Coinvolta la SUPSI per chiarire se gli effetti nocivi pro- vocati dai fari potrebbero essere evitati riorientando le lampade – Intanto un’interrogazione chiede al Governo cosa intende fare per «evitare un pericoloso precedente»
La soluzione del caso di inquinamento luminoso che travaglia Gnosca dal 2007 – da quando cioè la proprietaria di un’abitazione con il terrore di essere vittima dei ladri ha posato sul tetto 14 potenti fari che da sera a mattina illuminano a giorno il suo giardino, le case circostanti, un tratto di strada cantonale e il cielo disturbando le osservazioni della volta celeste dell’astronomo Stefano Sposetti – rischia di richiedere ancora molto tempo. La questione ora è di competenza del Consiglio di Stato che deve pronunciarsi sul ricorso inoltrato dalla proprietaria contro il dinniego della licenza edilizia per la posa delle lampade. Negli scorsi giorni si è tenuto un incontro davanti al Servizio ricorsi del governo per trovare una via d’uscita ad una situazione giuridicamente intricata data la mancanza di norme chiaramente applicabili nella fattispecie. Nell’impossibilità di giungere ad una composizione bonale, per tentare di dirimere la questione è stata ordinata una nuova perizia sulle emissioni dei fari. Sarà il terzo parere tecnico dopo quelli di Dark-Sky e della SUPSI che avevano stabilito l’eccessività della luce dispersa e quantificato lo spreco di energia. Su incarico del Consiglio di Stato la stessa SUPSI dovrà verificare la possibilità d’eliminare la maggior parte degli effetti nocivi dell’illuminazione riorientando i 14 fari. Ciò per chiarire se vi è la concreta possibilità di concentrare la luce nell’area sorvegliata dalle telecamere evitando conseguenze all’ambiente e ai vicini.
Intanto il governo dovrà prendere posizione sulla vicenda anche da punto di vista politico. Ieri il deputato Francesco Cavalli ha inoltrato un’interrogazione che prende spunto dal nostro articolo del 3 ottobre nel quale abbiamo rivelato la vicenda. Si dice convinto «che questa vicenda rappresenti un importante banco di prova per le linee guida emanate dal Consiglio di Stato nel novembre 2007» e che «tollerare la presenza dei fari di Gnosca ne comporterebbe un totale fallimento». Pertanto il parlamentare PS domanda al governo di sapere da un lato se condivide il fatto che sono totalmente incompatibili con le linee guida cantonali e le raccomandazioni federali, e dall’altro cosa intende fare «per evitare di creare un pericoloso precedente che vanificherebbe tutto quanto fatto finora da Cantone e Comuni per porre un freno alle eccessive emissioni luminose».
2009-10-16 Corriere del Ticino (pdf)