Conferenza di presentazione delle “Linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso”

surplux_01È stata denominata SurpLux, si svolgerà il 27 Novembre 2007 a partire dalle 16, presso il Municipio di Orselina, si tratta di una conferenza finalizzata a presentare e divulgare i contenuti delle nuove linee guida cantonali. Infatti il Cantone vuole favorire la diffusione della conoscenza del problema e sensibilizzare verso un impiego ecosostenibile della luce.

L’iniziativa è rivolta soprattutto ai Comuni, chiamati a tener conto delle linee guida. Sono altresì invitati tutti i soggetti istituzionali e privati che possono contribuire ad una loro efficace applicazione (architetti, ingegneri, associazioni etc.).

Tra i relatori della serata sono previsti gli interventi di: Marco Borradori (Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento del territorio), Diego Bonata (presidente dell’associazione CieloBuio italiana), Marco Marcacci (Istituto storia delle alpi), Giovanni Bernasconi (Sezione protezione aria acqua e suolo), Angelo Bernasconi (Istituto di sostenibilità applicata dell’ambiente Costruito), Angela Alberici (Agenzia Regionale della Protezione dell’ambiente della Lombardia), Marco Cagnotti, giornalista scientifico e presidente SAT. Al termine è previsto un aperitivo con vista panoramica notturna.

» 2007-11-27 Iscrizione Surplux (pdf)

 

In Quebec è stata decretata la prima riserva del cielo buio

jmegantic_obvservatory_01La International Dark-Sky Association (IDA) ha decretato la prima riserva del cielo buio. Il cuore della nuova riserva occupa un area di 5’500 km nel parco nazionale di Mont-Mégantic, che si trova nella provincia canadese del Quebec ad est di Montréal.

I 34 comuni circostanti hanno adottato una legge per limitare l’ aumento dell’inquinamento luminoso che, in questa regione, negli ultimi 20 anni, è più che raddoppiato.

La nuova riserva permette di garantire all’osservatorio di Mont-Mégantic, uno dei centri di ricerca astrofisica più importanti in Canada, una qualità di cielo notturno accettabile per permettere di continuare le attività di ricerca ed educazione.

Inoltre, tramite le attività di ASTROLab presso il parco nazionale del Mont-Mégantic, si vuole trasformare la riserva in attrattiva turistica, permettendo ad ogni individuo di ammirare la bellezza di un firmamento intatto.

Per la realizzazione della riserva sono stati sostituiti circa 2’500 impianti d’illuminazione, con il risultato di una diminuzione del 25% dell’inquinamento luminoso ed un risparmio energetico annuo di 1,3 gigawatt/ora. Il progetto vuole diventare un modello per altre zone industrializzate che vogliono trovare il compromesso giusto tra i bisogni di illuminazione esterna, il risparmio energetico e la preservazione del panorama notturno.

» International Dark-Sky Association (IDA)

» ASTROLab

Sempre più regioni europee adottano una legge per la protezione del cielo notturno

italia_e_slovenia_01È notizia recente che, grazie al lavoro dell’organizzazione italiana Cielobuio, la Luguria ed il Friuli-Venezia-Giulia hanno appena varato una legge specifica. Con queste due leggi sono 15 le regioni italiane ad aver varato una legge per contenere l’inquinamento luminoso.

La Repubblica Slovena può invece vantare la prima legge a livello nazionale. Infatti il 30 agosto la Slovenia ha adottato una legge specifica contro l’inquinamento luminoso. Negli ultimi 15 anni questa nazione ha visto una rapida crescita dell’inquinamento luminoso, questo ha motivato diverse organizzazioni per la protezione della natura ad unire le forze per creare una legge che salvaguardi il paesaggio notturno.

Da notare che la contemporanea adozione della legge slovena e quella del Friuli-Venezia-Giulia, fanno si che quella regione sia in assoluto la prima regione internazionale ad aver adottato una legge anti inquinamento luminoso.

 

Poschiavo: Conferenza sul tema Inquinamento Luminoso

mpu_01In occasione della Assemblea ordinaria del Movimento Poschiavo Unita, è stata organizzata una conferenza sul tema Inquinamento Luminoso. La conferenza si svolgerà Venerdì, 24 agosto 2007, ore 19:30 presso l’Albergo Altavilla, a Poschiavo

Stiamo cancellando il firmamento

Interessante relazione sull’inquinamento luminoso di Stefano Klett nel corso dell’Assemblea del MPU.

Il Movimento Poschiavo Unita nel corso della seconda parte dell’Assemblea ordinaria svoltasi venerdì 24 agosto ha invitato il signor Stefano Klett, ingegnere informatico ed appassionato di astronomia, a presentare gli aspetti principali legati all’inquinamento luminoso.

Il tema non è di strettissima attualità in Valposchiavo. Infatti la nostra volta celeste è ancora costellata da una miriade infinita di stelle e non è ancora oscurata dalla luce prodotta dall’uomo. Questo non significa che l’argomento non ci tocchi o non debba interessarci. Infatti è meglio prendere alcune contromisure al fine di evitare che le stelle in cielo, anche alle nostre latitudini, gradualmente si spengano.
L’oscurità notturna è un bene che sta scomparendo.

Stefano Klett

Ha parlato inizialmente del fenomeno antropico a livello mondiale e locale.

Le foto notturne scattate dai satelliti e sovrapposte mostrano l’avanzare della luce artificiale e la riduzione delle zone buie. Le Alpi, almeno alcune fette privilegiate, sono ancora buie. Lì le emissioni luminose sono ancora assai ridotte, impercettibili dallo spazio. Questo ci fa tirare un respi

Vista notturna dal satellite dell’Italia

D’altra parte, alle porte della Valposchiavo troviamo una zona nella quale la luce viene dispersa in gran parte verso il cielo. Questa zona si espande a macchia d’olio e col tempo potrebbe fagocitare anche regioni limitrofe nelle quali l’antropizzazione non ha ancora raggiunto soglie critiche. Klett ha continuato elencando le conseguenze che una cattiva gestione della luce artificiale può avere per la natura e l’ambiente. Beh, forse, nei giorni nostri il tubo catodico ha sostituito la luce delle stelle. Però è indubbio che un’illuminazione irresponsabile, senza senno, porterà alla distruzione del firmamento notturno, patrimonio di tutti e non solo dei sognatori col naso in su.

La troppa luce può avere degli influssi negativi (ricerche scientifiche lo provano) sulla salute umana ed animale. Basti pensare ai disturbi del sonno che molti soffrono o alle alterazioni del battito cardiaco. Va ricordato inoltre che gli animali vivono secondo ritmi innati, secondo un orologio naturale. Ora l’illuminazione artificiale può comportare conseguenze ecologiche importanti. Ricordo ancora con un certo patema la morte subita questa estate da migliaia di maggiolini. Erano preda della luce dei lampioni delle strade. La mattina presto l’ecatombe la incontravi sull’asfalto. E il re di quaglie, uccello migratore, che sa percorrere migliaia di chilometri per ritrovare le zone di svernamento nell’Africa centro-meridionale, potrebbe perdere la tramontana a causa degli effetti negativi della luce artificiale. Peccato davvero non risentire il suo ruspante richiamo sotto la finestra di casa.

Illuminare il cielo costa caro. L’uomo, a dispetto dell’aumento della bolletta dell’energia elettrica, continua a buttare verso la volta stellata i propri soldi. Esempi ne abbiamo anche in valle. Basti pensare alle illuminazioni in auge nelle chiese. Forse può servire a richiamare maggiormente i fedeli alla messa. Credo piuttosto che sia un inutile spreco di denaro pubblico.

A questo punto voglio rifarmi ad un’equazione esposta da Klett: «Perché vogliamo tanta luce? Tanta luce è rappresentativa di tanto benessere. Dove la luce è limitata significa che il benessere è limitato».

La cartina mondiale è un ottimo tornasole di q

Vista notturna della Terra

Stefano Klett si sofferma per concludere su aspetti pratici che favoriscono un utilizzo mirato della luce artificiale. Ecco un compendio di misure semplici, che ognuno potrebbe adottare, senza investimenti di sorta, anche da domani:

illuminare solo dove esiste un reale bisogno;
schermare gli impianti di illuminazione evitando così di invadere spazi sensibili;
orientare le lampade verso il basso;
dotare gli impianti di illuminazione di interruttori a tempo;
usare lampadine a lunga durata e a basso consumo di energia;
sostituire le lampadine a vapori di mercurio con lampade al sodio.

I suggerimenti del relatore vanno intesi come piccoli passi verso una convivenza sostenibili fra le esigenze “culturali”, della società, dell’economia e quelle della natura e della salute delle persone.
Non si tratta di privarci dell’illuminazione artificiale, di spegnere la luce dei nostri paesi, ma di farne un uso responsabile.

Alcuni siti interessanti:
www.astronomie.ch
www.darksky.org

Luca Beti

 

Osservazioni del Municipio al rapporto della Commissione della Pianificazione

lugano_03Il municipio ha concluso di analizzare la situazione d di definire un catalogo delle possibili categorie d’illuminazione. In una seconda fase di proporre soluzioni

Osservazioni del Municipio al rapporto della Commissione della Pianificazione del Territorio sulla mozione N° 3304 del 4 ottobre 2006 degli On.li Daniela Baroni (PS) e Tiziano Mauri (PLR), salvaguardare il cielo notturno, per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso


Lugano, 2 agosto 2007
All’On.do
Consiglio Comunale
6900 Lugano


Onorevole Signor Presidente,
Onorevoli Signore e Signori Consiglieri Comunali,

in apertura di queste osservazioni precisiamo che le AIL SA da tempo si preoccupano della problematica tecnica e finanziaria relativa alla riduzione dell’inquinamento luminoso.

La situazione dell’illuminazione pubblica a Lugano

Da anni il Comune di Lugano possiede un’illuminazione pubblica esterna basata su lampade al vapore di sodio e adotta lampade a risparmio energetico al posto delle vetuste lampadine ad incandescenza. Anche l’illuminazione dei Comuni che nel 2004 si sono aggregati a Lugano è stata standardizzata al modello di Lugano già entro la fine del 2005.
A fine 2005, sul territorio comunale erano quindi posati ben 6’735 punti -luce lungo percorsi illuminati della lunghezza complessiva stimata per difetto di 250 km.
Il consumo annuale di energia elettrica (2005), con le relative approssimazioni, è di 3’680 MWh che ci porta ad un consumo d’energia per l’illuminazione stradale di 14.7 MWh/km annuo, valore superiore a quanto consigliato da SAFE (Agenzia svizzera per lefficienza energetica) di 12 MWh/km annuo. Va peraltro ricordato che secondo l’inchiesta SAFE, Lugano si situa nella media svizzera per quel che concerne il numero di punti-luce ogni 1000 abitanti.
Questa deviazione del valore di riferimento consigliato è dovuta al fatto che il primo miglioramento consistente nella sostituzione delle lampade non prendeva in considerazione, per motivi di costo, l’armatura porta lampada.
In occasione di rinnovi dell’illuminazione stradale vengono impiegate armature concepite per lampade al sodio e munite inoltre di vetri piatti che limitano la dispersione della luce.
Questi interventi osservano le raccomandazioni emanate dall’Associazione Dark-Sky (associazione avente lo scopo di coordinare gli sforzi atti a salvaguardare il cielo notturno), contribuendo così alla riduzione costante dell’agente inquinante senza interventi straordinari e con investimenti finanziari limitati.

La situazione dell’illuminazione privata a Lugano

Il privato non è sottoposto, per la presenza di un vuoto giuridico, al rispetto di speciali disposizioni per quel che riguarda la problematica dell’illuminazione esterna ed interna di ambienti. Questa situazione, almeno localmente, dovrà essere sistemata da un apposito regolamento.

La situazione futura

Coscienti della sempre maggior sensibilità della popolazione al problema dell’inquinamento luminoso, le Direzioni del Dicastero del Territorio e delle AIL nel 2006 hanno deciso di costituire un team di studio con i seguenti compiti:
. in una prima fase analizzare la situazione e definire un catalogo delle possibili categorie d’illuminazione;
. in una seconda fase proporre le possibili soluzioni.
Il team AIL/DT dovrà quindi elaborare un piano di concetto generale dell’illuminazione della Città da sottoporre alle Autorità per approvazione ed in particolare dovrà contenere elementi che ribadiscano l’unicità di Lugano, la messa in risalto di zone particolari (per es. lungolago), infonda sicurezza nei quartieri ed in collaborazione con i privati riconduca l’inquinamento luminoso a valori più accettabili.
Una buona base di partenza potrebbe essere il regolamento apposito della vicina Regione lombarda, che già contiene molti elementi applicabili sulla scorta delle raccomandazioni svizzere in materia.
Le AIL hanno inoltre assunto un giovane ing. SUP che si dedicherà in modo particolare al problema. Questo ingegnere inizierà la sua attività ad inizio luglio presso l’Azienda elettrica di Zurigo nel reparto progettazione illuminazione pubblica e vi resterà per 3 mesi.
In merito all’articolo di stampa “La scalata della luce”, in cui si menziona che “Berna inquina meno di Lugano”, facciamo notare che la vicenda è da interpretarsi in modo riduttivo in quanto il grafico riportato risale al 1998 e la zona presa come esempio è il Luganese, composto da entità locali non omogenee (diverse Aziende elettriche e Comuni).
L’inquinamento luminoso è un fenomeno transfrontaliero e, come affermato dai mozionanti, è bene che si adotti un regolamento regionale (o cantonale), riguardante l’illuminazione esterna e con particolare attenzione agli impianti privati e decorativi, normalmente fonte puntuale di perturbazione. Si ritene, pertanto, che la mozione debba essere accolta.

Con ogni ossequio.

PER IL MUNICIPIO
Il Sindaco: Il Segretario:
Arch. dipl. ETH G. Giudici lic. jur. M. Delorenzi
Ris. mun. 02.08.2007

» 2007-08-02 Osservazione Municipio 3304