Un appello per la salvaguardia del firmamento

Nell’ambito di una collaborazione internazionale tra Dark-Sky Switzerland e Cielobuio (Italia), Stefano Klett (vicepresedente di Dark-Sky Switzerland) ha sostituito Fabio Falchi (presedente di Cielobuio) alla conferenza UAI (Unione Astrofili Italiani) svoltasi domenica 26 maggio 2013, presso l’osservatorio di Tradate.

cielobuio-falchi_img_4159Durante l’intervento è stato mostrato come, grazie alle leggi regionali in vigore in Italia, l’aumento del flusso luminoso dal 2000 ad oggi, che è stimato intorno all’80%, non abbia influito negativamente sulla luminanza del cielo.

Questo, grazie al fatto che i nuovi impianti sono a norma e non emettono luce verso l’alto.

Malgrado ciò, e grazie alle misure effettuate in alcune zone del nord Italia, si può notare che una parte consistente del flusso di luce (dal 60% al 80%) è flusso diretto verso l’altro.

Cielobuio ha quindi deciso di raccogliere le firme per un “Appello Permanente per la protezione dell’ambiente notturno, la riduzione dell’inquinamento luminoso e della conseguente spesa pubblica”.

I dettagli dell’appello si trovano sul sito di Cielobuio.

» Appello di Cielobuio

 

 

CdT: Troppa luce: Pollegio spegne alcuni lampioni

Troppi lampioni, e troppo ravvicinati, causano un eccessivo inquinamento luminoso sulla strada cantonale a Pollegio. Per favorire il risparmio energetico, e senza mettere a repentaglio la sicurezza degli utenti, si dovrebbe spegnere un lampione ogni due o tre. Questa la tesi del consigliere comunale Augusto Simoni («Gruppo Cambiamento») espressa in una mozione accolta giovedì sera dalla maggioranza del Legislativo.

polleggio-811_200_0_e11d45992fOtto i favorevoli, sette i contrari. Ora la palla torna al Municipio. Ma quella relativa all’illuminazione della strada che attraversa il paese non è stata che una delle numerose mozioni su cui il CC ha dovuto pronunciarsi l’altroieri. I consiglieri ne ha dovuto votare ben nove, in larga parte presentate dal citato «Gruppo Cambiamento» che dalle ultime elezioni riunisce i leghisti di Pollegio e che conta anche un seggio nell’Esecutivo, quello occupato dal deputato al Gran Consiglio Michele Guerra.

[…]

2013-05-04 Corriere del Ticino – Pollegio

 

Comunicato Stampa: Un preoccupante aumento della luce nelle Alpi

Il Pilatus è l’unica montagna svizzera che beneficia di una autorizzazione per l’illuminazione. Nel 1997 il Tribunale Federale ha emanato un’autorizzazione permanente che permette una parziale l’illuminazione di questa cima. Tutte le altre cime sono espressamente escluse. Purtroppo, però, le emissioni di luce nelle Alpi sono in crescita. Ciò è dovuto principalmente all’au-mento di piste da sci attrezzate di potenti luci che ne permettono l’uso notturno. Oltre tutto, gli impianti di innevamento artificiale sono anch’essi equipaggiati di un’illuminazione. Durante il 2012, in occasione del 100° anniversario della costruzione della linea ferroviaria della Jungfrau, è stata illuminata una grande area della montagna. Inoltre, anche l’aumento del turismo nelle regioni di montagna incrementa l’inquinamento luminoso. Questi luoghi sono spesso in prossimità di aree protette che beneficiano ancora del buio naturale (come il Parco Nazionale, gli oggetti appartenenti all’Inventario Federale dei Paesaggi, i siti e i monumenti naturali d’importanza nazionale, gli oggetti iscritti al patrimonio mondiale dell’Unesco).

ilalpi_img_3459Le riprese satellitari notturne della Svizzera, registrate dalla NASA durante le notti prive di nubi, in aprile (nove notti) e ottobre (13 notti) 2012, rilevano le regioni che hanno un elevato inquinamento luminoso (chiamate hotspot).

Il centro della Valle del Rodano è luminoso come Losanna, Ginevra come anche Zurigo nord

L’hotspot di Martigny è luminoso come quello di Losanna, Ginevra o Zurigo nord.

Martigny si trova nella Valle del Rodano, nel Canton Vallese, in mezzo alle montagne e ha 16’000 abitanti. Il punto più luminoso di Martigny supera persino il punto più luminoso della città di Basilea. La fonte principale di luce è stata identificata nel centro sportivo Stade d’Octodure.

Nel 2012, alcuni cantieri nelle Alpi sono risultati luminosi come gli hotspot di Vevey, Montana, Thun, Oftringen, Uster o Sciaffusa

Axpo lavora da tre anni ininterrottamente alle condotte forzate e stagionalmente alle dighe del Muttsee (stazione di pompaggio di Limmern) nel Canton Glarona. Apparentemente, l’impresa presta poca attenzione alle emissioni luminose nelle regioni montane. Questo sembra contraddire le loro direttive sulla protezione dell’ambiente e mostra in modo esemplare come la luce artificiale venga utilizzata in modo sconsiderato. In questo caso, sono certamente i proiettori installati sulle gru le principali fonti di emissioni inquinanti. A priori, l’illuminazione non è stata installata seguendo le regole dell’arte, è mal schermata, come pure la luminanza è sovradimensionata.

La messa in scena della luce non si ferma di fronte alle Alpi

Per il suo 150° anniversario, il Club Alpino Svizzero (CAS) lascerà mettere in scena l’illuminazione di 25 delle sue capanne da un artista della luce. Il progetto prevede l’uso di luce bianca calda e si limiterà all’illuminazione di una unica capanna per notte, unicamente durante il crepuscolo.

Tuttavia, resta una preoccupazione presso Dark-Sky Switzerland. E’ vero che l’installazione temporanea rappresenta un problema limitato per l’ambiente, ma la diffusione mediatica delle immagini (ad es. YouTube) porterà sempre più organizzatori all’idea di realizzare installazioni luminose in qualsiasi luogo. E non tutti si comporteranno in modo così rispettoso nei confronti dell’ambiente come l’esempio del CAS, che ha voluto che il trasporto dell’intero equipaggiamento avvenisse senza elicotteri.

In generale, la messa in scena attraverso la luce dovrebbe restare un’eccezione anche per i numerosi castelli.

Tali installazioni, come nel caso del monte Pilatus, godrebbero di maggiore attenzione proprio grazie alla loro rarità e produrrebbero così anche le desiderate conseguenze positive sul turismo. Inoltre ci sarebbero anche alcuni graditi effetti collaterali, come il risparmio energetico nelle notti senza illuminazione, il rispetto nei confronti degli animali selvatici, degli uccelli migratori e degli ecosistemi ancora intatti.

Anita Wyss, della Fondazione Svizzera per la Tutela del Paesaggio, ha affermato recentemente nella rivista per il benessere e la sostenibilità Vivai der Migros: «Quest’illuminazione artificiale è snaturalizzata, sciocca e sottrae all’oscurità naturale del paesaggio la sua forza mistica».

2013-04-07 Comunicato Stampa (pdf)

 

LaRegione: Un’ora al buio per riflettere sul clima

Torna Earth Hour, l’evento promosso dal Wwf. E anche il Ticino spegnerà le luci dei propri monumenti

earthhour-article37_1Un’ora al buio. Per riflettere sugli sprechi energetici e sul loro impatto ambientale. E, già che ci siamo, per riammirare quel cielo notturno che l’illuminazione artificiale, sempre più diffusa, sottrae all’osservazione. Torna stasera ‘Earth Hour’, la manifestazione ambientale “più grande del mondo”, come la definisce chi la organizza, ossia il Wwf. Dalle 20.30, e durante sessanta minuti, migliaia di città spegneranno le luci su alcuni dei loro monumenti. E anche in Svizzera – Ticino compreso – sono numerosi i Comuni che partecipano all’evento. Con il quale, evidenzia il Wwf in una nota, si vuole lanciare “un segnale di mobilitazione mondiale a favore del clima”.

Da Ginevra a Zurigo, da Delémont a San Gallo e da Lucerna a Chiasso. In totale sono venticinque le città elvetiche che spegneranno le luci dei loro monumenti principali: il castello di Chillon e il Getto d’acqua di Ginevra, la cattedrale di Zurigo e il Ponte della cappella di Lucerna come pure i castelli di Bellinzona. Assieme al Burj Khalifa di Dubai o al Parlamento di Londra. Tutti questi simboli “piomberanno nel buio durante un’ora”.

Nel nostro cantone aderiscono all’azione di stasera Bellinzona (Castelli e altri monumenti), Chiasso (diverse piazze, Max Museo e spazio Officina), Locarno (Castello Visconteo-illuminazione progetto Storaro, Piazza Grande, Pinacoteca Casa Rusca e Chiesa S. Antonio), Lugano (Palazzo Civico, Piazza della Riforma) e Mendrisio (stabile Magazzini Comunali, campanile principale Chiesa, Filanda, Centro Giovani e altri).

Quest’anno, segnala ancora il Wwf, partecipano all’evento oltre centocinquanta Paesi fra i quali, per la prima volta, la Tunisia, le Galapagos, il Ruanda e la Guyana francese. Nel 2012 quasi settemila città di 152 nazioni hanno preso parte all’Earth Hour, coinvolgendo circa due miliardi di persone. “Quest’onda di oscurità, dalle 20.30 alle 21.30 locali, rappresenta un segnale forte e visibile a favore di un maggior impegno per la protezione del clima”, sottolinea l’organizzazione ambientalista.

Il Wwf Svizzera ha deciso di estendere quest’azione offrendo lampadine Led a un prezzo ridotto, grazie a un partenariato con Energy Zukunft Schweiz. L’obiettivo è “di indurre il maggior numero di persone a sostituire le proprie lampadine a incandescenza e alogene con lampadine a risparmio energetico e Led”. Per saperne di più: www.wwf.ch/it/.

« Earth Hour è partita alcuni anni fa su iniziativa del Wwf Australia – ricorda Rudy Bächtold , responsabile media del Wwf Svizzera Bellinzona –.

L’evento vuole attirare l’attenzione della popolazione su quello che sta succedendo a livello climatico e indurre i governi ad agire sul risparmio energetico ». Al quale, sottolinea Bächtold, « può contribuire anche il semplice cittadino, per esempio optando per lampadine Led o sostituendo il frigorifero di casa con modelli dell’ultima generazione, che sul piano energetico consumano molto meno rispetto a quelli in vendita dieci anni fa ». Quanto si propone Earth Hour trova d’accordo anche chi si batte contro l’inquinamento luminoso. « Non siamo fra i promotori dell’evento ma l’appoggiamo senz’altro », rileva Stefano Klett , responsabile della sezione ticinese di Dark Sky svizzera nonché membro della Società astronomica ticinese. « Illuminando i nostri monumenti tutte le notti e durante l’intera notte, non ci accorgiamo più ormai della loro presenza e della loro bellezza – dichiara ancora Klett –. Basterebbe illuminarli ogni tanto, in determinate occasioni: si eviterebbe un enorme spreco energetico e si concederebbero più notti osservative ad astronomi professionisti e dilettanti ».

 


Oggiscienza: Merli fotosensibili

L’articolo presenta uno studio del “Max Planck Institute for Ornithology” sulle importanti conseguenze che l’inquinamento luminoso può avere sulle popolazioni naturali adattate agli ambienti altamente antropizzati.

merli-777px-solsortCRONACA – La principale informazione ambientale utilizzata dagli organismi, a tutti i livelli trofici, per regolare le proprie attività annuali e/o gli stadi vitali è la variazione stagionale del fotoperiodo (la variazione delle ore di luce giornaliere). Ma cosa accade a quegli organismi che vivono negli ambienti antropici in cui l’illuminazione artificiale notturna è estremamente diffusa? E’ possibile che l’inquinamento luminoso possa influenzare la loro biologia?

A quanto pare, almeno per alcuni uccelli, la risposta è affermativa. Un gruppo di ricercatori del Max Planck Institute for Ornithology ha applicato sul corpo di diversi individui di merlo (Turdus merula) un dispositivo produttore di luce, che simulava la presenza di illuminazione artificiale notturna. Dai risultati, pubblicati sui Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences emerge che i maschi soggetti all’illuminazione notturna sviluppano le gonadi circa un mese prima degli individui che trascorrono la notte al buio. Inoltre, si osserva l’incremento medio del testosterone nel sangue e un’alterazione delle attività canore giornaliere. Insomma, i risultati indicano inequivocabilmente che gli uccelli esposti alla luce notturna si predispongono fisiologicamente alla riproduzione in tempi più rapidi rispetto alle popolazioni selvatiche. A conferma di ciò, infine, anche la data della muta, che avviene al termine della stagione riproduttiva, viene considerevolmente anticipata.

Non solo quindi inquinamento atmosferico, inquinamento delle acque e inquinamento acustico, ma anche l’inquinamento luminoso potrebbe avere conseguenze importanti sulle popolazioni naturali adattate agli ambienti altamente antropizzati.

Meno chiari sono invece i meccanismi prossimi che hanno causato queste alterazioni fisiologiche così rilevanti: le luci artificiali, sostengono i ricercatori, potrebbero aver modificato la percezione del fotoperiodo da parte dell’organismo oppure potrebbero aver garantito loro la possibilità di cacciare anche di notte, e quindi consentendo loro di acquisire le energie necessarie alla riproduzione in tempi più rapidi.

Davide Dominoni, Michael Quetting and Jesko Partecke. Artificial light at night advances avian reproductive physiology. Proceedings of the Royal Society Series B, February 13, 2013

Link
http://oggiscienza.it/2013/03/06/merli-fotosensibili/

 

Il Consiglio federale propone misure contro le emissioni luminose

Berna, 13.02.2013 – Negli ultimi anni è stato registrato un forte aumento della luce artificiale nell’ambiente. Questa fonte luminosa può causare notevoli disturbi alla fauna notturna e, in misura crescente, anche al benessere della popolazione. Il 13 febbraio 2013, il Consiglio federale ha approvato il rapporto relativo all’impatto della luce artificiale sulla diversità delle specie e gli esseri umani, rispondendo in tal modo a un postulato depositato nel 2009. Nel rapporto, il Consiglio federale propone di adeguare la legislazione e di intensificare la ricerca nel campo delle emissioni luminose.

2010_bundeshausNegli ultimi vent’anni, le emissioni luminose sono aumentate del 70 per cento. La luce artificiale può arrecare notevole disturbo agli habitat della fauna notturna. Ne consegue, ad esempio che gli uccelli migratori perdano il loro senso di orientamento, gli insetti vengano inceneriti e i pipistrelli siano scacciati dai loro quartieri diurni. Particolarmente sensibili sono le zone protette quali i biotopi d’importanza nazionale o le riserve di uccelli acquatici e migratori.

La luce artificiale notturna e la luce solare riflessa, ad esempio, da pareti vetrate, rivestimenti metallici o impianti fotovoltaici possono infastidire l’uomo. Le fonti luminose nell’ambiente illuminano inoltre gli spazi interni causando disturbi del sonno.

L’avvento dei diodi a emissioni luminose (LED) ha aperto una nuova era nella tecnologia di illuminazione. Questo genere di lampadine può contribuire a ridurre le emissioni luminose indesiderate in quanto possono essere orientate in modo più mirato e la loro intensità regolata più facilmente rispetto alle illuminazioni utilizzate fino ad allora.

Il 13 febbraio 2013, il Consiglio federale ha approvato il rapporto relativo all’impatto della luce artificiale sulla diversità delle specie e gli esseri umani, rispondendo in tal modo al postulato 09.3285 depositato nel 2009 dalla Consigliera nazionale Tiana Angelina Moser (Verdi liberali, ZH).

Nel rapporto, il Consiglio federale propone delle misure di gestione delle emissioni luminose. Il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) deve quindi verificare se è possibile completare l’ordinanza sulla protezione della natura e del paesaggio (OPN) con una disposizione che garantirebbe la protezione delle specie e degli habitat in relazione agli impianti di illuminazione fissi e mobili.

In base ai criteri menzionati nella legge sulla protezione dell’ambiente, il DATEC e il DFGP devono inoltre elaborare dei parametri che consentano di valutare il grado di dannosità della luce artificiale nell’ambiente per l’uomo. Tali parametri, voluti dai Cantoni, e un aiuto all’esecuzione aggiornato dovrebbero consentire agli attori interessati di considerare la protezione dell’uomo e dell’ambiente già in sede di pianificazione degli impianti di illuminazione.