LaRegione – Cadenazzo vuole spegnere le luci

cadenazzo_03Il comune dovrebbe essere il terzo in Ticino a combattere l’inquinamento luminoso. A Lumino l’ordinanza è realtà

Non si è mai disputato se c’è luce a mezzogiorno’, affermava l’illuminista Voltaire. In un certo senso non ci sarà bisogno di farlo – paradossalmente – nemmeno la notte, alle nostre latitudini. Dopo Coldrerio e Lumino, Cadenazzo potrebbe essere il terzo Comune ticinese ad introdurre un’ordinanza contro l’inquinamento luminoso. La richiesta era stata presentata, attraverso una mozione inoltrata alla fine del maggio scorso, dal consigliere comunale socialista Corrado Mordasini che sollecitava il Municipio a preparare una normativa per prevenire emissioni luminose moleste o dirette verso spazi dove la luce non è necessaria. La preposta Commissione del Consiglio comunale sta ora allestendo un rapporto sulla mozione preavvisata favorevolmente dall’Esecutivo che verrà discussa dal plenum entro la fine della legislatura. « In Ticino negli ultimi anni è aumentata la sensibilità su questo importante problema. Cadenazzo desidera pertanto adeguarvisi » , osserva confermando la notizia il sindaco uscente Giuliano Maddalena.~#~ Luce… verde, è proprio il caso di dirlo, dovrebbe averla anche un’altra mozione ( inoltrata a nome del gruppo Plr da Dante Rossetti) sull’introduzione dei numeri civici nelle abitazioni. Una scelta che a seguito della crescita edilizia avuta dal paese bellinzonese negli ultimi due lustri è quasi scontata, secondo il Municipio che ha dato pure in questo caso il suo preavviso favorevole.~#~ Per un Comune che si appresta ad introdurla, ad un altro dove l’ordinanza è ufficialmente entrata in vigore. A Lumino non vi sono difatti stati ricorsi al Consiglio di Stato contro la pubblicazione delle regole che disciplinano la protezione del cielo notturno da luci fastidiose (si veda laRegioneTicino del 7 febbraio, ndr.). Tra la mezzanotte e le sei del mattino nel villaggio alle porte della Mesolcina brilleranno dunque solamente le stelle, in quanto illuminazioni esterne ed insegne pubblicitarie dovranno essere spente. « Per tranquillizzare la popolazione va innanzitutto detto che il margine di apprezzamento sarà grande – spiega il sindaco Curzio De Gottardi –, nel senso che il Municipio non intende lasciare al buio il paese. Vi sono aspetti legati alla sicurezza pubblica che non possono di certo venire trascurati. L’ordinanza è volta, ribadisco, a combattere inutili inquinamenti luminosi ». DELDA

2008-02-22 LaRegione (pdf)

 

LaRegione – ‘Le linee guida per ora bastano’

inceneritore_02Inquinamento luminoso, il Cantone valuta anche modifiche legislative

Per ora il Cantone non intende modificare il quadro legislativo per controllare la problematica dell’inquinamento luminoso. Lo ha riferito ieri il direttore del Di­partimento del territorio Marco Borradori, rilevando come il go­verno, allo stato attuale, ritenga sufficienti le linee guida all’indi­rizzo dei comuni pubblicate lo scorso mese di novembre.
Comuni che, ha proseguito Borradori, sono chiamati a fare la propria parte. « È necessario procedere per gradi e siamo con­vinti che le linee guida siano un passo avanti ». Ciò non toglie, ha proseguito il direttore del Terri­torio, che « stiamo valutando la possibilità di introdurre una nor­mativa a livello cantonale qualo­ra se ne presentasse la necessità ». Che il tema dell’eccessiva illu­minazione sia sentito anche dai parlamentari lo si è capito ieri al termine del dibattito su una mo­zione di Francesco Cavalli (Ps) in cui si chiedeva che il Cantone applichi e faccia applicare le rac­comandazioni per una corretta illuminazione contenute in un documento pubblicato nel 2005 dall’Ufficio federale dell’ambien­te. L’atto parlamentare è stato parzialmente accolto ieri dal ple­num con 67 voti favorevoli e un astenuto.
Il mozionante avrebbe però preferito qualcosa di più, perché – ha detto – se ci sono comuni che dimostrano sensibilità verso questa problematica, « vi sono an­cora esempi negativi: patriziati e altri enti continuano a progettare illuminazioni di croci o chiesette in montagna » sprecando energia elettrica. Stessa cosa accade su alcuni grandi cantieri, « come quello di Alptranist a Pollegio, quello della galleria Vedeggio­Cassarate e quello del termovalo­rizzatore di Giubiasco. Un pessi­mo esempio dato proprio dall’ente pubblico ».
Troppa luce – ha ricordato
Corrado Solcà
(Plr), granconsi­gliere e sindaco di Coldrerio, pri­mo comune in Svizzera a dotarsi di un regolamento sull’inquina­mento luminoso – porta con sé effetti negativi: « Le conseguenze sono sia di tipo economico, che bio­logico ». L’alterazione del ciclo giorno-notte genera scompensi al sonno, al ritmo cardiaco e, in alcuni casi, favorisce la depres­sione.
Piante, uccelli notturni e uccelli migratori vengono an­ch’essi disturbati dall’eccessiva luce artificiale. Senza contare l’aspetto culturale, con l’affievoli­mento del cielo stellato.
Solcà si è comunque detto con­vinto che l’adozione di linee gui­da non vincolanti, invece di mo­difiche legislative, produrrà buo­ni frutti poiché « ogni ammini-s­tratore sarà chiamato ad adatta­re l’illuminazione artificiale alla specificità della zona ». Il sociali­sta Bill Arigoni ha invece pro­pugnato la necessità di modifica­re alcune norme cantonali, ricor­dando agli scettici come in passa­to « anche per l’amianto non si era voluto modificare la legge edili­zia ». Carlo Luigi Caimi (Ppd) ha dal canto suo invitato a non eccedere nel fare troppo o troppo poco. « Sono contento che Borra­dori veda le linee guida adottate dal Cantone come il primo passo – ha chiosato dal canto suo Carlo Lepori, relatore del rapporto –.
Le modifiche ad alcune norme, come quella sulle insegne lumino­se, rimangono un tema centrale. Ma ancora più importante è la chiara delega ai Comuni di legife­rare su questo tema. Quindi ben venga un regolamento cantonale su questo tema ».

2008-02-19 LaRegione (pdf)

 

CdT – Inquinamento luminoso, urge riduzione intelligente

Il Cantone è disposto a impegnarsi in questo senso, in li­nea con le proposte dell’ Ufficio federale dell’ambiente, se ciò non bastasse potrebbe istituire un Regolamento

«Seguire mo le linee-guida del­l’ Ufficio federale dell’ambiente, se questo non dovesse bastare, ela­boreremo un Regolamento can­tonale ». Lo ha sottolineato il diret­tore del Territorio Marco Borra­dori nell’ambito dell’esame della mozione di Francesco «Cick» Ca­valli definita «Applicare le racco­mandazioni dell’ UFAFP per ridur­re le emissioni luminose». L’atto parlamentare, già parzialmente accolto dalla Commissione spe­ciale della pianificazione del terri­torio, ha sollevato da più parti l’esi­genzadi regole adeguate in mate­ria. In questo ambito ha fatto di­scutere l’esperienza pilota del Co­mune di Coldrerio, che ha fissato precisi paletti in nome della tute­la ambientale. «Non si tratta di far ricadere le città nel buio, ma di li­mitare gli eccessi» ha detto elo­quenemente, a nome del PLRT, Corrado Solcà (che è sindaco del Comune del Mendrisiotto). Il Consiglio di Stato deve impegnar­si presso i Comuni per ridurre l’in­quinamento luminoso, ha rimar­cato a sua volta Giuseppe Bill Ari­goni (PS). Secondo Carlo Luigi Caimi (PPD) la luminosità an­drebbe utilizzata facendo dei di­stinguo («in via Besso a Lugano, dalle 24 alle 6, non la toglierei»). Borradori ha esortato a «procede­re per gradi». Il relatore Carlo Le­pori (PS), schematizzando il pro­blema, ha individuato il nocciolo della questione nel pericolo del­l’abbagliamento. Il suo rapporto è stato accolto quasi all’unanimità.

2008-02-19 Corriere del Ticino (pdf)

 

CdT – Cauco spegne le luci e abbassa le lampade

Il Municipio ha deciso di estendere il concetto di risparmio energetico già avviato in passato: così durante la notte un quarto dell’illuminazione pubblica sarà spento

Il Comune di Cauco-Bodio si lancia in una nuova sfida contro l’inquinamento luminoso, unica nel suo genere nelle Valli Mesolcinae Calanca. Ilnuovoconcetto d’illuminazione pubblica si sviluppa sulle direttive proposte dall’ufficio federale dell’energia inerente l’inquinamento luminoso. In questo senso l’ Esecutivo ha optato sulla riduzione delle potenze da 125 W a 70 W su tutti i nuovi impianti luminosi. Con un modesto investimento per portare a termine le necessarie modifiche elettrotecniche nel sistema di comando e di potenza, si rileva anche la diminuzione dei fasci luminosi indiretti verso l’alto. Sarà nel bel mezzo della notte, precisamente tra mezzanotte e le cinque, che rimarranno accese solo il 25% delle lampade disposte nei punti strategici e di primo intervento. I costi complessivi di manutenzione e i consumi diminuiscono di un quarto. Un risparmio voluto nonostante il Comune non debba pagare per l’illuminazione pubblica. Il progetto del blocco notturno, approvato dal Municipio venerdì scorso, è già entrato in funzione nella frazione di Bodio come prima fase sperimentale. Per ragioni tecniche sarà solo nel corso d’inizio aprile che si potrà vedere l’effettiva applicazione del nuovo concetto d’illuminazione pubblica nella fascia sud del comune. Per la zona paese si dovrà attendere almeno la prossima estate.

2008-02-19 Corriere del Ticino Cauco (pdf)

 

Il Caffè – Al buio per risparmiare 5 milioni

coldrerio_3_01Coldrerio fa da apripista nelle sperimentazioni per diminuire i consumi energetici. E il Cantone calcola i possibili guadagni. Comuni attratti dai benefici economici delle luci spente. A livello nazionale una razionalizzazione dell’illuminazione pubblica potrebbe far spendere 80 milioni.

LA NOVITÀ
BELLINZONA – Tra i quattro ed i cinque milioni di franchi all’anno. È il risparmio che si potrebbe realizzare se tutti i Comuni ticinesi seguissero l’esempio di Coldrerio dove il Municipio ha deciso di rinunciare alle illuminazioni pubbliche inutili. La stima è del Dipartimento del territorio, secondo cui il 40 per cento dell’illuminazione è sprecata. E questo semplicemente perché è irradiata, sensa alcun senso, verso il cielo e rimane quindi inutilizzata. Mediamente si consumano annualmente 48 gigawatt per l’illuminazione; venti dei quali, appunto sono semplicemente sprecati. Quindi, considerando un costo medio di venti centesimi al chilowatt, il risparmio oscilla tra i 4 ed i 5 milioni di franchi annui.

A livello nazionale, per contro, considerando che l’illuminazione pubblica assorbe circa l’1,5 per cento dell’energia, gli ambienti ecologisti stimano che passando ad un sistema di illuminazione più efficiente – utilizzando per esempio lampadine a basso consumo così come ha fatto Coldrerio – il consumo energetico potrebbe essere dimezzato, con un risparmio complessivo di 80 milioni di franchi.

La questione finanziaria è però solo un aspetto della problematica. Proprio perché l’aumento dell’illuminazione esterna, soprattutto negli Stati Uniti ed in Europa, negli ultimi quindici anni è stata quasi esponenziale. Giustificata dalla ricerca quasi esasperata della sicurezza, ma anche dall’ambizione di prolungare la giornata lavorativa. L’illuminazione è diventata così invadente da far parlare di inquinamento luminoso, quello che impedisce di vedere il cielo stellato, ma stravolge pure il bioritmo degli animali notturni. Perciò gli ambientalisti, oltre a preoccuparsi dello spreco di energia elettrica, si inquietano per gli effetti della luce artificiale sugli uccelli migratori, che perderebbero l’orientamento perché non riuscirebbero più ad individuare le stelle.

Coldrerio fa da apripista nelle sperimentazioni per diminuire i consumi energetici. E il Cantone calcola i possibili guadagni
Al buio per risparmiare 5 milioni
Comuni attratti dai benefici economici delle luci spente

Di fatto però, è lo sperpero energetico a preoccupare un po’ tutti. Non per nulla diversi comuni svizzeri hanno deciso di intervenire proprio per limitare l’inquinamento luminoso. In Ticino a precorrere i tempi è stato Coldrerio con un’ordinanza per limitare l’illuminazione esterna. In altri comuni, Lugano, Locarno, Cadenazzo, Taverne-Torricella ai quali si sono recentemente aggiunti Lumino e Capriasca, si sta discutendo cosa fare. L’obbiettivo è essenzialmente quello di illuminare solo ciò che serve – come, per esempio, le strade e gli incroci principali – , evitando così gli sprechi energetici. Secondo il direttore del Dipartimento del territorio Marco Borradori – che ha recentemente presentato le ‘Linee guida cantonali contro l’inquinamento luminoso’ – , in Ticino il 10 per cento del consumo di elettricità è dovuto all’illuminazione pubblica e privata. E secondo gli esperti internazionali, il 40 per cento di questa illuminazione è sprecata perché è irradiata verso il cielo, dove non serve a nessuno, se non ad impedire agli uccelli migratori di individuare la Stella polare portandoli così fuori rotta.
a.c.
A livello nazionale una razionalizzazione dell’illuminazione
pubblica potrebbe far spendere 80 milioni

2008-02-17 Il caffe (pdf)

 

RTSI (Falò) – Dov’è finita la notte ? di Matteo Emery e Giovanna Sganzini

falo_01Si illumina troppo e si illumina male. Eccesso di fari, lampioni, insegne stanno oscurando il cielo. Quello vero, quello disseminato di stelle, sta scomparendo tanto che gli astronomi si sono dovuti spostare in zone sempre più remote.

Ma il problema non si limita alla possibilità di osservare le stelle. L’eccesso di illuminazione notturna ha un’influenza sulla salute dell’uomo e mette a dura prova la vita di diversi animali come alcune specie di pipistrelli a rischio di estinzione e gli uccelli migratori che in genere si spostano la notte. E allora che fare? Regolamentare, in primo luogo perché le norme attuali non ci proteggono a sufficienza dall’inquinamento luminoso e, come gesto simbolico, aderire all’iniziativa lanciata da una trasmissione radiofonica italiana ossia spegnere le luci il 15 febbraio alle 19.00. Tutti insieme per contemplare le stelle.

» il sito di falò