data 23 gennaio 2006
presentata da Francesco Cavalli e conf.
Applicare le raccomandazioni dell’UFAFP per ridurre le emissioni luminose
L’inquinamento luminoso è forse meno noto di altri con i quali la nostra società è confrontata e che sono oggetto di preoccupazione per la salute e la qualità della vita, come l’inquinamento dell’acqua, dell’aria e del suolo.
Tuttavia anche questo tipo di inquinamento, causato dalla sempre crescente, ma non sempre necessaria, illuminazione artificiale, non è da sottovalutare in quanto priva tutti noi di un bene primario costituito dalla bellezza del cielo notturno. Non sono soltanto gli astrofili ad essere danneggiati ma chiunque abbia un minimo di interesse per la conoscenza dell’Universo che ci circonda. Basti pensare che circa la metà della popolazione europea non è più in grado di vedere la Via Lattea ad occhio nudo. In Ticino la situazione non è diversa; le rilevazioni effettuate dalla sezione ticinese dell’associazione Dark-Sky mostrano come la luminanza misurata a Bellinzona è circa 7 volte quella che si registra sul passo del Lucomagno, a Chiasso 15 volte e a Lugano ben 24 volte, sempre in rapporto al Lucomagno.
Inoltre l’inquinamento luminoso può anche risultare dannoso per la salute dell’uomo (come disturbi del sonno e alterazioni del battito cardiaco) ed è certamente nocivo per altre specie come la fauna notturna. Ad esempio gli skybeamer, fasci di luce di grande potenza proiettati verso l’alto da discoteche o in occasione di festeggiamenti, sono del tutto inutili e, oltre a deturpare il paesaggio e a generare disorientamento tra gli uccelli notturni, possono essere fonte di pericolo per il traffico aereo, terrestre e lacustre.
Il fenomeno è stato studiato anche nell’ambito di un progetto interdisciplinare denominato Fiat Lux condotto dall’Istituto di storia delle Alpi. In esso si analizzano da diversi punti di vista (biologico, sociale, tecnico, economico e culturale) pregi e difetti dell’illuminazione artificiale.
Il tema è già stato oggetto di due interrogazioni (9.11.1999 e 17.4.2000) di Giorgio Canonica e cofirmatari, alle quali il Consiglio di Stato aveva risposto di non ritenere necessario emanare specifiche normative. Ora però un elemento nuovo giustifica la presentazione dal presente atto parlamentare.
Infatti, nello scorso dicembre l’Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio (UFAFP) ha pubblicato uno studio in cui si fa il punto sullo stato dell’inquinamento luminoso in Svizzera e si formulano alcune raccomandazioni all’indirizzo dei Cantoni:
prevedere una procedura di licenza edilizia per tutte le installazioni d’illuminazione di grandi edifici e impianti, compresi gli edifici storici;
vietare o, qualora ciò non fosse possibile, limitare il più possibile gli impianti puntati al cielo che non vengono utilizzati a scopi di sicurezza e di illuminazione (skybeamer, proiettori laser, proiettori pubblicitari o fonti di luce artificiale analoghe) per proteggere le specie, i biotopi o il paesaggio;
i provvedimenti elencati devono essere sopportabili per i detentori di tali impianti (dal punto di vista tecnico, delle condizioni di esercizio e in termini economici);
sottoporre a verifica e, per quanto possibile, risanare le installazioni di illuminazione di grandi edifici e impianti, compresi gli edifici e gli impianti storici, con lo scopo di prevenire le conseguenze negative delle emissioni.
In altri Cantoni si sta già procedendo in questo senso. Lucerna ha vietato l’uso degli skybeamer; lo stesso hanno fatto alcuni comuni nei Cantoni di Berna e Basilea Campagna. Zurigo sta rivedendo tutta l’illuminazione pubblica.
Anche in altre nazioni qualcosa si muove: la Germania dispone già dal 1994 di direttive sulla valutazione delle emissioni luminose; in Italia alcune Regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto) hanno emanato norme in materia di riduzione dell’inquinamento luminoso; la Repubblica Ceca è stato il primo paese al mondo ad emanare una legge sulle emissioni luminose.
L’inquinamento luminoso può essere ridotto adottando semplici accorgimenti quali la verifica dell’effettiva necessità, l’orientamento verso il basso dei fasci luminosi, la schermatura, la riduzione della potenza, l’utilizzo di timer o di sensori. E lo si può fare mantenendo lo stesso livello di sicurezza nelle pubbliche vie.
Non da ultimo è opportuno ricordare che un’illuminazione eccessiva e fine a se stessa costituisce anche uno spreco energetico, per cui una sua limitazione determina pure un risparmio.
Con la presente mozione, si chiede al Consiglio di Stato di varare, in conformità con le raccomandazioni dell’UFAPF, misure atte a diminuire l’inquinamento luminoso, con precise indicazioni e anche normative che impediscano un uso esagerato della luce artificiale, specialmente nei casi in cui essa è palesemente superflua.
Francesco Cavalli
Canonica G. – Carobbio W. –
Maggi – Pelossi – Pestoni
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