « purtroppo ben presente » anche a Locarno per via della « scriteriata illuminazione di anno in anno sempre maggiore di piccole e grandi installazioni private e pubbliche proiettata verso il cielo, a volte anche inutile », insomma « si illumina male sprecando energia ». Helbling e Chiappa chiedono quindi all’Esecutivo cittadino l’adozione di « tutte quelle misure tecnico-giuridiche e pianificatorie di sua competenza (preventive e di risanamento) atte a ridurre sensibilmente gli sprechi nell’illuminazione pubblica e in quella privata senza con questo dover ridurre l’illuminazione necessaria (divieto d’installare skybeamer e proiettori laser pubblicitari verso il cielo, adozione di sistemi di controllo nell’ambito delle domande di costruzione ecc.). Di recente pure a Torricella-Taverne è stata inoltrata una mozione: è firmata dal consigliere comunale Lorenzo Montini, del gruppo Ppd-Udc (il testo è peraltro consultabile sul sito www.torricella-taverne.info). « L’inquinamento luminoso è stato per troppo tempo sottovalutato, anche e soprattutto da parte di chi pianifica e installa gli impianti illuminanti, sia pubblici che privati », scrive Montini sollecitando l’elaborazione di un’ordinanza municipale.

Dunque anche nel mondo politico, e per giunta un po’ in tutti i partiti, cresce la sensibilità verso lo smog luminoso. Del resto, come annota ancora Montini, questa forma di inquinamento « ha conseguenze negative di vario tipo »: sul piano culturale e scientifico (« riduce la visibilità del cielo notturno »), su quello ecologico (« disturba vegetali ed animali ed è un visibile spreco di energia, che si ripercuote sulla produzione di gas ad effetto serra ») e a livello economico (« si stima che gran parte delle costose illuminazioni siano inutili; in Svizzera l’illuminazione è responsabile del 15% dei consumi energetici complessivi ». Inoltre « l’illuminazione inutile non aumenta la sicurezza, al contrario è stato osservato che dopo avere installato impianti illuminanti nei parchi, i vandalismi sono aumentati; paradossalmente le luci eccessive creano zone d’ombra che rendono più facile nascondersi ». Argomenti condivisi dal bellinzonese Stefano Klett, astrofilo e responsabile della sezione ticinese di Dark-Sky Svizzera, l’associazione che da tempo si batte contro l’inquinamento luminoso. « Anche in Ticino qualcosa si sta finalmente muovendo: il problema è sempre più avvertito – rileva –. In Italia diverse regioni si sono già dotate di una normativa ad hoc, mentre dal 30 agosto la Slovenia dispone addirittura di una legge nazionale ».

Linee guida cantonali destinate ai Comuni Negli scorsi mesi Dark-Sky Ticino, Dipartimento del territorio e l’Istituto di sostenibilità applicata all’ambiente costruito (Isaac) della Supsi hanno unito le forze: una collaborazione che ha portato all’allestimento di “linee guida” per la prevenzione dell’inquinamento luminoso indirizzate ai Comuni e a chi opera professionalmente nel campo dell’illuminazione artificiale. Verranno presentate nel corso di una conferenza in programma martedì 27 novembre, dalle 16 alle 19, a Orselina, nella sala del Municipio. L’incontro sarà introdotto dal consigliere di Stato Marco Borradori e dallo stesso Klett. Interverranno poi Diego Bonata (presidente dell’associazione italiana CieloBuio), Marco Marcacci (Istituto storia delle Alpi), Angelo Bernasconi (Isaac/Supsi) che illustrerà nel dettaglio le linee guida sulle emissioni luminose in Ticino, Angela Alberici (Agenzia regionale della protezione dell’ambiente della Lombardia) e Roberto Mucedero (iGuzzini) che si soffermerà sulla progettazione di sistemi d’illuminazione sostenibili. Seguirà una tavola rotonda con Marco Cagnotti (presidente della Società astronomica ticinese), Vinicio Malfanti (Dipartimento del territorio) e il municipale di Coldrerio e capodicastero ambiente Carlo Crivelli. Moderatore Giovanni Bernasconi, responsabile della Sezione cantonale protezione aria, acqua e suolo. Per iscriversi al seminario (scadenza il 14 novembre): tel. +41/58.666.63.51 e-mail: isaac@nullsupsi.ch. Nell’elaborazione delle linee guida cantonali – sulle quali i Comuni potranno basarsi per confezionare le ordinanze – si è tenuto conto anche delle raccomandazioni formulate dall’Ufam, l’Ufficio federale dell’ambiente, in un documento (‘Prevenzione delle emissioni luminose’) pubblicato nel dicembre 2005. Raccomandazioni indirizzate ai Cantoni (fra cui quella di vietare, o se ciò non fosse possibile, limitare il più possibile gli impianti puntati al cielo che non vengono utilizzati a scopi di sicurezza e di illuminazione per proteggere le specie, i biotopi o il paesaggio) richiamate dal granconsigliere socialista Francesco Cavalli in una mozione del gennaio 2006 con cui chiedeva al Consiglio di Stato di varare misure per diminuire l’inquinamento luminoso.

Il prossimo 27 a Orselina se ne saprà di più. RED.

» 2007-11-05 LaRegione

 

LaRegione – ‘Una strategia contro l’inquinamento luminoso’

map_01Locarno, mozione dei consiglieri comunali Plr Alex Helbling e Fabio Chiappa Proposte misure di lotta allo spreco energetico a livello pubblico e privato

Con una mozione inoltrata negli scorsi giorni, i consiglieri comunali Plr di Locarno Alex Helbling e Fabio Chiappa chiedono al Municipio di « elaborare una strategia per ridurre sensibilmente l’inquinamento luminoso su tutto il territorio cittadino, adottando tutte quelle misure tecnico-giuridiche e pianificatorie di sua competenza (preventive e di risanamento) atte a ridurre sensibilmente gli sprechi nell’illuminazione pubblica e in quella privata senza con questo però dover ridurre l’illuminazione necessaria (divieto d’installare skybeamer e di proiettori laser pubblicitari verso il cielo, adozione di sistemi di controllo nell’ambito delle domande di costruzione ecc. ». Ciò, secondo i due consiglieri « dovrebbe consentire di ridurre l’attuale stato d’inquinamento luminoso e con questo anche lo spreco energetico, rientrando entro parametri accettabili secondo quanto previsto dall’ Ufficio federale competente e dal Dipartimento del Territorio ».

Nell’ampio testo della mozione, Helbling sottolinea fra l’altro di aver aderito alcuni anni fa all’associazione svizzera di Dark-Sky //www.darksky.ch// che si occupa attivamente in molti Stati degli effetti sgradevoli causati dall’inquinamento luminoso sull’uomo e sull’ ambiente che lo circonda, con il preciso obiettivo di sensibilizzare autorità e opinione pubblica proponendo correttivi in merito. « Infatti anche a Locarno – aggiunge – questo fenomeno è purtroppo ben presente e la scriteriata illuminazione di anno in anno sempre maggiore di piccole e grandi installazioni private e pubbliche proiettata verso il cielo, a volte anche inutile, mi ha purtroppo costretto da alcuni anni a riporre in soffitta, in attesa di tempio migliori, il telescopio. Infatti si illumina male sprecando inutilmente energia e provocando una enorme illuminazione diffusa come ben possiamo rilevare dalla mappa di Dark-Sky Ticino /www.darksky.ch/TI/che allego alla mozione. Purtroppo, come già affermato, questo fenomeno è in continuo aumento, e se non riusciremo a mettere un freno, di questo passo ben presto non riusciremo più a distinguere il giorno dalla notte».

I due consiglieri rilevano che « fra qualche settimana anche gli addobbi natalizi notturni faranno la loro comparsa, fortunatamente solo per un breve periodo, ma ogni anno sono in aumento soprattutto tra privati che fanno a gara per illuminare al meglio gli esterni delle loro abitazioni, anche perché in questo settore si è scoperto una bella nicchia di mercato. Questo non farà che aumentare in maniera esponenziale l’attuale inquinamento luminoso alle nostre latitudini, già di per sé molto elevato.Una sproporzionata illuminazione privata di centri commerciali e giardini privati, la cattiva e continuata illuminazione di monumenti durante tutta la notte che partono dal basso, l’illuminazione abbagliante di strade e piazze pubbliche sproporzionate alle vere necessità, l’imperversare di fasci luminosi indirizzati verso il cielo durante particolari eventi come richiamo visivo ecc. ecc. contribuiscono sensibilmente a creare l’inquinamento luminoso notturno ». E aggiungono che non sempre un’illuminazione a giorno contribuisce a migliorare la sicurezza delle persone: anzi, grazie appunto alla formazione di coni d’ombra, molte volte è più facile per i mal intenzionati nascondersi (vedi Rotonda di Piazza Castello). La situazione dell’inquinamento luminoso dei grossi centri urbani è assai preoccupante: Coldrerio e Lugano si sono già dotati o si stanno dotando di validi strumenti per arginare il fenomeno, mentre anche il Cantone finalmente si sta muovendo. Locarno con i Comuni limitrofi conta circa 35’000 abitanti e produce un inquinamento luminoso due volte maggiore rispetto all’agglomerato di Lucerna con 200’000 abitanti. Nella mozione vien poi posto l’accento sugli aspetti sociali ed economici importanti che il fenomeno comporta. Dallo spreco energetico (almeno il 40% dell’energia usata per l’illuminazione notturna è infatti buttata alle ortiche e rappresenta uno spreco insostenibile dal profilo economico-ambientale) ai danni sull’uomo e sull’ambiente: alterazioni per la flora (crescita e sviluppo) e la fauna (disorientamento degli uccelli ecc.). Sono inoltre sempre più numerose le persone soggette a disturbi del sonno per le conseguenti alterazioni ormonali e con difficoltà sempre maggiori nel mantenere in equilibrio il bioritmo, e questo purtroppo ad iniziare già dalla tenera età. Anche certi fenomeni di miopia possono essere correlati. Non sono da meno le difficoltà per i voli degli elicotteri della Rega durante interventi di salvataggio, dove troppo spesso a causa del forte inquinamento luminoso il pilota, dotato di speciali strumenti ottici ad infrarossi per il volo notturno, resta accecato nella fase di sorvolo dell’agglomerato urbano poco prima di iniziare la procedura di appontaggio sul tetto dell’Ospedale della Carità. Per invertire questo stato di cose l’Ufficio federale dell’ambiente ha pubblicato delle raccomandazioni all’indirizzo delle autorità esecutive per prevenire emissioni luminose inutili ed eccessive, senza con questo dover rinunciare alle comodità e alla sicurezza, secondo il principio “illuminare solo dove ciò corrisponde ad un bisogno effettivo degli esseri umani”. Ecco perché anche il Dipartimento del Territorio si sta finalmente occupando seriamente del problema. In concreto significa: valutare la necessità di una data illuminazione; adottare misure tecniche di illuminazione a basso consumo che consentano di concentrare la luce nei luoghi dov’è necessaria e utile; orientare l’illuminazione in modo utile, economico e intelligente.

» 2007-11-03 LaRegione (pdf)

 

Osservazioni del Municipio al rapporto della Commissione della Pianificazione

lugano_03Il municipio ha concluso di analizzare la situazione d di definire un catalogo delle possibili categorie d’illuminazione. In una seconda fase di proporre soluzioni

Osservazioni del Municipio al rapporto della Commissione della Pianificazione del Territorio sulla mozione N° 3304 del 4 ottobre 2006 degli On.li Daniela Baroni (PS) e Tiziano Mauri (PLR), salvaguardare il cielo notturno, per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso


Lugano, 2 agosto 2007
All’On.do
Consiglio Comunale
6900 Lugano


Onorevole Signor Presidente,
Onorevoli Signore e Signori Consiglieri Comunali,

in apertura di queste osservazioni precisiamo che le AIL SA da tempo si preoccupano della problematica tecnica e finanziaria relativa alla riduzione dell’inquinamento luminoso.

La situazione dell’illuminazione pubblica a Lugano

Da anni il Comune di Lugano possiede un’illuminazione pubblica esterna basata su lampade al vapore di sodio e adotta lampade a risparmio energetico al posto delle vetuste lampadine ad incandescenza. Anche l’illuminazione dei Comuni che nel 2004 si sono aggregati a Lugano è stata standardizzata al modello di Lugano già entro la fine del 2005.
A fine 2005, sul territorio comunale erano quindi posati ben 6’735 punti -luce lungo percorsi illuminati della lunghezza complessiva stimata per difetto di 250 km.
Il consumo annuale di energia elettrica (2005), con le relative approssimazioni, è di 3’680 MWh che ci porta ad un consumo d’energia per l’illuminazione stradale di 14.7 MWh/km annuo, valore superiore a quanto consigliato da SAFE (Agenzia svizzera per lefficienza energetica) di 12 MWh/km annuo. Va peraltro ricordato che secondo l’inchiesta SAFE, Lugano si situa nella media svizzera per quel che concerne il numero di punti-luce ogni 1000 abitanti.
Questa deviazione del valore di riferimento consigliato è dovuta al fatto che il primo miglioramento consistente nella sostituzione delle lampade non prendeva in considerazione, per motivi di costo, l’armatura porta lampada.
In occasione di rinnovi dell’illuminazione stradale vengono impiegate armature concepite per lampade al sodio e munite inoltre di vetri piatti che limitano la dispersione della luce.
Questi interventi osservano le raccomandazioni emanate dall’Associazione Dark-Sky (associazione avente lo scopo di coordinare gli sforzi atti a salvaguardare il cielo notturno), contribuendo così alla riduzione costante dell’agente inquinante senza interventi straordinari e con investimenti finanziari limitati.

La situazione dell’illuminazione privata a Lugano

Il privato non è sottoposto, per la presenza di un vuoto giuridico, al rispetto di speciali disposizioni per quel che riguarda la problematica dell’illuminazione esterna ed interna di ambienti. Questa situazione, almeno localmente, dovrà essere sistemata da un apposito regolamento.

La situazione futura

Coscienti della sempre maggior sensibilità della popolazione al problema dell’inquinamento luminoso, le Direzioni del Dicastero del Territorio e delle AIL nel 2006 hanno deciso di costituire un team di studio con i seguenti compiti:
. in una prima fase analizzare la situazione e definire un catalogo delle possibili categorie d’illuminazione;
. in una seconda fase proporre le possibili soluzioni.
Il team AIL/DT dovrà quindi elaborare un piano di concetto generale dell’illuminazione della Città da sottoporre alle Autorità per approvazione ed in particolare dovrà contenere elementi che ribadiscano l’unicità di Lugano, la messa in risalto di zone particolari (per es. lungolago), infonda sicurezza nei quartieri ed in collaborazione con i privati riconduca l’inquinamento luminoso a valori più accettabili.
Una buona base di partenza potrebbe essere il regolamento apposito della vicina Regione lombarda, che già contiene molti elementi applicabili sulla scorta delle raccomandazioni svizzere in materia.
Le AIL hanno inoltre assunto un giovane ing. SUP che si dedicherà in modo particolare al problema. Questo ingegnere inizierà la sua attività ad inizio luglio presso l’Azienda elettrica di Zurigo nel reparto progettazione illuminazione pubblica e vi resterà per 3 mesi.
In merito all’articolo di stampa “La scalata della luce”, in cui si menziona che “Berna inquina meno di Lugano”, facciamo notare che la vicenda è da interpretarsi in modo riduttivo in quanto il grafico riportato risale al 1998 e la zona presa come esempio è il Luganese, composto da entità locali non omogenee (diverse Aziende elettriche e Comuni).
L’inquinamento luminoso è un fenomeno transfrontaliero e, come affermato dai mozionanti, è bene che si adotti un regolamento regionale (o cantonale), riguardante l’illuminazione esterna e con particolare attenzione agli impianti privati e decorativi, normalmente fonte puntuale di perturbazione. Si ritene, pertanto, che la mozione debba essere accolta.

Con ogni ossequio.

PER IL MUNICIPIO
Il Sindaco: Il Segretario:
Arch. dipl. ETH G. Giudici lic. jur. M. Delorenzi
Ris. mun. 02.08.2007

» 2007-08-02 Osservazione Municipio 3304

 

RAPPORTO DELLA COMMISSIONE DELLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO SULLA MOZIONE NO. 3304

lugano_03Il rapporto della commissione della pianificazione della Città di Lugano invita il Municipio ad esaminare la fattispecie con la dovuta determinazione e con celerità

RAPPORTO DELLA COMMISSIONE DELLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO SULLA MOZIONE NO. 3304 DEL 4 APRILE 2006 DEGLI ON.LI DANIELA BARONI (PS) E TIZIANO MAURI (PLR), SALVAGUARDARE IL CIELO NOTTURNO – PER UNA CITTÀ ATTIVA NEL RIDURRE L’INQUINAMENTO LUMINOSO


All’On.do
Consiglio comunale
Lugano
Lugano, 29 maggio 2007


Onorevole Signor Presidente,
Onorevoli Signore e Signori Consiglieri Comunali,

1. Introduzione
La mozione in esame ha il pregio di sollevare un problema apparentemente nuovo per il nostro paese. In effetti la presa di coscienza di questo fenomeno sta avvenendo solo in questi ultimi anni. A livello svizzero, l’Ufficio federale per l’ambiente, nel 2005 ha emanato delle raccomandazioni dal titolo “Prevenzione delle emissioni luminose” (disponibile online: www.bafu.admin.ch) che riassume lo stato delle conoscenze a quel momento in Svizzera e le relative raccomandazioni per evitare un eccessivo inquinamento luminoso.
Questa pubblicazione chiarisce pure i concetti di “emissioni luminose” e di “inquinamento luminoso”: “Negli ultimi anni si è dibattuto con una certa insistenza delle conseguenze della luce artificiale sull‘ambiente. Nella maggior parte dei casi si è imposto il termine di «inquinamento luminoso». Si tratta di un termine facile da ricordare, ma in talune lingue non è del tutto esatto. Basti pensare al tedesco, dove l‘inglese «light pollution» è stato tradotto alla lettera, dando l‘impressione che si tratti di luce inquinata. Tuttavia, la fonte di inquinamento è la luce stessa. Il problema scaturisce dal fatto che si utilizza e si consuma troppa luce che a sua volta si espande nell’ambiente e nella natura provocando effetti negativi. Perciò, nella presente pubblicazione si parlerà soprattutto di emissioni luminose (dannose o indesiderate). ”
Il fenomeno non è solo svizzero, ma, come si può facilmente vedere con i moderni mezzi di informazione su internet, ricercando ad esempio “inquinamento luminoso” in un motore di ricerca, si ottengono numerose e importanti informazioni. Fra queste, una definizione di inquinamento luminoso è fornita dall’A.R.P.A.V. (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto): “L’inquinamento luminoso è l’irradiazione di luce artificiale -lampioni stradali, le torri faro, i globi, le insegne, ecc.- rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste.
Gli effetti più eclatanti prodotti da tale fenomeno sono un aumento della brillanza del cielo notturno e una perdita di percezione dell’Universo attorno a noi, perché la luce artificiale più intensa di quella naturale “cancella” le stelle del cielo.
Il cielo stellato, al pari di tutte le altre bellezze della natura, è un patrimonio che deve essere tutelato nel nostro interesse e in quello dei nostri discendenti. Ridurre l’inquinamento luminoso non vuol dire “spegnere le luci”, ma cercare di illuminare le nostre città in maniera più corretta senza danneggiare le persone e l’ambiente.
La Regione Veneto è stata la prima in Italia ad emanare una legge specifica: la Legge Regionale 27 giugno 1997, n. 22 “Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso” prescrive misure per la prevenzione dell’inquinamento luminoso sul territorio regionale, al
fine di tutelare e migliorare l’ambiente in cui viviamo.”
Come si vede questa legge regionale è stata emanata già 10 anni fa, segno tangibile che questo tema, nella nazione a noi vicina, è stato affrontato molto prima rispetto a noi.
Dalla medesima fonte si possono ricavare informazioni a proposito dell’impatto sull’ambiente: “La perdita della qualità del cielo notturno non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri:

– Culturale perché gran parte degli scolari vede le costellazioni celesti solo sui libri di scuola.
– Artistico perché l’illuminazione esagerata nelle zone artistiche e nei centri storici non mette in risalto la bellezza dei monumenti ma la deturpa.
– Scientifico perché costringe astronomi professionisti e astrofili a percorrere distanze sempre maggiori alla ricerca di siti idonei per osservare il cielo.
– Ecologico perché le intense fonti luminose alterano il normale oscuramento notturno influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte.
– Sanitario perché la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi.
– Risparmio energetico perché una grossa percentuale dei circa 7150 milioni di kWh utilizzati per illuminare strade (ndr. in Italia), monumenti ed altro viene inviata senza ragione direttamente verso il cielo.
– Circolazione stradale perché una smodata e scorretta dispersione di luce come fari, sorgenti e pubblicità luminose può produrre abbagliamento o distrazione agli automobilisti .”
Particolarmente toccati da questo fenomeno sono gli astrofisici che, evidentemente, hanno sviscerato il problema pure dal loro punto di vista:
“Per inquinamento luminoso si intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Produce inquinamento luminoso, che si può e si deve eliminare, sia l’immissione diretta di flusso luminoso verso l’alto (tramite apparecchi mal progettati, mal costruiti o mal posizionati), sia la diffusione di flusso luminoso riflesso da superfici e oggetti illuminati con intensità eccessive, superiori a quanto necessario ad assicurare la funzionalità e la sicurezza di quanto illuminato. La luce riflessa da superfici e oggetti illuminati produce sempre inquinamento luminoso. E’ necessario quindi porre la massima cura a contenere quest’ultimo il più possibile. Il contenimento dell’inquinamento luminoso consiste nell’illuminare razionalmente senza disperdere luce verso l’alto, utilizzando impianti e apparecchi correttamente progettati e montati, e nel dosare la giusta quantità di luce in funzione del bisogno, senza costosi e dannosi eccessi.
L’effetto più eclatante dell’inquinamento luminoso è l’aumento della brillanza del cielo notturno e la perdita della possibilità di percepire l’Universo attorno a noi “(Fonte: Associazione Astrofili Agordini, cieli dolomitici, www.cielidolomitici.it/nuova_pagina_3.htm ; si veda pure il sito degli Astrofili Italiani: inquinamentoluminoso.uai.it ).”

2. La mozione
La mozione illustra la problematica dell’inquinamento luminoso e chiede che la Città di Lugano
– elabori una strategia globale di riduzione dell’inquinamento luminoso,
– adotti tutte le misure tecniche e pianificatorie di sua competenza per eliminare o ridurre gli sprechi di illuminazione dell’illuminazione pubblica e degli edifici comunali,
– introduca ulteriori misure che diminuiscano l’inquinamento luminoso (ad esempio divieto degli skybeamer e dei proiettori laser puntati verso il cielo).
I mozionanti sono stati sentiti dalla Commissione il 30 gennaio 2007. In questa occasione hanno ribadito i contenuti della mozione. Inoltre hanno informato la Commissione della recente adozione di un’apposita ordinanza comunale da parte del Municipio di Coldrerio. Ad esempio anche il Cantone Basilea campagna e la Città di Zurigo hanno emanato dei
documenti per sensibilizzare la popolazione e gli addetti ai lavori sul problema delle emissioni luminose indesiderate. Infine hanno posto l’accento sul fatto che le illuminazioni necessarie alla sicurezza non sono in discussione: si tratta invece di evitare le illuminazioni inutili e/o dannose (rivolte verso l’alto).

3. Considerazioni della Commissione
La scrivente Commissione, esaminata la documentazione fornita dai mozionanti e quella di altre fonti (vedi capitolo 1 di questo rapporto), condivide l’analisi e le preoccupazioni espresse dalla mozione. In particolare si pone l’accento sulla necessità dell’illuminazione per la sicurezza della popolazione; questa esigenza non è minimamente in contrasto con le esigenze in materia di inquinamento luminoso. Si tratta invero di illuminare correttamente le aree interessate con modalità non inquinanti, come raccomandato dalle direttive dell’Ufficio federale per l’ambiente. È dunque opportuno evitare illuminazioni inutili, per lo meno in determinati orari notturni, per limitare gli sprechi, in particolare le illuminazioni rivolte verso l’alto oppure con un’intensità luminosa sproporzionata allo scopo da raggiungere.
Benché la mozione tocchi un problema specifico, la stessa può essere considerata generica: lascia infatti le porte aperte a tutte le possibili forme di intervento. In effetti, a mente della Commissione, le possibilità, gli scenari e la metodica di intervento possono essere diversi:
– uno studio che, basandosi su quanto già fatto altrove, descriva la situazione attuale e le possibili forme di intervento;
– direttive interne all’amministrazione comunale sul tipo e la quantità di illuminazione necessari per le aree pubbliche e gli edifici pubblici;
– modifiche di regolamenti e/o ordinanze comunali (eventualmente le NAPR) in cui si fissano le modalità e le quantità di illuminazione delle aree private che sovente vengono definite con semplici regole costruttive, ma senza un effettivo concetto di illuminazione.
La Commissione non ritiene di dovere dare la preferenza o la priorità all’una o all’altra misura: la problematica è ancora troppo giovane e non ancora conosciuta a sufficienza per potere con chiarezza indicare la strada da seguire.
Ciononostante invita il Municipio ad esaminare la fattispecie con la dovuta determinazione e con celerità, visto che alcuni studi indicano un eccessivo irradiamento luminoso durante le ore notturne, ha pure delle conseguenze sul ritmo circadiano (un ritmo circadiano è all’incirca un
ciclo di 24 ore nei processi fisiologici degli esseri viventi, incluse piante, animali, funghi e cianobatteri) non solo di piante e animali, ma anche sull’uomo con possibili conseguenze sulla sua salute.

4. Conclusioni
Con queste considerazioni, la Commissione della Pianificazione invita il Consiglio comunale a voler voler risolvere:
La Mozione No. 3304 del 4 aprile 2006 degli On.li Daniela Baroni (PS) e Tiziano Mauri (PLR), “salvaguardare il cielo notturno – per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso” è accolta.

PER LA COMMISSIONE DELLA
PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
Thomas Arn, relatore
Giordano Macchi
Giancarlo Re
Angelo Tarchini
Roberto Badaracco
Angelo Jelmini
Flavio Ortelli
Gianfranco Molinari
Silvano Gilardoni
Gianfranco Castiglioni
Michele Rossi
Fabio Guarneri
Patrik Lamoni

» 2007-05-29 Rapporto Mozione 3304 pianificazione (pdf)

» Consiglio comunale di Lugano