Per meglio documentare la nostra situazione abbiamo voluto effettuare delle misure dell’inquinamento luminoso in alcune zone del Ticino.
L’idea è di eseguire delle foto del cielo e di affiancarle con delle misure della brillanza del cielo. Le misure sono state eseguite in diverse zone del cantone cercando zone con emissioni luminose diverse. Abbiamo eseguito le misure partendo dal punto più buio del Ticino (il passo del Lucomagno) fino ad arrivare a Chiasso dove il cielo soffre nettamente delle emissioni lombarde.
Le zone scelte sono indicate da un punto nero (numerato) sulla mappa ticinese.
Le fotografie sono state eseguite con un obbiettivo fish-eye. Esso permette di effettuare delle fotografie grandangolari sferiche e quindi, in uno scatto è possibile riprendere una semisfera contenente tutto il cielo visibile in quel momento, dando la possibilità di confrontare visivamente foto effettuate in luoghi diversi.
La seconda misura che abbiamo effettuato in tutti i luoghi scelti avviene tramite un apparecchio messo recentemente in commercio da un’azienda Canadese (www.unihedron.com) lo Sky Quality Meter (SQM). Questo apparecchio permette di misurare la brillanza del cielo in modo molto semplice. Prima dell’arrivo di questo apparecchio questo tipo di misurazione richiedeva tecniche abbastanza complesse. Per esprimere la brillanza si utilizza la stessa scala di misura utilizzata per esprimere la luminosità delle stelle, pianeti o di altri oggetti celesti: la magnitudine apparente. Essa esprime la luminosità apparente, senza quindi prendere in considerazione la distanza dell’oggetto.
Le foto e le misure lo confermano, i centri cittadini e le località adiacenti risultano aver perso completamente l’oscurità. Anche nelle zone più buie si può scorgere il bagliore cittadino, anche se a chilometri di distanza; in Svizzera risulta impossibile trovare un luogo scuro al naturale. Le misure mostrano che Biasca è 2,4 volte più luminosa del Lucomagno, Bellinzona 7 volte, Mendrisio 10 volte, Chiasso 15 volte e Lugano 24 volte.
Tutti i dettagli
I risultati saranno pubblicati in un articolo nel numero di gennaio 2006 della rivista dell’associazione “Vivere la Montagna”.