Coldrerio progetta un’ordinanza contro l’inquinamento luminoso
Forse perché non nuoce alla salute (ma sarà poi vero?) l’inquinamento luminoso è stato finora il più negletto tra i guasti tecnologici prodotti dall’uomo. Anche se nelle aree urbane non ne abbiamo più una visione diretta, bisognerebbe ogni tanto ricordare che da qualche parte, lassù, le stelle brillano. E meriterebbero di essere osservate.
Per gli occhi, per l’anima o per un desiderio. Esistono per fortuna anche gli Enti illuminati. Che remano contro e cercano di portare un loro contributo. Così il Comune di Coldrerio, presso il cui Municipio è in dirittura d’arrivo quella che sarebbe la prima ordinanza per la prevenzione dalle emissioni luminose in Ticino. La bozza, redatta congiuntamente su mandato municipale dalle Commissioni edilizia e ambiente, sarà esaminata lunedì prossimo dall’Esecutivo. Per quel poco che se ne può, giustamente, sapere dovrebbe trattarsi di una regolamentazione incentrata sui commerci e sull’edilizia privata. Un’ordinanza coraggiosa perché si spinge discretamente avanti. Tra le misure contenute nel documento quella forse più incisiva riguarda le insegne luminose delle attività commerciali presenti sul territorio comunale. L’idea è quella di un coprifuoco notturno. Neon e lampade pubblicitarie dovrebbero essere spente durante le ore più tarde della notte e fino all’alba. Un altro
aspetto molto importante della normativa concernerebbe l’edilizia privata. In un settore in cui finora quasi tutto era ammesso a livello di luminarie e spot, verrebbero posti dei paletti: in particolare nelle future costruzioni non avrebbero più ragione d’essere le illuminazioni esterne troppo invasive, aggressive e inutili. In questo caso l’ordinanza si applicherebbe al momento della concessione delle licenze edilizie. Ma è pure ipotizzabile che venga raccomandato un adeguamento, entro un certo numero di anni, anche per le abitazioni esistenti. Infine, e sarebbe al momento il punto meno controverso visto che non ne esistono a Coldrerio, verrebbe introdotto un divieto preventivo per l’installazione degli ‘skybeamer’, quegli apparecchi in grado di sparare in direzione della volta celeste fasci di luce visibili a grande distanza.
La scorsa estate, nel Sopraceneri, uno di questi fari posizionato al Garage Music di Castione aveva scatenato vivaci proteste e lettere al Municipio. Ordinanza coraggiosa, si diceva, ma non realizzata al buio. Ad aver rotto il ghiaccio a livello comunale, seppur ‘solo’ con una mozione ma pur sempre a Lugano, sono stati i consiglieri comunali Daniela Baroni (Ps) e Tiziano Mauri ( Plr). ‘ Salvaguardare il cielo notturno. Per una città attiva nel ridurre l’inquinamento luminoso’ è il titolo del documento del 4 ottobre scorso che chiede alla città di « elaborare una strategia globale di riduzione dell’inquinamento luminoso, adottando tutte le misure tecniche e pianificatorie di sua competenza ». Tra le misure ipotizzate, oltre a quelle riguardanti una diminuzione degli sprechi sia nell’illuminazione pubblica sia negli edifici comunali, vi era pure « il divieto degli skybeamer e dei proiettori pubblicitari puntati verso il cielo, l’adozione di strumenti di controllo nell’ambito dell’esame delle domande di costruzione, eccetera ».
La via era insomma tracciata.
Tra i fautori di questo tipo di misure troviamo Stefano Klett, responsabile della sezione ticinese di Dark-Sky Svizzera. Non per niente figura tra le persone che sono state consultate per l’ordinanza di Coldrerio. « Qualcosa per fortuna si sta muovendo a livello politico – ci spiega –. Se guardo però fuori dalla finestra l’impressione è che le cose stiano peggiorando. Sono molti i casi in cui le luci vengono utilizzate male. Soprattutto all’esterno delle case, ma anche sulle facciate di altri edifici. Nel caso, ad esempio, delle chiese assistiamo addirittura ad una corsa a chi le illumina di più » .
Insomma per Dark-Sky c’è ancora molto da fare. Del resto la sezione ticinese è ufficialmente operante in Ticino solo dal 2004. Il movimento a livello internazionale è stato fondato nel 1988, la sezione svizzera è invece attiva dal 1996. Originata da urgenze ‘ astronomiche’, perché è lì che di più si avverte il problema, negli ultimi tempi l’auspicio di un migliore impiego della luce (dall’alto verso il basso ed evitando
emissioni inutili) ha ricevuto nuovo slancio dalla necessità di ridurre le emissioni di CO2 e dunque i consumi energetici. SPI
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