Il rapporto della commissione della pianificazione della Città di Lugano invita il Municipio ad esaminare la fattispecie con la dovuta determinazione e con celerità
RAPPORTO DELLA COMMISSIONE DELLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO SULLA MOZIONE NO. 3304 DEL 4 APRILE 2006 DEGLI ON.LI DANIELA BARONI (PS) E TIZIANO MAURI (PLR), SALVAGUARDARE IL CIELO NOTTURNO – PER UNA CITTÀ ATTIVA NEL RIDURRE L’INQUINAMENTO LUMINOSO
All’On.do
Consiglio comunale
Lugano
Lugano, 29 maggio 2007
Onorevole Signor Presidente,
Onorevoli Signore e Signori Consiglieri Comunali,
1. Introduzione
La mozione in esame ha il pregio di sollevare un problema apparentemente nuovo per il nostro paese. In effetti la presa di coscienza di questo fenomeno sta avvenendo solo in questi ultimi anni. A livello svizzero, l’Ufficio federale per l’ambiente, nel 2005 ha emanato delle raccomandazioni dal titolo “Prevenzione delle emissioni luminose” (disponibile online: www.bafu.admin.ch) che riassume lo stato delle conoscenze a quel momento in Svizzera e le relative raccomandazioni per evitare un eccessivo inquinamento luminoso.
Questa pubblicazione chiarisce pure i concetti di “emissioni luminose” e di “inquinamento luminoso”: “Negli ultimi anni si è dibattuto con una certa insistenza delle conseguenze della luce artificiale sull‘ambiente. Nella maggior parte dei casi si è imposto il termine di «inquinamento luminoso». Si tratta di un termine facile da ricordare, ma in talune lingue non è del tutto esatto. Basti pensare al tedesco, dove l‘inglese «light pollution» è stato tradotto alla lettera, dando l‘impressione che si tratti di luce inquinata. Tuttavia, la fonte di inquinamento è la luce stessa. Il problema scaturisce dal fatto che si utilizza e si consuma troppa luce che a sua volta si espande nell’ambiente e nella natura provocando effetti negativi. Perciò, nella presente pubblicazione si parlerà soprattutto di emissioni luminose (dannose o indesiderate). ”
Il fenomeno non è solo svizzero, ma, come si può facilmente vedere con i moderni mezzi di informazione su internet, ricercando ad esempio “inquinamento luminoso” in un motore di ricerca, si ottengono numerose e importanti informazioni. Fra queste, una definizione di inquinamento luminoso è fornita dall’A.R.P.A.V. (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto): “L’inquinamento luminoso è l’irradiazione di luce artificiale -lampioni stradali, le torri faro, i globi, le insegne, ecc.- rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste.
Gli effetti più eclatanti prodotti da tale fenomeno sono un aumento della brillanza del cielo notturno e una perdita di percezione dell’Universo attorno a noi, perché la luce artificiale più intensa di quella naturale “cancella” le stelle del cielo.
Il cielo stellato, al pari di tutte le altre bellezze della natura, è un patrimonio che deve essere tutelato nel nostro interesse e in quello dei nostri discendenti. Ridurre l’inquinamento luminoso non vuol dire “spegnere le luci”, ma cercare di illuminare le nostre città in maniera più corretta senza danneggiare le persone e l’ambiente.
La Regione Veneto è stata la prima in Italia ad emanare una legge specifica: la Legge Regionale 27 giugno 1997, n. 22 “Norme per la prevenzione dell’inquinamento luminoso” prescrive misure per la prevenzione dell’inquinamento luminoso sul territorio regionale, al
fine di tutelare e migliorare l’ambiente in cui viviamo.”
Come si vede questa legge regionale è stata emanata già 10 anni fa, segno tangibile che questo tema, nella nazione a noi vicina, è stato affrontato molto prima rispetto a noi.
Dalla medesima fonte si possono ricavare informazioni a proposito dell’impatto sull’ambiente: “La perdita della qualità del cielo notturno non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri:
– Culturale perché gran parte degli scolari vede le costellazioni celesti solo sui libri di scuola.
– Artistico perché l’illuminazione esagerata nelle zone artistiche e nei centri storici non mette in risalto la bellezza dei monumenti ma la deturpa.
– Scientifico perché costringe astronomi professionisti e astrofili a percorrere distanze sempre maggiori alla ricerca di siti idonei per osservare il cielo.
– Ecologico perché le intense fonti luminose alterano il normale oscuramento notturno influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte.
– Sanitario perché la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi.
– Risparmio energetico perché una grossa percentuale dei circa 7150 milioni di kWh utilizzati per illuminare strade (ndr. in Italia), monumenti ed altro viene inviata senza ragione direttamente verso il cielo.
– Circolazione stradale perché una smodata e scorretta dispersione di luce come fari, sorgenti e pubblicità luminose può produrre abbagliamento o distrazione agli automobilisti .”
Particolarmente toccati da questo fenomeno sono gli astrofisici che, evidentemente, hanno sviscerato il problema pure dal loro punto di vista:
“Per inquinamento luminoso si intende ogni forma di irradiazione di luce artificiale rivolta direttamente o indirettamente verso la volta celeste. Produce inquinamento luminoso, che si può e si deve eliminare, sia l’immissione diretta di flusso luminoso verso l’alto (tramite apparecchi mal progettati, mal costruiti o mal posizionati), sia la diffusione di flusso luminoso riflesso da superfici e oggetti illuminati con intensità eccessive, superiori a quanto necessario ad assicurare la funzionalità e la sicurezza di quanto illuminato. La luce riflessa da superfici e oggetti illuminati produce sempre inquinamento luminoso. E’ necessario quindi porre la massima cura a contenere quest’ultimo il più possibile. Il contenimento dell’inquinamento luminoso consiste nell’illuminare razionalmente senza disperdere luce verso l’alto, utilizzando impianti e apparecchi correttamente progettati e montati, e nel dosare la giusta quantità di luce in funzione del bisogno, senza costosi e dannosi eccessi.
L’effetto più eclatante dell’inquinamento luminoso è l’aumento della brillanza del cielo notturno e la perdita della possibilità di percepire l’Universo attorno a noi “(Fonte: Associazione Astrofili Agordini, cieli dolomitici, www.cielidolomitici.it/nuova_pagina_3.htm ; si veda pure il sito degli Astrofili Italiani: inquinamentoluminoso.uai.it ).”
2. La mozione
La mozione illustra la problematica dell’inquinamento luminoso e chiede che la Città di Lugano
– elabori una strategia globale di riduzione dell’inquinamento luminoso,
– adotti tutte le misure tecniche e pianificatorie di sua competenza per eliminare o ridurre gli sprechi di illuminazione dell’illuminazione pubblica e degli edifici comunali,
– introduca ulteriori misure che diminuiscano l’inquinamento luminoso (ad esempio divieto degli skybeamer e dei proiettori laser puntati verso il cielo).
I mozionanti sono stati sentiti dalla Commissione il 30 gennaio 2007. In questa occasione hanno ribadito i contenuti della mozione. Inoltre hanno informato la Commissione della recente adozione di un’apposita ordinanza comunale da parte del Municipio di Coldrerio. Ad esempio anche il Cantone Basilea campagna e la Città di Zurigo hanno emanato dei
documenti per sensibilizzare la popolazione e gli addetti ai lavori sul problema delle emissioni luminose indesiderate. Infine hanno posto l’accento sul fatto che le illuminazioni necessarie alla sicurezza non sono in discussione: si tratta invece di evitare le illuminazioni inutili e/o dannose (rivolte verso l’alto).
3. Considerazioni della Commissione
La scrivente Commissione, esaminata la documentazione fornita dai mozionanti e quella di altre fonti (vedi capitolo 1 di questo rapporto), condivide l’analisi e le preoccupazioni espresse dalla mozione. In particolare si pone l’accento sulla necessità dell’illuminazione per la sicurezza della popolazione; questa esigenza non è minimamente in contrasto con le esigenze in materia di inquinamento luminoso. Si tratta invero di illuminare correttamente le aree interessate con modalità non inquinanti, come raccomandato dalle direttive dell’Ufficio federale per l’ambiente. È dunque opportuno evitare illuminazioni inutili, per lo meno in determinati orari notturni, per limitare gli sprechi, in particolare le illuminazioni rivolte verso l’alto oppure con un’intensità luminosa sproporzionata allo scopo da raggiungere.
Benché la mozione tocchi un problema specifico, la stessa può essere considerata generica: lascia infatti le porte aperte a tutte le possibili forme di intervento. In effetti, a mente della Commissione, le possibilità, gli scenari e la metodica di intervento possono essere diversi:
– uno studio che, basandosi su quanto già fatto altrove, descriva la situazione attuale e le possibili forme di intervento;
– direttive interne all’amministrazione comunale sul tipo e la quantità di illuminazione necessari per le aree pubbliche e gli edifici pubblici;
– modifiche di regolamenti e/o ordinanze comunali (eventualmente le NAPR) in cui si fissano le modalità e le quantità di illuminazione delle aree private che sovente vengono definite con semplici regole costruttive, ma senza un effettivo concetto di illuminazione.
La Commissione non ritiene di dovere dare la preferenza o la priorità all’una o all’altra misura: la problematica è ancora troppo giovane e non ancora conosciuta a sufficienza per potere con chiarezza indicare la strada da seguire.
Ciononostante invita il Municipio ad esaminare la fattispecie con la dovuta determinazione e con celerità, visto che alcuni studi indicano un eccessivo irradiamento luminoso durante le ore notturne, ha pure delle conseguenze sul ritmo circadiano (un ritmo circadiano è all’incirca un
ciclo di 24 ore nei processi fisiologici degli esseri viventi, incluse piante, animali, funghi e cianobatteri) non solo di piante e animali, ma anche sull’uomo con possibili conseguenze sulla sua salute.
4. Conclusioni
Con queste considerazioni, la Commissione della Pianificazione invita il Consiglio comunale a voler voler risolvere:
La Mozione No. 3304 del 4 aprile 2006 degli On.li Daniela Baroni (PS) e Tiziano Mauri (PLR), “salvaguardare il cielo notturno – per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso” è accolta.
PER LA COMMISSIONE DELLA
PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO
Thomas Arn, relatore
Giordano Macchi
Giancarlo Re
Angelo Tarchini
Roberto Badaracco
Angelo Jelmini
Flavio Ortelli
Gianfranco Molinari
Silvano Gilardoni
Gianfranco Castiglioni
Michele Rossi
Fabio Guarneri
Patrik Lamoni
» 2007-05-29 Rapporto Mozione 3304 pianificazione (pdf)
» Consiglio comunale di Lugano