Interrogazione al CdS: Inquinamento luminoso per il 150° del CAS

Si illuminerà la Capanna del Basodino – Il deputato Francesco Cavalli ha inoltrato una interrogazione al Consiglio di Stato per esprimere il suo disappunto su questa iniziativa del CAS per festeggiare il 150esimo della fondazione del Club

stemmati_09Sono venuto a sapere tramite l’associazione Darksky che il Club Alpino Svizzero, nell’ambito dei festeggiamenti per i 150 anni di attività, ha tra l’altro in programma di illuminare 26 capanne alpine, una per Cantone. In Ticino l’evento è previsto al Basodino il 26 luglio.

Queste illuminazioni “artistiche” costituiscono un evidente episodio di inquinamento luminoso in zone che dovrebbero beneficiare della massima tutela ambientale, compreso il buio notturno.

Stupisce che sia proprio un’associazione come il CAS, attenta alla protezione dell’ambiente alpino e della sua fauna, a compiere un simile passo falso.

Malgrado l’illuminazione sia limitata a poche ore, resto convinto che il luogo sia sbagliato e che le immagini di questa azione potrebbero costituire un precedente per poi giustificare ulteriori iniziative dello stesso genere. Tenendo presenti le raccomandazioni dell’Ufficio federale dell’ambiente e le “Linee guida per la prevenzione dell’inquinamento luminoso” emanate nel nostro Cantone, chiedo al Consiglio di Stato:

1. è a conoscenza del progetto del CAS di illuminare le capanne alpine, in particolare quella del Basodino?

2. Per l’illuminazione della capanna del Basodino è stata richiesta un’autorizzazione?

3. In caso affermativo chi ha dato la concessione e in quali termini?

4. In caso negativo il Consiglio di Stato ritiene che il CAS abbia la libertà di illuminare come e quando vuole l’ambiente alpino?

Sarebbe gradita una risposta prima del 26 luglio.

Francesco Cavalli

2013-06-23 Interrograzione 140.13

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IlCaffè: PERCHÈ NON CI SONO PIÙ LE STELLE DI UNA VOLTA

Ecco tutti i danni e gli sprechi dell’inquinamento luminoso

ilcafe-logo_02Fra le tante forme di inquinamento che ci circondano minacciosamente ce n’è una particolarmente trascurata: quella luminosa. E non si tratta, alzato gli occhi al cielo in queste notte estive, solo di constatare che non ci sono più le stelle di una volta. L’esagerata ed incontrollata diffusione di luce, infatti, genera non poche ripercussioni sia sull’uomo, sia sull’ambiente che lo circonda. Il rapporto “Star”, Statistica ticinese dell’ambiente e delle risorse naturali – appena pubblicato dall’Ustat in collaborazione con la Divisione dell’ambiente giustamente segnala come gli effetti dell’inquinamento luminoso sulla regione spazino dalla limitazione o privazione del cielo stellato all’inutile spreco energetico, dall’alterazione degli ecosistemi (incidendo fortemente, ad esempio, sul comportamento delle specie migratorie e non solo) fino agli effetti negativi sulla salute dei cittadini, a partire dai disturbi del ritmo biologico.

Come se non bastasse, poi, l’eccessivo uso di illuminazione notturna da parte dei ticinesi è ulteriormente accentuato dalle emissioni provenienti dalla Pianura Padana, in particolare dal capoluogo lombardo che riesce, con il suo alone di luce metropolitana, ad estendersi per decine e decine di chilometri. A scanso d’equivoci meglio precisare subito che non si tratta di un’ulteriore minaccia di “frontalierato luminoso”. Le tabelle pubblicate dal rapporto Star, infatti, mostrano chiaramente come soprattutto in certo punti del territorio come a Mendrisio o a Bodio, l’inquinamento prodotto in loco sia predominante. Le sole emissioni luminose prodotte da tutti i centri urbani ticinesi generano un impatto nel raggio di circa venti, trenta chilometri. Fatto sta che non c’è nessun punto del cantone, nemmeno nei luoghi più discosti, che possa rivendicare una porzione di volta celeste imperturbata. Nè vale, come consolazione, sapere che le zone immuni da inquinamento luminoso più vicine al Ticino si trovano in Francia e in Austria.

È ancora presto per valutare se l’attuale inquinamento luminoso peggiorerà ulteriormente, nè è possibile configurare una tendenza rispetto al passato. Solo da due anni, infatti, è stata creata una rete di stazioni di rilevamento, che consente di misurare in tempo reale la “brillanza”, cioè il grado di luminosita del cielo, monitorando l’inquinamento luminoso e la sua evoluzione. La rete, però, creata in collaborazione con Dark-Sky Switzerland- Sezione Ticino e alcuni osservatori astronomici ticinesi, non ha dubbi nell’individuare le cause. Se il numero delle stelle visibili in Ticino è più che dimezzato, è perché le sempre più crescenti emissioni luminose sono spesso generate da impianti d’illuminazione sovradimensionati o comunque mal progettati. Illuminazioni che disperdono una gran parte di luce nell’ambiente, fuori dalle zone a cui dovrebbe essere dedicata, ed in particolare proprio verso il cielo.

Sono molte le conseguenze sul comportamento degli uccelli e sulla sulla salute dell’uomo
L’ASTROFILO
“L’illuminazione delle nostre città deve migliorare”

m.l.r.

“Sì, l’inquinamento luminoso è un problema. Troppo a lungo la questione non è stata presa nella dovuta considerazione. Ma qualcosa sta iniziando a cambiare”. Per Stefano Klett, astrofilo ticinese, vicepresidente nazionale di DarkSky, associazione nata con il proposito di studiare l’inquinamento luminoso, i segnali di miglioramento ci sono.

Il Consiglio federale ha approvato un rapporto sull’impatto della luce artificiale. Un segno che la presa di coscienza aumenta?

“La politica comincia a occuparsene. Piccoli segnali giungono anche dal mondo del lavoro”.

Può fare un esempio?

“La società degli ingegneri e architetti (Sia) ha approvato una norma contro l’inquinamento luminoso. Ma ci sono anche esempi negativi”.

A cosa si riferisce?

“Trovo inconcepibile che nel nuovo svincolo di Lugano Nord, alle due estremità del tunnel, ci siano delle luci inclinate”.

L’inquinamento atmosferico è riconducibile alla inclinazione non ottimale?

“La luce artificiale che va verso l’alto, riflettendo le particelle nell’atmosfera schiarisce il cielo, per così dire”.

E noi non vediamo più le stelle.

“Già. La lista però è lunga. Le rotte degli uccelli migratori sono stravolte. Le piante che crescono vicino ai lampioni non distinguono il giorno dalla notte. E così via”.

Le nuove tecnologie come la Led possono aiutare?

“Il problema non è… Led o non Led. Si tratta di una tecnologia come un’altra. Il problema è cercare di capire cosa, e quanto, vogliamo illuminare”.

Ritiene che abusiamo della luce?

“Sicuramente abbiamo sottovalutato le conseguenze dell’inquinamento luminoso”.

La domanda s’impone: cosa fare?

“Un esempio a caso: le aziende responsabili dell’illuminazione pubblica, dovrebbero fare maggiore attenzione a questo problema.

“Klett:“Inconcepibile che nel nuovo svincolo di Lugano Nord, ci siano delle luci inclinate””

2013-06-23 Il Caffè (pdf)

Links:

caffe.ch/stories/cultura/43666_non_ci_sono_pi_le_stelle_di_una_volta/

caffe.ch/stories/cultura/43667_ma_la_sensibilit_al_problema_cresce/

LaRegione: Inquinamento luminoso per il 150° del Cas

Nel 1863 fu fondato il Club Alpino Svizzero da 35 appassionati della montagna, e attualmente gli aderenti al club sono 140mila. Nell’anno del 150esimo della sua esistenza il Cas sta organizzando i festeggiamenti dando luogo a 150 eventi fra i quali figura anche il progetto dell’illuminazione artistica di 26 delle sue capanne, una per cantone. Come membri del Cas ci stupisce e ci irrita una decisione in tal senso, giacché la riteniamo un’iniziativa sbagliata, per il fatto che risulta incomprensibile che un’associazione, attiva nel preservare le Alpi e nel proteggere il mondo alpino e la natura (statuto Cas Art 3–3), promuova l’illuminazione di oggetti nelle Alpi, coprendo estensioni di centinaia di metri quadrati moltiplicati per 26 volte.

di Reto Nai, Bellinzona

2013-casNegli ultimi 20 anni è stato registrato un forte aumento (del 70%) della luce artificiale nell’ambiente e queste fonti luminose straordinarie possono causare disturbi alla fauna notturna, come pure al benessere della popolazione. Del problema dell’inquinamento luminoso ne è cosciente il Consiglio federale che emana leggi, regolamenti e autorizzazioni, e lo è parimenti il Cas.

Ora, ciò che risulta essere inconcepibile e contraddittorio nella filosofia del Club alpino, sta proprio nell’atteggiamento di promuovere un’operazione del genere: infatti, la diffusione mediatica delle immagini di simili eventi porta a credere che illuminare luoghi, che spesso sono anche in prossimità di aree protette e che dovrebbero beneficiare del buio naturale, rappresenti un buon veicolo sia per propagandare la manifestazione stessa, sia per dare visibilità all’associazione che promuove l’evento.

Non è purtroppo una primizia quella di illuminare capanne o zone adiacenti: nel 2010 era stata illuminata la capanna Terri, rifugio che si trova a ridosso di un oggetto Ifp (Inventario federale dei Paesaggi, siti e monumenti storici d’importanza nazionale), siti che il Cas stesso promuove per essere definiti come tali! Nel 2012, per il 100° anniversario della costruzione della linea ferroviaria della Jungfrau, era stata illuminata una grande superficie della parete della Jungfrau. Pure la vetta dell’Allalin, un 4000 del Vallese, è già stata illuminata come pure la cima del Pilatus che, con autorizzazione federale permanente, rimane parzialmente illuminata durante la notte. Da non scordare sono inoltre le illuminazioni di piste di sci con potenti luci che permettono la pratica serale dello sport, oppure le sempre più numerose illuminazioni di beni culturali, castelli e quant’altro. La scelta fatta dal Comitato centrale (Cc) del Cas è quindi da biasimare, anche perché con questo agire sminuisce, svaluta, ridicolizza e svilisce tutti gli sforzi intrapresi, come pure quelli ancora in corso, per sensibilizzare la popolazione sul problema dell’inquinamento luminoso, venendo nel contempo anche meno al rispetto della fauna notturna, degli animali selvatici, degli uccelli migratori che perdono il senso dell’orientamento, che dall’oscurità dipendono.

Avremmo preferito che le risorse utilizzate per un simile progetto fossero piuttosto destinate a migliorie nelle capanne o sui sentieri, oppure in manifestazioni ricreative-culturali organizzate nelle stesse 26 capanne; interventi forse meno spettacolari per la mediatizzazione, ma sicuramente più apprezzati e a beneficio di tutti gli escursionisti, ora e nel futuro: un bel regalo alle sezioni e ai viandanti membri e no. Si invita il Cc del Cas a essere maggiormente coerente con i principi propugnati negli statuti e che prenda delle misure concrete affinché in futuro non si ripetano simili eventi.

2013-06-30 LaRegione (pdf)

 

CdT: Dal 1. luglio la Francia… si spegnerà

Negozi, uffici, chiese, stazioni e monumenti: austerity per tutti, a fin di bene

parrigi-n_45bd9041ddf968facf6805e945fa33a2PARIGI – Parigi si spegne la notte: dal primo luglio negozi, uffici, chiese, stazioni e altri monumenti pubblici di Francia dovranno fare a meno delle illuminazioni esterne al calare del sole. L’obiettivo è sensibilizzare la popolazione a risparmiare in materia di energia.

“L’illuminazione, quando non è indispensabile diventa inquinamento – sostiene la ministra francese dell’Ecologia, Delphine Batho -. Il primo obiettivo di questa misura è fare pedagogia. In seguito i controlli per chi non rispetta la regolamentazione potranno essere effettuati dalle municipalità e dalle prefetture. Le multe non supereranno i 750 euro“.

Il nuovo dispositivo riguarda tutte le città di Francia e permetterà di risparmiare 2 terawatt, cioè l’equivalente del consumo elettrico di 750.000 famiglie. Secondo l’Agenzia dell’ambiente e del controllo dell’energia, il risparmio è calcolato a 200 milioni di euro l’anno con un taglio di 250.000 tonnellate di emissioni di anidride carbonica.

In particolare le vetrine dei negozi dovranno essere spente tra l’una e le sette del mattino mentre le facciate dei monumenti pubblici dovranno essere illuminate solo dal tramonto fino all’una. Questa misura non sarà estesa all’illuminazione pubblica delle strade mentre alcune deroghe potranno essere accordate dalle prefetture per le illuminazioni di Natale e di altri periodi di festa.

In Francia nelle città con meno di 800 mila abitanti era già in vigore da qualche mese una direttiva che obbliga i negozi a spegnere le insegne luminose dall’una di notte alle sei del mattino.

Articolo di Corriere del Ticino online

Gazzetta Svizzera: L’Architetto Botta sottovaluta il problema dell’inquinamento luminoso?

In un’intervista di Annamaria Lorefice, apparsa su “Gazzetta Svizzera” di Aprile, l’architetto Mario Botta ha affermato, a riguardo dell’inquinamento luminoso “che questi sono problemi grassi, sono questioni che toccano in misura minore l’equilibrio ambientale”

bottaL’intervista integrale è disponibile come allegato a questo articolo, qui di seguito viene riportata la domanda e la risposta inerente l’argomento e alcune reazione pubblicata nel numero successivo di “Gazzetta Svizzera”:

Annamaria Lorefice: C’è un aspetto che s’impone sempre più nei progetti edili: l’inquinamento luminoso, che tanto disagio provoca a fauna e flora, oltre che all’essere umano. Lei ne tiene conto? Come vede eventuali norme restrittive che la Confederazione o altri Stati potrebbero presto adottare?

Arch. Mario Botta: «Delle norme restrittive e in genere delle norme legislative penso tutto il bene e tutto il male possibile. Come tutte le norme, non risolvono il problema. L’importante è avere una coscienza civica, una coscienza etica rispetto a quello che si sta facendo. Questo tema che lei tocca è uno dei tanti problemi, dei tanti disagi emergenti. In verità, penso che nella Confederazione Svizzera vi sia un tale rapporto privilegiato della condizione di natura rispetto al tessuto modificato dall’uomo, che questi sono problemi grassi, sono questioni che toccano in misura minore l’equilibrio ambientale».

Le reazioni nella rubrica “Lettori che scrivono” sul numero di Maggio di “Gazzetta Svizzera”

Egr. Signora A. Lorefice,

le scrivo per commentare un passaggio relativo all’inquinamento luminoso nell’intervista all’arch. Botta apparsa sul numero di Aprile di Gazzetta Svizzera.

La risposta data dall’architetto evidenzia una sostanziale sottovalutazione del problema, oltre a lasciar intendere l’inutilità delle norme e leggi che regolano l’inquinamento, luminoso in particolare.

Come l’esperienza delle regioni italiane che hanno legiferato sull’argomento dimostra, una legge seria contro l’inquinamento luminoso può fare la differenza rispetto all’anarchia totale che si riscontra altrove, dove gli operatori del settore, tra cui molti architetti, sono lasciati liberi di inquinare come e quanto vogliono.

L’inquinamento luminoso non è più un problema riservato agli amanti del cielo, ma è un problema ambientale di portata globale, come dimostrano gli studi e le pubblicazioni scientifiche degli ultimi 10 anni. Il National Park Service, da sempre all’avanguardia nella protezione ambientale, ha un apposito team dedicato al problema. Anche la salute umana ne risente, tanto che l’American Medical Association ha preso una posizione molto forte contro questo inquinante.

Cordiali saluti.

dott. Fabio Falchi, Presidente.
CieloBuio – Coordinamento Nazionale per la Protezione del Cielo Notturno.
e-mail: falchi(at)lightpollution.it
web: www.cielobuio.org

L’equilibrio giorno e notte

Cortese Signora Annamaria Lorefice,

in riferimento alla sua intervista all’arch. Mario Botta apparsa sul numero di Aprile di Gazzetta Svizzera, ho letto con rammarico che l’architetto sottovaluta la problematica dell’inquinamento luminoso. Vorrei permettermi di disquisire sul fatto che questa problematica tocchi in modo minore l’equilibrio ambientale: sempre più studi infatti documentano l’importanza di un equilibrio giorno/notte per tutta la natura. Anche in Svizzera la situazione sta drammaticamente mutando. Lo scorso 13 febbraio, il Consiglio federale ha approvato il rapporto in merito all’impatto della luce artificiale sulla diversità delle specie e gli esseri umani e ha espresso la volontà di inserire una disposizione specifica nell’ordinanza sulla protezione della natura e del paesaggio (OPN).

Anche la Società svizzera degli Ingegneri e degli Architetti (SIA) ha preso sul serio la problematica, infatti proprio in aprile è stata presentata la nuova normativa SIA 491 che tratta proprio questa problematica. Ricordo che in Italia 18 regioni si sono già dotate di norme anti inquinamento luminoso.

Per concludere, vista l’importanza che ha il ruolo dell’architetto in questo campo, propongo in modo costruttivo dei corsi a tema, da tenersi nelle accademie di architettura, come quella prestigiosa di Mendrisio. In questo modo si formerebbero future generazioni di architetti sensibilizzati sui danni che si possono evitare nell’ideazione globale di un qualsiasi edificio (facciate ed elementi esterni), nonché nella progettazione degli arredi urbani.

Stefano Klett, Vicepresidente Dark-Sky Switzerland

2013-04-01 Gazzetta Svizzera Aprile pag 6-7 (pdf)

2013-05-01 Gazzetta Svizzera Maggio pag 3 (pdf)

www.gazzettasvizzera.it

 

Umwelttage Basel «Ambiente, c’est moi!»

Pe la terza volta si terrà a Basilea la Giornata dell’Ambiente. “Ambiente, c’est moi!”: La citazione modificata del Re Sole è il tema del giorno del ambiente a Basilea-Città. Si tratta di mostrare che noi siamo parte dell’ambiente e viceversa: l’ambiente è parte di noi. Circa 50 organizzazioni private e agenzie governative offrono un’ampia panoramica sull’ambiente.

umwelttage2013_webbanner2Dark-Sky sarà presente con uno stand presso la con uno stand intitolato “DIE DUNKLE SEITE DES LICHTES” / “LA PARTE OSCURA DELLA LUCE”

Fuori c’è sempre più luce: Come gli animali, le piante e le persone vengono disturbati? Cosa possiamo fare di sensato noi tutti?

Dark-Sky Switzerland dimostrerà come si può realizzare una buona illuminazione

» Umwelttage Basel