Ecco tutti i danni e gli sprechi dell’inquinamento luminoso
Fra le tante forme di inquinamento che ci circondano minacciosamente ce n’è una particolarmente trascurata: quella luminosa. E non si tratta, alzato gli occhi al cielo in queste notte estive, solo di constatare che non ci sono più le stelle di una volta. L’esagerata ed incontrollata diffusione di luce, infatti, genera non poche ripercussioni sia sull’uomo, sia sull’ambiente che lo circonda. Il rapporto “Star”, Statistica ticinese dell’ambiente e delle risorse naturali – appena pubblicato dall’Ustat in collaborazione con la Divisione dell’ambiente giustamente segnala come gli effetti dell’inquinamento luminoso sulla regione spazino dalla limitazione o privazione del cielo stellato all’inutile spreco energetico, dall’alterazione degli ecosistemi (incidendo fortemente, ad esempio, sul comportamento delle specie migratorie e non solo) fino agli effetti negativi sulla salute dei cittadini, a partire dai disturbi del ritmo biologico.
Come se non bastasse, poi, l’eccessivo uso di illuminazione notturna da parte dei ticinesi è ulteriormente accentuato dalle emissioni provenienti dalla Pianura Padana, in particolare dal capoluogo lombardo che riesce, con il suo alone di luce metropolitana, ad estendersi per decine e decine di chilometri. A scanso d’equivoci meglio precisare subito che non si tratta di un’ulteriore minaccia di “frontalierato luminoso”. Le tabelle pubblicate dal rapporto Star, infatti, mostrano chiaramente come soprattutto in certo punti del territorio come a Mendrisio o a Bodio, l’inquinamento prodotto in loco sia predominante. Le sole emissioni luminose prodotte da tutti i centri urbani ticinesi generano un impatto nel raggio di circa venti, trenta chilometri. Fatto sta che non c’è nessun punto del cantone, nemmeno nei luoghi più discosti, che possa rivendicare una porzione di volta celeste imperturbata. Nè vale, come consolazione, sapere che le zone immuni da inquinamento luminoso più vicine al Ticino si trovano in Francia e in Austria.
È ancora presto per valutare se l’attuale inquinamento luminoso peggiorerà ulteriormente, nè è possibile configurare una tendenza rispetto al passato. Solo da due anni, infatti, è stata creata una rete di stazioni di rilevamento, che consente di misurare in tempo reale la “brillanza”, cioè il grado di luminosita del cielo, monitorando l’inquinamento luminoso e la sua evoluzione. La rete, però, creata in collaborazione con Dark-Sky Switzerland- Sezione Ticino e alcuni osservatori astronomici ticinesi, non ha dubbi nell’individuare le cause. Se il numero delle stelle visibili in Ticino è più che dimezzato, è perché le sempre più crescenti emissioni luminose sono spesso generate da impianti d’illuminazione sovradimensionati o comunque mal progettati. Illuminazioni che disperdono una gran parte di luce nell’ambiente, fuori dalle zone a cui dovrebbe essere dedicata, ed in particolare proprio verso il cielo.
Sono molte le conseguenze sul comportamento degli uccelli e sulla sulla salute dell’uomo
L’ASTROFILO
“L’illuminazione delle nostre città deve migliorare”
m.l.r.
“Sì, l’inquinamento luminoso è un problema. Troppo a lungo la questione non è stata presa nella dovuta considerazione. Ma qualcosa sta iniziando a cambiare”. Per Stefano Klett, astrofilo ticinese, vicepresidente nazionale di DarkSky, associazione nata con il proposito di studiare l’inquinamento luminoso, i segnali di miglioramento ci sono.
Il Consiglio federale ha approvato un rapporto sull’impatto della luce artificiale. Un segno che la presa di coscienza aumenta?
“La politica comincia a occuparsene. Piccoli segnali giungono anche dal mondo del lavoro”.
Può fare un esempio?
“La società degli ingegneri e architetti (Sia) ha approvato una norma contro l’inquinamento luminoso. Ma ci sono anche esempi negativi”.
A cosa si riferisce?
“Trovo inconcepibile che nel nuovo svincolo di Lugano Nord, alle due estremità del tunnel, ci siano delle luci inclinate”.
L’inquinamento atmosferico è riconducibile alla inclinazione non ottimale?
“La luce artificiale che va verso l’alto, riflettendo le particelle nell’atmosfera schiarisce il cielo, per così dire”.
E noi non vediamo più le stelle.
“Già. La lista però è lunga. Le rotte degli uccelli migratori sono stravolte. Le piante che crescono vicino ai lampioni non distinguono il giorno dalla notte. E così via”.
Le nuove tecnologie come la Led possono aiutare?
“Il problema non è… Led o non Led. Si tratta di una tecnologia come un’altra. Il problema è cercare di capire cosa, e quanto, vogliamo illuminare”.
Ritiene che abusiamo della luce?
“Sicuramente abbiamo sottovalutato le conseguenze dell’inquinamento luminoso”.
La domanda s’impone: cosa fare?
“Un esempio a caso: le aziende responsabili dell’illuminazione pubblica, dovrebbero fare maggiore attenzione a questo problema.
“Klett:“Inconcepibile che nel nuovo svincolo di Lugano Nord, ci siano delle luci inclinate””
2013-06-23 Il Caffè (pdf)
Links:
caffe.ch/stories/cultura/43666_non_ci_sono_pi_le_stelle_di_una_volta/
caffe.ch/stories/cultura/43667_ma_la_sensibilit_al_problema_cresce/