Coldrerio fa da apripista nelle sperimentazioni per diminuire i consumi energetici. E il Cantone calcola i possibili guadagni. Comuni attratti dai benefici economici delle luci spente. A livello nazionale una razionalizzazione dell’illuminazione pubblica potrebbe far spendere 80 milioni.
LA NOVITÀ
BELLINZONA – Tra i quattro ed i cinque milioni di franchi all’anno. È il risparmio che si potrebbe realizzare se tutti i Comuni ticinesi seguissero l’esempio di Coldrerio dove il Municipio ha deciso di rinunciare alle illuminazioni pubbliche inutili. La stima è del Dipartimento del territorio, secondo cui il 40 per cento dell’illuminazione è sprecata. E questo semplicemente perché è irradiata, sensa alcun senso, verso il cielo e rimane quindi inutilizzata. Mediamente si consumano annualmente 48 gigawatt per l’illuminazione; venti dei quali, appunto sono semplicemente sprecati. Quindi, considerando un costo medio di venti centesimi al chilowatt, il risparmio oscilla tra i 4 ed i 5 milioni di franchi annui.
A livello nazionale, per contro, considerando che l’illuminazione pubblica assorbe circa l’1,5 per cento dell’energia, gli ambienti ecologisti stimano che passando ad un sistema di illuminazione più efficiente – utilizzando per esempio lampadine a basso consumo così come ha fatto Coldrerio – il consumo energetico potrebbe essere dimezzato, con un risparmio complessivo di 80 milioni di franchi.
La questione finanziaria è però solo un aspetto della problematica. Proprio perché l’aumento dell’illuminazione esterna, soprattutto negli Stati Uniti ed in Europa, negli ultimi quindici anni è stata quasi esponenziale. Giustificata dalla ricerca quasi esasperata della sicurezza, ma anche dall’ambizione di prolungare la giornata lavorativa. L’illuminazione è diventata così invadente da far parlare di inquinamento luminoso, quello che impedisce di vedere il cielo stellato, ma stravolge pure il bioritmo degli animali notturni. Perciò gli ambientalisti, oltre a preoccuparsi dello spreco di energia elettrica, si inquietano per gli effetti della luce artificiale sugli uccelli migratori, che perderebbero l’orientamento perché non riuscirebbero più ad individuare le stelle.
Coldrerio fa da apripista nelle sperimentazioni per diminuire i consumi energetici. E il Cantone calcola i possibili guadagni
Al buio per risparmiare 5 milioni
Comuni attratti dai benefici economici delle luci spente
Di fatto però, è lo sperpero energetico a preoccupare un po’ tutti. Non per nulla diversi comuni svizzeri hanno deciso di intervenire proprio per limitare l’inquinamento luminoso. In Ticino a precorrere i tempi è stato Coldrerio con un’ordinanza per limitare l’illuminazione esterna. In altri comuni, Lugano, Locarno, Cadenazzo, Taverne-Torricella ai quali si sono recentemente aggiunti Lumino e Capriasca, si sta discutendo cosa fare. L’obbiettivo è essenzialmente quello di illuminare solo ciò che serve – come, per esempio, le strade e gli incroci principali – , evitando così gli sprechi energetici. Secondo il direttore del Dipartimento del territorio Marco Borradori – che ha recentemente presentato le ‘Linee guida cantonali contro l’inquinamento luminoso’ – , in Ticino il 10 per cento del consumo di elettricità è dovuto all’illuminazione pubblica e privata. E secondo gli esperti internazionali, il 40 per cento di questa illuminazione è sprecata perché è irradiata verso il cielo, dove non serve a nessuno, se non ad impedire agli uccelli migratori di individuare la Stella polare portandoli così fuori rotta.
a.c.
A livello nazionale una razionalizzazione dell’illuminazione
pubblica potrebbe far spendere 80 milioni
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