Inquinamento luminoso, il Cantone valuta anche modifiche legislative
Per ora il Cantone non intende modificare il quadro legislativo per controllare la problematica dell’inquinamento luminoso. Lo ha riferito ieri il direttore del Dipartimento del territorio Marco Borradori, rilevando come il governo, allo stato attuale, ritenga sufficienti le linee guida all’indirizzo dei comuni pubblicate lo scorso mese di novembre.
Comuni che, ha proseguito Borradori, sono chiamati a fare la propria parte. « È necessario procedere per gradi e siamo convinti che le linee guida siano un passo avanti ». Ciò non toglie, ha proseguito il direttore del Territorio, che « stiamo valutando la possibilità di introdurre una normativa a livello cantonale qualora se ne presentasse la necessità ». Che il tema dell’eccessiva illuminazione sia sentito anche dai parlamentari lo si è capito ieri al termine del dibattito su una mozione di Francesco Cavalli (Ps) in cui si chiedeva che il Cantone applichi e faccia applicare le raccomandazioni per una corretta illuminazione contenute in un documento pubblicato nel 2005 dall’Ufficio federale dell’ambiente. L’atto parlamentare è stato parzialmente accolto ieri dal plenum con 67 voti favorevoli e un astenuto.
Il mozionante avrebbe però preferito qualcosa di più, perché – ha detto – se ci sono comuni che dimostrano sensibilità verso questa problematica, « vi sono ancora esempi negativi: patriziati e altri enti continuano a progettare illuminazioni di croci o chiesette in montagna » sprecando energia elettrica. Stessa cosa accade su alcuni grandi cantieri, « come quello di Alptranist a Pollegio, quello della galleria VedeggioCassarate e quello del termovalorizzatore di Giubiasco. Un pessimo esempio dato proprio dall’ente pubblico ».
Troppa luce – ha ricordato
Corrado Solcà (Plr), granconsigliere e sindaco di Coldrerio, primo comune in Svizzera a dotarsi di un regolamento sull’inquinamento luminoso – porta con sé effetti negativi: « Le conseguenze sono sia di tipo economico, che biologico ». L’alterazione del ciclo giorno-notte genera scompensi al sonno, al ritmo cardiaco e, in alcuni casi, favorisce la depressione.
Piante, uccelli notturni e uccelli migratori vengono anch’essi disturbati dall’eccessiva luce artificiale. Senza contare l’aspetto culturale, con l’affievolimento del cielo stellato.
Solcà si è comunque detto convinto che l’adozione di linee guida non vincolanti, invece di modifiche legislative, produrrà buoni frutti poiché « ogni ammini-stratore sarà chiamato ad adattare l’illuminazione artificiale alla specificità della zona ». Il socialista Bill Arigoni ha invece propugnato la necessità di modificare alcune norme cantonali, ricordando agli scettici come in passato « anche per l’amianto non si era voluto modificare la legge edilizia ». Carlo Luigi Caimi (Ppd) ha dal canto suo invitato a non eccedere nel fare troppo o troppo poco. « Sono contento che Borradori veda le linee guida adottate dal Cantone come il primo passo – ha chiosato dal canto suo Carlo Lepori, relatore del rapporto –.
Le modifiche ad alcune norme, come quella sulle insegne luminose, rimangono un tema centrale. Ma ancora più importante è la chiara delega ai Comuni di legiferare su questo tema. Quindi ben venga un regolamento cantonale su questo tema ».
2008-02-19 LaRegione (pdf)